Cuori di seppia Cuori di seppia

Cuori di seppia

Letteratura italiana

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Chi era Laure Berdych? E perché nessuno parla più di lei? Per il protagonista sono le prime domande a cui deve trovare risposta quando, con la perdita dell'ultimo legame di sangue rimastogli al mondo, spunta fuori una lettera misteriosa che fa riferimento a una morte avvenuta più di vent'anni prima. Attraverso la scoperta di eventi remoti, manuali di psicoanalisi e cure dei disturbi di personalità, il protagonista dovrà smuovere pesanti massi dal passato per fare luce sulla verità che, nel finale, lo condurrà all'inevitabile appuntamento con se stesso e con il suo cuore nero.



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Cuori di seppia 2017-11-20 09:03:14 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    20 Novembre, 2017
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Il cuore nero della psichiatria

Filippo De Matteis, classe 1981, nato in provincia di Lecce, lavora come direttore marketing e collabora con alcune università italiane, è al suo romanzo d’esordio con Cuori di seppia. Un noir psicologico, profondo, di particolare raffinatezza e specificità.
Il libro racconta la storia di Laure Berdych, una giovane donna, figlia dello psichiatra Jerome Berdych. La voce narrante è quella di un uomo, il cui nome non appare mai nella narrazione, che ha appena perso l’unico vero punto di riferimento della sua giovane vita: quello della nonna. Colpito negli affetti più profondi decide di raccontare:
“di una casa lontana, con un enorme giardino di limoni”.
Infatti la nonna è stata trovata morta, con sul viso ancora evidenti i segni delle lacrime ed in mano una lettera che parla, della scomparsa avvenuta vent’anni prima, di una certa Laure Berdych in Belgio. Chi è costei? E perché sua nonna la cercava con tanto affanno? Inizia così per il protagonista un viaggio a ritroso nella mente, nel corpo e nell’anima, arricchito da presenze misteriose, eteree, inquietanti e lugubri rivelazioni.
Le indagini porteranno il nostro uomo ad addentrarsi nella storia della psicanalisi, in particolar modo negli studi innovativi di Jacques Lacan sui disturbi della personalità e della schizofrenia. Il rapporto tra lo psichatra-padre Jerome e Laure figlia-malata (forse?) di mente e la sua degenerazione orribile sono il caposaldo dell’intera narrazione. La loro relazione è:
“un amore ammalato, soli da sempre, e che soli sarebbero rimasti sempre. Mostrandogli che abitavano la stessa sorte di un filo di canapa che per reggersi ha bisogno di un ago che punga, trapassi ed unisca due punti separati. Per questo dovevano tendere il filo da entrambe le parti e amarsi di più, dopo che la morte della madre aveva punto e trapassato quei due pezzi di carne come un grosso spillo.”
Una disperata ricerca sull’inconscio, sulla malattia e sul suo lato più oscuro, più nero degli esseri umani. Una raffinata ed intensa analisi psicologica, inframezzata dalle poesie, poste all’inizio di ogni nuovo capitolo, che Laure compone e dedica all’amata. Fino all’ultima dichiarazione sconvolgente, terribile da accettare, che si libra in alto nel cielo, al di sopra dell’umano, delle malattie, delle inquietudini per svelare il mistero della mente e dell’animo.
Una prosa raffinata e precisa caratterizzano questo libro, una danza lirica tra prosa e poesia che colpiscono e coinvolgono emotivamente il lettore. Un noir psicologico intimo ed intimistico, introspettivo, alla scoperta delle emozioni umane; una discesa agli inferi e nell’abisso dell’abietto per riscoprire se stessi, ed emergere al di sopra. Il “cuore di seppia” è proprio il nero dell’esistenza umana, la parte più oscura di tutti noi, “l’orrore” dinnanzi al quale si ammutolisce, annichiliti. E’
“il buio fitto in cui abitano le nostre fragilità, come l’ipocondria o la paura di impazzire, e la palude stantia in cui proliferano i nostri più maniacali raccapricci, come la vergogna o la ripulsa verso un brutale omicidio.”
Una lettura che affascina ed intriga; un autore assai promettente.

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Consigliato a chi ha letto...
Consigliato a chi ama la psicanalisi in particolare i saggi di J. Lacan
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