Gioco pericoloso Gioco pericoloso

Gioco pericoloso

Letteratura italiana

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Durante la partita decisiva per la qualificazione in serie A del Bari, al san Nicola muore un giocatore. Una morte naturale, si direbbe, però con qualche mistero di troppo. Pochi mesi dopo, infatti, il commissario Lolita, indagando su quello che a tutti è sembrato un incidente, si imbatte in un intrigo internazionale destinato a colpire le fondamenta del calcio italiano. Un losco mix di sport e malavita che rischia di sconvolgere anche la vita di Lolì.



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Gioco pericoloso 2014-06-06 03:03:16 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    06 Giugno, 2014
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Alla vigilia del mondiale – Intervista a Gabriella

Per mano di Gabriella Genisi, Lolita Lobosco, il commissario più sexy d’Italia, torna con la sua quarta avventura a sventare un “Gioco pericoloso” di straordinaria attualità.
Per chi si fosse perso le precedenti avventure (ma anche per chi le avesse lette!), mi permetto di tracciare il profilo di Lolì, questa volta introdotta da una citazione di Bukowski: “… e arriva una donna, in pieno rigoglio, una donna che scoppia dal vestito… una creatura tutta sesso, una maledizione, la fine di tutto”.

Lolita:
- è seducente (“vestibilità perfetta, pizzo nero e nastrini rosa shocking da cocotte parigina”);
- è impulsiva (“l’arancia non lo colpisce in pieno e va a spiaccicarsi sul muro…”);
- è combattuta tra etica del ruolo (“a te la divisa t’ha dato al cervello”) e desiderio di valicare la rigidità delle regole;
- è moralmente integra, ma senza eccessi di moralismo (“la borsa è bella però, niente da dire”);
- è tanto innamorata quanto gelosa dell’amoresuo (“e poi metterlo sotto chiave, giusto per non farlo vedere troppo in giro”);
- è carnalmente mediterranea (“le melanzane destrutturate”, figuriamoci!);
- ha una sua filosofia sessista (“gli uomini si sa, sono come i cavalli. Bastone e carota ci vogliono. E ogni tanto uno zuccherino”) che prevede separazione di ruoli (“a voi il calcio, a noi la cucina”) e autocoscienza femminile (“le donne sono battitrici libere”);
- è soggetto dominante (“perché tra femmine e femmine di un certo tipo, quelle alfa per intenderci, non è che l’amore scatti in automatico”);
- è orgogliosa (“io agli occhi della città porto in testa un cesto di lumache”);
- è fieramente, divinamente barese (“nasco barese e barese morirò, perché la baresità è uno stato mentale”) con ascendente napoletano (“il bacio alla napoletana, per chi non lo sapesse, consta di due elementi imprescindibili”).

In questa nuova indagine “la poliziotta bella, quella che assomiglia alla Ferilli” è impegnata a trovare il collegamento tra il malore mortale che allo stadio colpisce il capitano del Bari calcio (“Scatucci che cade all’indietro sull’erba verdissima”) e l’incidente – altrettanto esiziale – nel quale perisce una vecchia conoscenza: “Vittorio Lamuraglia, noto commercialista barese quarantaquattrenne… viene travolto dal camion della spazzatura insieme a Polpetta, la sua cagnolina…”
Entrambi i decessi vengono frettolosamente archiviati dal PM – donna anche lei! (“Sabrina Sallusti, il pubblico ministero assegnato al caso Lamuraglia, fisico tonico… una sventola incredibile”) - che, guarda caso!, è rivale in amore (“tutto questo livore perché la ragazza si sta spupazzando il fidanzato tuo”) perché contende alla sexy-commissaria “Giovannimio”.
Lolita sa andare oltre le apparenze (“L’intera squadra del Bari in processione”): impulsività, intuito e ragionamento la porteranno a sventare truffa e corruzione che dal nostrano calcio-scommesse rischiano di minare l’imminente mondiale.

Con uno stile personale e sanguigno, nel quale abbonda l’uso enclitico del possessivo (amoremio, Nicolatuo, Giovannimio), nella simpatica e accattivante inflessione meridionale, Gabriella assicura divertimento, sane risate, qualche spunto di riflessione seria sulle piaghe della nostra società e… le immancabili ricette! Ammiccando ai colleghi giallisti (“Petra Delicado, l’investigatrice spagnola più famosa del mondo”) e creando occasioni d’incontro e collaborazione tra Lolì e altri personaggi romanzeschi (“Bernadette Bourdet, commissario marsigliese”).

