Narrativa italiana Gialli, Thriller, Horror Il segreto della città bianca
 

Il segreto della città bianca Il segreto della città bianca

Il segreto della città bianca

Letteratura italiana

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Nello scenario della splendida Ostuni, in provincia di Brindisi, da cui il titolo “Il segreto della città bianca”, che fa riferimento alle case bianche presenti nel suo centro storico, si dipana l’emozionante e coinvolgente romanzo di Danilo Tavano. La narrazione è incalzante ed ha le atmosfere del “giallo” seppur l’Autore, saggiamente, non dimentica di ammantare la vicenda con un velo di umorismo (non a caso afferma essere tratto distintivo del suo modo di essere e scrivere) e numerosi riferimenti alla terra pugliese: emergono il suo radicato amore per i luoghi dove si susseguiranno gli avvenimenti e la profonda passione per la scrittura che si accompagna con la capacità di “inventare” un personaggio originale, che risponde al nome del maresciallo Giulio Trani, protagonista indiscusso del suo romanzo… Danilo Tavano dimostra di possedere notevoli capacità di affabulazione e riesce, sapientemente, a giocare sul piano narrativo, alternando disquisizioni emozionali, sapori e profumi della terra pugliese, in una convincente trama, costantemente ammantata di mistero: il fondamentale “profumo dell’amore” esalta la miscela della narrazione che è sicuramente un risultato felice. In attesa di altre “emozionanti indagini” del maresciallo Giulio Trani. Che sia un auspicio da parte mia. (dalla prefazione di Massimo Barile)



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Il segreto della città bianca 2014-03-24 22:18:36 Massimiliano Morelli
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Massimiliano Morelli Opinione inserita da Massimiliano Morelli    25 Marzo, 2014
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Le indagini di un Maigret tra i trulli

Non è un paese per morti. Almeno quelli ammazzati. E almeno fino a quando gireranno sotto le mille luci della ribalta, letteraria, televisiva o cinematografica che sia, i tanti compari in divisa dell’ultimo arrivato. Il giovane e beneamabile maresciallo Giulio Trani, ultimo nato della fervida progenie di risolutori di enigmi delittuosi, che negli ultimi anni ha arricchito di suspense e proiettili i palati tradizionalmente giallofili del nostro Paese. Avranno di che essere soddisfatti gli accaniti divoratori di fiction noir, quando addenteranno le pagine del brillante romanzo di esordio di Danilo Tavano, che sguinzaglia il suo eroe fresco di conio, sulle tracce di quell’insospettabile segreto della città bianca, che dà il titolo alla sua opera prima. Insospettabile perché se non sei nato da quelle parti, non ti aspetti che persino tra i vicoli apparentemente immacolati di un borgo, Ostuni, che profuma di fiaba, possano nascondersi delitti e castighi che sporcano di sangue e mistero le pareti candide delle sue case perse in fondo allo stivale.
Ca va sans dire. Se c’è un mistero, ci sarà un detective pronto a dipanarne le oscure matasse. E Tavano ci ricama con maestria un personaggio ad hoc, un maresciallo trasognato che tiene la scena da perfetto alter-ego narrante del suo stile autoriale. Tra le pagine del romanzo, che si legge con grande scorrevolezza, sospinti da scorribande linguistiche pregne di ironia e intelligente suspense, Giulio Trani sembra calato perfettamente a suo agio al comando di una piccola stazione dei carabinieri in una torrida estate che profuma di mediterraneo, e che si rivelerà contorta come le rughe senza tempo degli ulivi simbolo di un paesaggio talmente invadente da essere piacevole co-protagonista della storia.
C’è tanta Puglia e tanto Sud nelle pagine di questo romanzo. Tavano, che è da quelle parti è nato, scrive da innamorato della sua terra, e riesce a cucire addosso ai tanti personaggi che si muovono accanto al protagonista, quel sapore piccante e passionale che ha l’aria a quelle latitudini. Non lo fa in cerca di facili consensi popolari per riecheggiare il made in Puglia pret-a-porter già radicato nell’immaginario collettivo dall’immagine piacevolmente terrona veicolata da Albano, per intenderci, ma proponendo un registro narrativo sorprendentemente maturo, per trattarsi di un’opera prima.
Profondamente legata alla scenografia in cui si dipana, fatta di tipi umani e sapori così peculiari, l’avventura di Giulio Trani sembra stare al Sud, tanto quanto le storie di Montalbano lo sono all’aria che sa di arancini della sua Sicilia. E si candida per aggiungere un posto a tavola, proprio a quell’allegro convivio letterario imbandito di ironica sagacia, che tanti e illustri esempi ha regalato alla prosa del Bel Paese. Dalla sua un maresciallo che ha la stessa silhouette da bon viveur dell’arguto commissario Maigret reso celebre da Simenon.
Il romanzo piacerà a tutti quelli che, come probabilmente anche l’autore, sono cresciuti all’ombra di incontri ravvicinati del quarto grado con le storie poliziesche di casa nostra, e non disdegneranno il sapore piccantello di un’immancabile venatura rosa, che vedrà tracollare anche il ligio maresciallo, tra un interrogatorio e una spaghettata in riva al mare.
Piacerà anche perché i lettori finiranno con l’immedesimarsi nel piacevole anti-eroismo di questo detective, che sorseggia caffè con filosofico trasporto, e vive la vita con un ritmo lento e assaporatore, che sembra mutuato dai principi eno-gastro-zen dei guru di Slow-Food.
Insomma, un romanzo di genere, certo, e non mancano, infatti, colpi di scena e luoghi narrativi del noir, peraltro messi in scena con mestiere, ma anche una piacevole digressione in quell’innocente gusto del vivere che riconduce, ancora una volta, al sapore antico e saggio del Meridione.
Arrivati all’ultima pagina verrà spontaneo pensare “bene, bravo, bis”. Attendendo magari, il naturale sequel di quella che, anche nel sottotitolo, Tavano ci presenta come la “prima, emozionante indagine del maresciallo Giulio Trani”. Vale la pena aspettarne una seconda.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
La forma dell'acqua di Andrea Camilleri
Testimone Inconsapevole di Gianrico Carofiglio
Maigret e la casa delle tre vedove di Georges Simenon
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