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Le gazze ladre Le gazze ladre

Le gazze ladre

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Reims, maggio 1944. Mentre gli Alleati stanno preparando lo sbarco in Normandia, una donna minuta e sensuale quanto audace e determinata guida una squadra tutta al femminile in una pericolosa missione: distruggere il castello di Sainte Cécile, centro nevralgico dei collegamenti tra le forze militari naziste.



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Le gazze ladre 2020-07-13 11:00:42 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    13 Luglio, 2020
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Diamo l'invasione in mano a Ruby

"Le Gazze Ladre" è un romanzo in bilico tra il genere storico e quello d'azione: in particolare abbiamo come ambientazione la Francia dei giorni immediatamente precedenti allo Sbarco degli Alleati, unita ad una storia di spionaggio militare tipica di molte narrazioni di Follett.
Con uno sviluppo incredibilmente lento, rispetto a ciò che viene promesso nella sinossi in quarta di copertina, la trama segue la missione organizzata dall'agente britannico Felicity "Flick" Clairet per distruggere il centro per lo smistamento delle comunicazioni dell'esercito tedesco in tutto il territorio occupato. Dopo un primo fallimento con una squadra di membri della Resistenza locale, la donna pianifica un nuovo attacco mettendo insieme un gruppo al femminile, con l'obiettivo di infiltrarsi fingendosi donne delle pulizie. Ovviamente la loro missione è ostacolata dall'immancabile soldato tedesco cattivo, ossia il brillante -ed incompreso dai suoi superiori- Dieter Franck.
Manca solo il buono e spesso inutile militare alleato, terzo elemento caratteristico della bibliografia follettiana; per qualche capitolo ho sperato che l'autore avesse deciso di fare uno strappo alla sua stessa regola, quando ecco entrare in scena il maggiore Paul Chancellor, che una volta tanto non è inglese bensì americano, anche se per il resto il suo ruolo rimane immutato.
Proprio da Paul voglio partire per parlare di una delle maggiori problematiche del romanzo; mi riferisco genericamente alla poca verosimiglianza, e più in particolare di come si creino delle relazioni molto profonde (almeno a parole) nell'arco dei pochissimi giorni in cui si sviluppa la storia. Ad esempio, per far evolvere in fretta il rapporto tra Paul e Flick -completi estranei all'inizio della narrazione- Follett prima punta su riflessioni sensuali per nulla adatte al contesto,

«[Flick] sosteneva la propria tesi agitando l'indice con aria bellicosa. Tuttavia c'era in lei qualcosa di incantevole. Paul si chiese come sarebbe stato stringere fra le braccia e accarezzare il suo corpo snello.»

e dopo pochi capitoli già inizia a parlare di amore tra i due. Qualcosa di analogo, anche se meno fastidioso, succede a due delle coppie secondarie.
La gestione della relazione tra i due protagonisti è problematica anche per l'eccessiva insistenza di lui, che in alcuni punti sembra voler forzare la sua volontà,

«Lei non rispose, e continuò a fissarlo con quell'espressione enigmatica, per metà triste e per metà divertita. Paul PRESE IL SUO SILENZIO COME UN CONSENSO e la baciò.»

e non tanto perché l'attrazione che prova sia troppo forte, quando perché l'autore non poteva permettersi di tirare la faccenda troppo per le lunghe. Personalmente avrei preferito che lasciasse la loro storia in sospeso per poi darne una conclusione più realistica nell'epilogo.
L'eccessiva rapidità con cui si avvicendano le scene porta anche a degli sviluppi eccessivamente convenienti per l'economia della storia, sia dalla parte dei "buoni",

«"Non è che per caso conosci una donna esperta di telefonia che parli francese, vero?"
Lui si fermò di colpo. "Be'... in un certo senso... sì."»

sia da quella degli antagonisti. Questo si può vedere bene nella scena in cui le Gazze devono effettuare le esercitazioni di lancio ed incontrano pochissime difficoltà, mentre i paracadutisti seguono normalmente una formazione ben più lunga e complessa.
D'altro canto, il ritmo veloce aiuta indubbiamente a rendere scorrevole la lettura, cosa alla quale contribuisce anche il tono molto leggero ed irriverente dei personaggi; peccato che alcune volte si esageri un po' troppo, arrivando a piazzare battute di dubbio gusto

«Cercò di liquidare la cosa con un commento leggero. "Un corpo così perfetto non può subire danni."»

anche in momenti violenti e tragici, annullando purtroppo il fattore emotivo nel lettore.
I personaggi sono l'elemento su cui Follett si è concentrato maggiormente, non sempre con risultati soddisfacenti; mi sento comunque di promuovere Flick, che riesce a dimostrarsi una'eroina credibile, palesando emozioni umane ben riconoscibili,

