Narrativa italiana Romanzi Di viole e liquirizia
 

Di viole e liquirizia Di viole e liquirizia

Di viole e liquirizia

Letteratura italiana

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Daniel Lorenzi è un sommelier parigino arrivato ad Alba per tenere un corso di degustazione sui Grandi di Francia. Insegnare a bere ai langaroli può sembrare un paradosso, ma qui siamo nelle 'nuove' Langhe, in uno strano miscuglio di affari, turismo gastronomico e vecchie tradizioni: e chissà che questo 'naso' straniero, cosí attento a cercare tracce e sfumature, non possa arrivare a cogliere meglio di tutti gli altri l'essenza vera delle cose. C'è una giovane donna, per esempio, all'enoteca "Tastevin": si chiama Amalia, ha la fierezza e la fragilità di chi sta bene attento a non chiedere mai niente a nessuno. Lo sanno tutti che il morboso affetto che suo fratello Giulio prova per lei nasconde un drammatico ricordo, ma ci vorrà l'arrivo di un uomo solitario e affascinante come Daniel per far esplodere antico dolore e nuove rabbie, e riportarla alla vita. C'è una strana figura di scrittore che si fa chiamare Eta Beta e capita dentro la storia di punto in bianco, con molti trucchi nelle tasche e un triste amore da raccontare. C'è una cascina, la Ginotta: terra da Barbaresco, se qualcuno la curasse. Dopo anni di abbandono, tornerà alla ribalta in una sfida d'altri tempi. Sulle trafficate colline delle Langhe s'incrociano questi e altri variopinti personaggi: taxisti che bevono birra, produttori di vino, giocatori di pallone elastico, scommettitori, tecnici della vinificazione, e poi, immancabili, i turisti stranieri. In una danza vitale che mescola curiosità e rimpianto, passione e gelosia, Orengo ci racconta come cambia il mondo nel mondo che cambia.



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Di viole e liquirizia 2013-08-21 16:47:03 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    21 Agosto, 2013
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Commento acronimo

Daniel Lorenzi, “naso” parigino, giunge ad Alba,
In piena Langa, per tenere un corso di degustazione.

Visita i luoghi grazie al taxista Luciano,
Incontra Amalia all’enoteca Tastevin: una donna
Oppressa da rimorsi e affetto morboso del fratello Giulio.
La Ginotta è la loro proprietà, lì si produce il Barbaresco
E Giulio perde la sua metà giocando a carte con Baravalle.

E perciò scappa, lasciando sola Amalia in balia di Baravalle.

La sfida tra Daniel e Baravalle è anche per affermare
Il sentimento verso Amalia, oltre che per l’intera proprietà.
Quasi come in un film western, i due si affrontano in duello:
Unica possibilità per ripristinare la situazione originaria
In uno scontro ove roteare succo di Bacco nel bicchiere,
Riconoscendo con il solo fiuto
Il vino, il produttore e l’annata. Per
Zittire l’avversario in via definitiva. Romanzo raffinato,
Inusuale, originale nel descrivere paesaggi, aromi e gente,
Amabile come i vini che profuman “Di viole e liquirizia”.

P.S.
Si chiamano “nasi” i degustatori che sanno riconoscere i vini dal profumo. Il protagonista del romanzo è un “naso” parigino:
«Daniel guardò il bicchiere: altro vino importante. Al colore, Daniel pensò che doveva venire anche quello dal Nebbiolo, era ancora granato con brillantezze di tramonto, quando il sole color di un'arancia da spremere se ne va a morire tra una collina e l'altra, come se stesse ballando il tango con un'allegria melanconica».

Quanto alle descrizioni della Langa, terra di tartufi e di Barolo, e dei langaroli:
"Per inventivi siamo inventivi. Qui in Langa è tutta un'invenzione...ci siamo inventati un paradiso di vigna per amanti del vino...colline da far invidia alla Toscana. Tutte balle. Qui non sai cosa fare se non mangiare ed ubriacarti, se te lo puoi permettere".
E ancora: "...io di tutta ‘sta retorica del vino non ne posso più. Abbiamo oramai solo quello e ci costruiamo, castelli di balle. E non c'è più posto per niente, per un ricordo, sembriamo nati tutti signori da quando questa non è più terra di malora".

Bruno Elpis

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