Nera di malasorte Nera di malasorte

Nera di malasorte

Letteratura italiana

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La Spezia, 18 marzo 1969. Un fatto scabroso scuote la vita della cittadina ligure, in festa per la ricorrenza patronale; un misterioso straniero è stato ucciso in una villa in collina durante un incontro ad alto contenuto erotico. Unica sospettata una donna vestita di nero. Le indagini sono affidate a Simone Sbrana, un giovane commissario pisano, da poco trasferito per punizione alla questura spezzina. Fin dai primi passi il poliziotto toscano, in crisi con sè stesso e con i valori del passato, si accorge che in quel delitto nulla è come sembra...



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Nera di malasorte 2015-04-29 08:10:17 ferrucciodemagistris
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ferrucciodemagistris Opinione inserita da ferrucciodemagistris    29 Aprile, 2015
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Vendetta da un terribile passato

Ho sempre pensato che un romanzo, di là dal genere, possa riuscire a rapire l’interesse del lettore qualora la narrazione sia avvincente per le attese dello stesso e anche, in certi casi, potersi temporaneamente immedesimare nella situazione. Tra gli innumerevoli titoli che l’editoria nazionale e mondiale ci propone annualmente, esistono alcuni romanzi che non riescono a essere pubblicizzati dai media e pertanto rimangono “di nicchia” e si acquisiscono e leggono tramite passa-parola; si tratta, alcune volte, di piccole gemme impreziosite da un lessico lineare, scorrevole e, di conseguenza, piacevole tanto da provare qualche difficoltà a staccarsi dalla narrazione.

Il presente romanzo, credo abbia le caratteristiche appena esposte. La vicenda ha luogo nella città della Spezia e dintorni nel marzo 1969; protagonista un giovane commissario di polizia da pochi mesi in forza presso la locale Questura, proveniente da Firenze e inviato, appunto, alla Spezia per scontare una punizione dovuta al suo comportamento non proprio consono, per quei tempi, nello svolgimento del proprio delicato e oneroso incarico. In quel periodo, nonostante la rivolta studentesca sessantottina sia a pieno regime, la cittadina ligure appare tranquilla, imperturbabile e quasi noiosa con riferimento alla delinquenza di altre città. Un efferato omicidio, perpetrato in una villa di prestigio poco fuori la città, sconvolge la routine della Questura e la vita del commissario Simone Sbrana. Chi è la vittima? Perché tale accanimento ed efferatezza? Quale enigma cela?

La situazione investigativa diventa ancor più complessa a causa d’infiltrazione di fantomatici servizi segreti deviati e di personaggi di spicco facenti parte dei ceti più abbienti spezzini che hanno il proprio tornaconto affinché il caso venga archiviato come semplice tentativo di rapina finito male. Il giovane commissario vuole andare fino in fondo, anche se ostacolato e vessato dai suoi superiori e, grazie al suo acume e perspicacia, riesce a scoprire le cause e motivazioni dell’intricata vicenda…è come un vaso di Pandora che viene scoperchiato dopo circa 25 anni ai tempi della guerra civile in Italia, tra partigiani e formazioni fasciste della repubblica di Salò, che fa riemergere i terribili e orrendi ricordi delle nefandezze e crudeltà inenarrabili dovute alla follia di potere e alla mancanza di pietas umana.

Un romanzo, tra l’altro, che descrive, con dovizia di particolari, anche le vicende storiche durante i 600 giorni di Salò e le successive conseguenze che ancora, nel 1969, non hanno trovato giustizia o vendetta.

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