Narrativa italiana Gialli, Thriller, Horror Il cielo rubato. Dossier Renoir
 

Il cielo rubato. Dossier Renoir Il cielo rubato. Dossier Renoir

Il cielo rubato. Dossier Renoir

Letteratura italiana

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Una donna bella e sfuggente, un notaio di Agrigento che forse nasconde un segreto e il misterioso viaggio a Girgenti del maestro dell'Impressionismo, Pierre-Auguste Renoir, un viaggio che nessuno storico dell'arte ha mai saputo collocare nel tempo. Un epistolario a una sola voce che sale in un crescendo emotivo e si interrompe bruscamente. Un giallo nel giallo brillantemente risolto dall'indagine sul campo di Andrea Camilleri.



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Il cielo rubato. Dossier Renoir 2015-01-10 15:16:59 Virè
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Virè Opinione inserita da Virè    10 Gennaio, 2015
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Un Camilleri diverso

Ancora il maestro Camilleri stavolta alle prese con un giallo diverso dal solito.Non troviamo il solito commissario Montalbano e nemmeno qualche anonimo poliziotto di provincia; protagonista di questo libro è un anziano notaio Agrigentino, amante e studioso dei quadri di Renoir. Non entra nella narrazione alcun cadavere, nè qualche strana situazione su cui indagare; vengono infatti riportate le lettere scritte dal protagonista ad una donna sconosciuta che lo ha contattato dopo aver letto un suo libro scritto in gioventù.
Ovviamente trattandosi un epistolario, si legge facilmente e per gran parte del libro ti chiedi dove voglia andare a finire, perchè fino ad almeno la metà non hai idea di quale storia si andrà a sviluppare. Camilleri è sempre un maestro nell'arte dello scrivere e quindi ti fa scorrere tra le pagine nonostante le perplessità e non manca di ampliare le conoscenze del lettore sulla vita del pittore Renoir, cui è dedicato il libro, anche se si è alle prese con una storia di fantasia. Alla fine ne esce un giallo, non del tutto scontato, proprio come ci si aspetta e gradevole da leggere.

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A chi apprezza Camilleri anche al di fuori di Montalbano
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Il cielo rubato. Dossier Renoir 2009-06-14 18:08:12 Arcangela Cammalleri
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Arcangela Cammalleri Opinione inserita da Arcangela Cammalleri    14 Giugno, 2009
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Il cielo rubato di Andrea Camilleri

Può il cielo, essere rubato? Sì( anche se solo un frammento), se il pennello d’artista è di un sublime impressionista e se la fantasia è del nostro esimio scrittore siciliano; laddove finisce la realtà e inizia sconfinando l’immaginazione, allora tutto è possibile. Definire un noir questo scritto non solo è riduttivo, ma anche incompleto.La struttura è quella di un romanzo in forma epistolare (ricorda I dolori del giovane Werther): amore e arte s’intrecciano e poi il giallo, o il colore che si vuole attribuire, viene da sé. Lo scrivente, un notaio di Agrigento in preda all’amore, all’eros, in senso socratico, si abbandona con eccessivo ardore al piacere promesso dalla bellezza di una misteriosa quanto conturbante donna e poi diventa passione e follia; perdizione del ben dell’intelletto. L’amore come la maggiore delle felicità si nutre nel notaio, che redige le missive alla bella sconosciuta, della vista prima (la foto di un ritratto fattole da Guttuso, che ha magistralmente colto e restituito sulla tela la violenta, solare sensualità della sua carne giovane) e s’infiamma poi del desiderio di coglierne la voluttà fisica. La voce dell’arte e la voce dell’amore confluiscono attorno alla figura di Renoir e di un viaggio a Girgenti di cui non c’è traccia temporale in nessuna opera d’arte sul maestro impressionista. Nella nota a piè del libro l’autore dichiara come l’idea dello scritto sia stata suggerita da Eileen Romano che gli ha raccontato un piccolo mistero riguardante appunto Renoir; dalla biografia del pittore, scritta dal figlio Jean ( il regista di La Grande illusione e di altri capolavori cinematografici), risulta che il padre compì un viaggio a Girgenti, oggi Agrigento, in data imprecisata, assieme alla moglie Aline. I biografi del pittore non registrano il viaggio. La vita di Renoir è stata ricostruita giorno dopo giorno, non esisterebbe un periodo di tempo in cui collocarlo. Allora, si chiede Camilleri, un’invenzione? Uno sfaglio della memoria di Jean? Questo ha spinto lo scrittore ad un’attenta indagine sui materiali scritti sul pittore e scoprire una maglia larga nella rete e fare delle supposizioni e darsi delle risposte, meno una: perché non è rimasta alcuna testimonianza pittorica del soggiorno girgentano di Renoir? Questo è diventato il tema conduttore del romanzo: come e perché le tele girgentane di Renoir fossero andate perdute. Ecco il lavoro di fantasia. Il testo è arricchito dalla riproduzione di alcuni quadri dell’artista, un vero e proprio inserto, su pagine plastificate, un piccolo e prezioso omaggio al lettore. A mio parere, un piccolo dipinto quest’opera camilleriana, con i colori intensi e dominanti della passione artistica, della passione erotica; l’amore senile è fiamma bruciante, stordimento, ferita dolorosa, disperazione, senza la presenza dell’amata, le giornate dell’amante sono incolori, i giorni trascorsi insieme un breve soggiorno nel giardino dell’Eden. Camilleri si lascia trascinare dalla corrente travolgente della passione amorosa come un adolescente ai primi sussulti del cuore, senza freni si sdilinquisce e palpita! Reminiscenze, ardori tardivi?

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Consigliato a chi ha letto...
Camilleri sempre in tutta la sua sfolgorante opera letteraria.
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