Narrativa straniera Romanzi La casa degli amori impossibili
 

La casa degli amori impossibili La casa degli amori impossibili

La casa degli amori impossibili

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La trama e le recensioni di La casa degli amori impossibili, romanzo di Cristina Lopez Barrio edito da Sperling & Kupfer. In un paesino della Castiglia di fine Ottocento, tra il profumo dei boschi e lo scorrere lento del fiume, vive Clara Laguna, la ragazza più bella che si sia mai vista. Il suo tempo è scandito dal calore del sole e dal ritmo delle stagioni, immutabile da sempre. Finché un giorno, in quel villaggio sperduto, arriva l'uomo che le sconvolgerà l'esistenza: è un cacciatore andaluso, che cavalca fiero per le strade polverose, senza degnare i paesani di uno sguardo. Solo Clara cattura i suoi occhi e lo incatena all'amore. Neanche lei può sottrarsi al fascino dell'elegante forestiero, ma la sua felicità è presto soffocata da una funesta predizione. Fin dall'inizio della stirpe, le donne della famiglia Laguna sono condannate a sopportare il peso di una terribile maledizione, e una dopo l'altra soffrono per amore e danno alla luce soltanto femmine che perpetueranno la crudele eredità. E così è. Dopo che Clara gli rivela di essere incinta, il giovane cavaliere la abbandona, lasciandole solo la casa rossa che era stata il loro nido. Accecata dalla rabbia, la ragazza apre la casa rossa a tutti gli uomini che la desiderano, e quando partorisce una bambina sa che la sventura sarà eterna. Sennonché, dopo generazioni condannate ad amori tragici, nasce il primo maschio. Sarà la fine della maledizione?



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La casa degli amori impossibili 2013-03-20 18:02:44 gracy
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gracy Opinione inserita da gracy    20 Marzo, 2013
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Non è l’amore che muore, siamo noi…

"Magari non torna, pensò Clara Laguna, dopo aver svegliato la madre, magari non torna, pensò mentre il sole calava tra le chiome rosse dei pini, magari non torna, pensò sognando i suoi occhi.”

Appena aperto il libro e iniziato a leggere sono rimasta rapita e non l’ho mollato fino alla fine, praticamente la Barrio ha esercitato su di me un incantesimo, trascinandomi nella Spagna della dittatura, della guerra e del cambiamento, anche se il ritmo serrato e piacevole della prima parte perde smalto in seguito, con un finale un po’sottotono e frettoloso, nel complesso è stata una lettura piacevole.
Sin dalle prime pagine si respira aria latino-americana per via della magia che aleggia ad ogni descrizione dei personaggi chiave che ruotano attorno ad una delle più affascinanti case della Castiglia di fine Ottocento ed esattamente quella “casa rossa” che nasce come casa di piacere e che rappresenta la prosperità e l’appagamento in tante cose; conosce fioriture tutto l’anno ed emana profumo di gelsomino, tiglio, menta, stufato di pollo, trippa con crema di fragole e di dolci alla cannella e contemporaneamente di solitudine, di malinconia e di morte. La superstizione e gli incantesimi sono gli elementi trascinanti della storia, lontani dallo splendore narrativo della Allende o di Marquez o di un pomposo Amado, Cristina Lopez Barrio si cimenta nella narrazione di questa storia senza tralasciare nessun particolare sui paesaggi e sulle donne che si susseguono, madri e figlie destinate alla stessa maledizione, quella di amare una sola volta e perdere presto l’uomo che le ha cambiate e vivere sotto la stella del maleficio di donne disonorate fino alla fine, in attesa che arrivi un figlio maschio a rompere questo sortilegio.
Tutto comincia con la strega Laguna, brutta e macilenta che legge il futuro attraverso le ossa di un gatto, la segue la bellissima figlia Clara, poi Manuela, Olvido, Margherita e infine un maschio, Santiago. Ognuno di loro hanno una storia fatta di odio sulle ceneri del perduto amore, la parola d’ordine è amare una sola volta e per sempre, attendendo la vendetta o semplicemente la morte e con Santiago il riscatto.

“A volte l’amore si smarrisce quando si ama troppo, ma rimane pur sempre amore e alla fine può riprendere il proprio cammino”

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La casa degli amori impossibili 2011-10-26 17:42:59 cristiano favaro
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Opinione inserita da cristiano favaro    26 Ottobre, 2011

a mio avviso è un grande romanzo

Mi fa piacere poter recensire questo romanzo, a mio avviso certo una delle migliori opere recentemente pubblicate.
La trama, o meglio la storia che vi e' narrata prende spunto da un interessante canovaccio, originale ma non troppo, della saga familiare sullo sfondo di una Spagna a cavallo tra la metà dell'800 ed il secolo successivo, con l'aggiunta di una piacevole variazione tematica che fa da filo conduttore: la maledizione della famiglia.
Quello che trovo veramente ammirevole nello stile è la potenza espressiva: l'accostamento di aggettivi inusuali ai sostantivi, le continue metafore evocative di odori, colori, sensazioni ed in particolar modo la poesia magica delle descrizioni interiori di sensazioni ed ambienti di colpo cancellate da immagini talmente crude ed ai limiti della volgarità rappresentativa da creare una stretta allo stomaco (si vedano l'uccisione dell'amato di Olvido o la morte di Berta). La scelta della crudezza espressiva e delle parole violente, popolari, creano il medesimo effetto dirompente che tante volte ho apprezzato nei romanzi dell'adorato Garcia Marquez, dove la magia romantica e sudamericana si fonde con la volgare e violenta scelta della parola nelle descrizioni: personaggi che odorano "l'afrore del loro piscio" ne L'amore ai tempi del Colera o che muoiono come maiali scannati in Cronaca di una Morte Annunciata.
Interessante anche lo studio psicologico dei personaggi che, a partire dalla appena delineata Strega Laguna giungono ad Olvido e Margarita con una caratterizzazione psicologica marcata e poliedrica.
Un ottimo romanzo, decisamente affascinante, caratterizzato dalla potenza espressiva magica che solo gli autori latini posseggono.

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consigliato a chi ama lo stile crudo e magico degli autori sudamericani
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La casa degli amori impossibili 2011-09-14 12:29:11 Ste
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Opinione inserita da Ste    14 Settembre, 2011

Amori E Passioni "maledettamente" Noir!

Tutta la nostra vita ruota intorno al sentimento dell'Amore,anche quando non ce ne rendiamo conto; viviamo alla ricerca,alcune volte disperata,di questo sentimento che, a seconda della sua presenza o meno, ci fa sentire vivi o completamente svuotati nell'anima.E se si è irrimediabilmente sentimentali,le nostre letture preferite vertono spesso su di esso. Leggi continuamente romanzi sull'amore rimanendone avvinto e molte volte,purtroppo,alcuni romanzi,dopo una prima parte coinvolgente ti annoiano...Sono paradossalmente troppo "romanzati" e la dolcezza, estremamente enfatizzata li spegne dopo un avvio che ti aveva fatto abbandonare ad un facile entusiasmo.
Sono rimasto piacevolmente stupito da questo libro, proprio per la capacità (secondo me) di Cristina Lòpez Barrio, nell'aver scritto un romanzo d'amore che arriva profondamente nell'anima ed attraverso questa profondità è riuscita a trasporre nel libro più sfumature dei personaggi.Il tutto ti sorprende, alternando momenti dolci ad altri estremamente violenti,malvagi. Come potrei definirlo se non "romanzo maledetto"?...Maledettamente bello!

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