Tiro al bersaglio
Letteratura italiana
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Quando la colpa prende la mira
Questo libro è il sesto tassello coerente nel percorso narrativo incentrato sulla figura di Andrea Lucchesi, un romanzo che conferma l’idea di giallo dell’autore come strumento di osservazione della fragilità umana, storie realistiche e meditative. Anche qui il delitto non è mai un semplice meccanismo narrativo, ma il punto di partenza per interrogarsi su responsabilità, errori e conseguenze che non si esauriscono con la soluzione dell’indagine. L’indagine si sviluppa con il consueto passo misurato, lontano da ogni tentazione sensazionalistica. L’autore preferisce costruire tensione attraverso l’attesa, attraverso il lento emergere di verità che non assolvono nessuno del tutto. Ogni personaggio sembra portare con sé una colpa, piccola o grande, e il titolo diventa presto una metafora efficace: in questa storia, nessuno è davvero al riparo. La scrittura è sobria, asciutta, ma mai fredda. Al contrario, è proprio questa essenzialità a lasciare spazio all’empatia. I protagonisti non sono eroi, ma uomini stanchi, consapevoli dei propri limiti, chiamati a fare i conti con una giustizia che non sempre coincide con la verità morale. Simoni li osserva con rispetto, senza indulgere in giudizi o facili assoluzioni. Milano, ancora una volta, fa da sfondo discreto ma significativo: una città vissuta, quotidiana, attraversata da silenzi e routine che rendono più plausibile il male quando irrompe. Non c’è compiacimento nella descrizione del crimine, ma una costante attenzione alle sue ricadute umane, a ciò che resta dopo. La storia si legge indubbiamente con interesse e lascia una sensazione di inquietudine composta, quella che nasce quando una storia riesce a ricordarci che il confine tra colpa e innocenza è spesso meno netto di quanto vorremmo. Un giallo che non cerca l’adrenalina, ma la riflessione, perché l’autore è capace di trasformare l’indagine in uno specchio morale. Ne nasce un romanzo che non fa rumore, ma che continua a interrogare anche dopo l’ultima pagina.
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La Milano oscura e violenta di Gianni Simoni.
.Tiro al bersaglio è l’ultimo romanzo di Gianni Simoni, con protagonista il commissario Andrea Lucchesi, “l’abbronzato”, capo della Divisione Omicidi della Questura di via Fatenefratelli a Milano. Il commissario Lucchesi è una figura imponente nel panorama letterario giallo: un poliziotto quasi troppo strano per essere vero, ma allo stesso tempo molto reale e molto difficile da dimenticare. E’ un quarantenne dalla pelle nera, la cui madre è eritrea, anomalia che condiziona le sue relazioni con i cittadini e spesso fa emergere la rabbia nascosta. Le sue giornate sono faticose, con ritmi pesanti, pasti saltati, acrobazie diplomatiche con colleghi e superiori, difficoltà economiche e un contatto continuo con il male che gli rode il cervello. Ha un problema cardiaco, non può cedere agli stravizi. Non dorme molto, si consola bevendo e fumando, ha una vita sentimentale complicata con l’ispettrice Lucia Anticoli, con la quale si scontrano sempre serenamente. Ora sente bisogno di novità, e resta incantato da “la voce della ragazza, bassa, tranquilla, con un timbro che sembrava prevalere sulle parole e le mani (…) che lei muoveva con grazia. (…) Andrea Lucchesi ci si era perso.” In questo libro si trova alle prese con l’uccisione di un droghiere per mano di un giovane drogato, in cerca di soldi facili per comprarsi l’ennesima dose. Ma non basta: un uomo, disoccupato, viene trovato morto con la testa fracassata sul divano di casa propria. Inoltre: suicidi, altri omicidi, tutti all’apparenza di insospettabili. Ciò che di questo libro colpisce di più, oltre alla succosa trama “gialla”, è l’ambientazione. Siamo nel quartiere QT8, un quartiere dove: “ La drogheria era una dei pochi negozi che nel quartiere si ostinavano a non chiudere i battenti. Nel caseggiato a due piani era rimasta da un lato la farmacia, e dall’altro un bar.”
Dunque una Milano triste, grigia, amara e brutale profondamente noir; molto lontana dai fasti della “Milano da bere” degli anni ’80, sinonimo di egemonia e di forti poteri, caratterizzata da un benessere diffuso a maglie larghe tra vari ceti sociali, dal rampantismo arrivista ed opulento. In quest’ultimo sofferto romanzo dove, mentre in aria svolazzano i piccioni ammorbando i davanzali, tra le mura di case e condomini, si costruiscono terribili delitti, scatenati da un mix di povertà, delinquenza e pura follia.




