Bruno Elpis

__________________

CINQUE DOMANDE A GABRIELLA GENISI

D - Ciao Gabriella. Sei contenta che Cassano sia stato incluso tra i magnifici azzurri che in Brasile disputeranno il calcio mondiale? Ma tu, che ne pensi del calcio? E da dove nasce l’idea di base di questo romanzo?
R - Ciao Bruno, sono felicissima della convocazione di Cassano in Nazionale. La volta scorsa era stato escluso ingiustamente, e dopo i problemi di salute dello scorso anno, lo meritava davvero. E poi lui è nato la Notte di Italia Campioni del Mondo 82. I mondiali sono scritti nel suo codice genetico, e chissà che non sia di buon auspicio per… Mi fermo qui, dai.

D - Peccato che, nel titolo, tu abbia abbandonato la frutta! Dopo “Giallo ciliegia”, “La circonferenza delle arance” e “Uva noir”, qualcuno di noi si sarebbe aspettato… il fico d’India!
R - La frutta era stata scelta inizialmente per connotare i libri con il Sud dove io abito, e per questo la mia scelta era caduta su Arance, Ciliegie e Uva, tre frutti che meglio caratterizzano. Ma una trilogia mi pare sufficiente, anche se alcuni lettori hanno protestato :)

D - Quanto ti rappresenta Lolita? Che rapporto hai con un personaggio così carnale ma pur sempre “di carta”?
R - Ormai Lolita mi rappresenta totalmente, e io un po' ci gioco. E' a detta di tutti il mio alter ego, ormai mi chiamano tutti così… Le sono affezionata come a una persona vera, e a volte non so più dove comincia lei e dove finisco io. Ma questo avviene durante le fasi di scrittura, quando per rendere credibile il personaggio mi immedesimo completamente nei panni di una fascinosa poliziotta.

D - Una curiosità editoriale: gli incontri tra Lolita e i detective nati dalla fantasia di altri autori sono concordati con gli scrittori tuoi colleghi? In cosa affonda questo tuo desiderio di “collaborazione”?
R - I miei crossover con altri investigatori di carta nascono dalla mia passione per la letteratura, e in un paio di casi, come per Hector Belascoaran di Paco Ignatio Taibo II e Bernardette Bourdet di Massimo Carlotto, ho anticipato l'idea ai miei colleghi di penna.

D - E adesso – anche se forse è prematuro – uno sguardo alla prossima avventura di Lolì… sii sincera, hai già un’idea che scalpita…
R - In questo momento sono in giro per la promozione ma in effetti l'idea c'è già anche se in fase embrionale. Il caso N. 5 del Commissario Lolita si chiamerà Spaghetti all'assassina, dal nome di una celebre ricetta barese. A morire sarà un noto ristoratore della zona.

Gabriella Genisi e Bruno Elpis

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Consigliato a chi ha letto...
... le altre avventure di Lolì.
Consigliato a chi voglia trascorrere alcune ore divertendosi con la lettura.
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Gioco pericoloso 2014-06-05 10:32:02 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    05 Giugno, 2014
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Femmina verace...

…come le vongole e la pummarola. Questa è Lolita Lobosco, splendido commissario nato dalla penna vivace e sbarazzina di quest’autrice che dà femminilità ed un’incredibile italianità al panorama poliziesco contemporaneo nazionale. In questa storia, Lolita, il cui personale fiuto segnala puzza di bruciato laddove invece tutti vedono una morte naturale, si imbatte in un intrigo internazionale che vuole colpire le fondamenta del calcio italiano. Ed ovviamente ne esce vincitrice. Lo stile è sempre molto frizzante e fresco, tanto che di questo personaggio e della sua spontaneità ci si può davvero innamorare. La trama in sé è un po’ noiosa, ma è comunque un libro molto piacevole da leggere, proprio per poter continuare a seguire le vicende, professionali e personali, di una donna che non può che conquistarti. Anche con il suo specialissimo rapporto con la cucina. Rigorosamente ricca e saporita.

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