«[...] ma l'indomani quel ragazzo avrebbe potuto essere morto e non se la sentì di essere così crudele. "Ne sono lusingata" disse, invece, cercando di mantenere un tono amabile e leggero.»

infatti i capitoli dal suo punto di vista sono stati i miei preferiti, mentre alzavo gli occhi al cielo ogni volta che arrivava l'immancabile POV di Dieter. Molto gradevoli anche le altre Gazze, in particolare la sagace Ruby: sarebbe potuta essere un'ottima scelta come protagonista alternativa.
Mi sento di promuovere senza dubbi anche la grande attenzione alla fedeltà storica degli eventi narrati, dai più piccoli dettagli

«Mentre si rasava accese la radio, sintonizzava su una stazione tedesca. Apprese che il primo scontro in assoluto tra le truppe corazzate nel teatro del Pacifico si era svolto il giorno prima sull'isola di Biak.»

ai grandi avvenimenti perché, come al solito, i personaggi fittizi si trovano ad interagire con vere figure storiche e -ovviamente- a compiere azioni vitali per le sorti del conflitto mondiale.
Mantengo una grossa riserva sulla rappresentazione LGBT+ perché credo sia stata fatta in modo sommario: abbiamo la ragazza lesbica che deve per forza essere mascolina ed irruenta, il personaggio bisessuale promiscuo ed provocante con tutti e diversi gay al limite dello stereotipato,

«"Ciao Markie" lo salutò un cameriere, posandogli una mano sulla spalla e lanciando un'occhiata ostile a Flick.»

Tutto questo si fa ancora più evidente e fastidioso quando viene introdotto un personaggio sul quale lo stesso autore non aveva lei idee troppo chiare, tanto da descriverlo nell'ordine come una drag queen, un travestito e una donna transessuale, senza capire di far riferimento a tre categorie ben distinte.

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Le gazze ladre 2013-04-18 13:25:21 Fonta
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Fonta Opinione inserita da Fonta    18 Aprile, 2013
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IL CORAGGIO E' DONNA

Remis, 1944, la Francia occupata dai nazisti è un subbuglio, da una parte le notizie che provengono dall'Italia dove la caduta di Mussolini e quindi del regime fascista italo-tedesco sembra imminente e la sempre più insistente voce di un prossimo sbarco delle truppe alleate anglo-americane sulle coste della Normandia, dall'altra il controllo e l'autorità tedesca non sembrano vacillare anzi, ad ogni bombardamento la forza nazista sembra risorgere di continuo.

Molti sono i gruppi partigiani e simpatizzanti che vogliono liberare la Francia dall'occupazione tedesca.
Molti sono i militari inglesi sul suolo francese che come obiettivo hanno lo scopo di formare ed armare dei gruppi di resistenza.

Felicity Clairet, detta Flick, nome in codice Pantera, è una di questi. Una donna, sì perchè una donna desta meno sospetti di un giovane uomo che, in teoria sia per una fazione che per l'altra, nel pieno della sua efficenza fisica, sarebbe idoneo alle armi e quindi impegnato sui vari fronti bellici.

L'obiettivo è chiaro, il gruppo di resistenza capitanato da Flick e dal marito Michell è lo snodo telefonico tedesco sul territorio francese di Saint-Cècille.

Un primo attentato fallisce.

A contribuire al fallimento del piano è l'intervento dell'ufficiale nazista Dieter Franck, ex polizziotto, ora mente diabolica messa dalle massime cariche del Reich a fronteggiare la Resistenza. Esperto in torture ed estorsioni d'informazioni, vuole annientare sul nascere ogni cellula partigiana.

Flick rientra in Inghilterra ed escogita un secondo assalto alla centrale telefonica. Il gruppo sarà composto di sole donne, che entreranno nell'edificio nelle vesti di donne delle pulizie.
Un'impresa ardua ma, determinante per l'esito positivo dello sbarco sulle coste francesi.

Un fatto realmente accaduto che Follett trasforma in un romanzo dinamico, veloce, passionale ed intrigante.
Non sarà facile per il lettore lasciare il libro sul comodino, un turbinio di emozioni, personaggi, caratteri, amori ed azione che non lascia tregua alcuna.

A mio modesto parere uno dei più bei romanzi sulla seconda guerra mondiale dell'autore che, dimostra di saper dare anche a personaggi realmente esistiti una sua impronta e a saper scrivere sulla storia con la sua penna, lasciandola immutata ma, mettendone in evidenza gli aspetti a lui prediletti, quali la determinazione dei protagonisti, la voglia di ribellarsi ai sopprusi e la capacità di essi di cambiare la loro vita e quindi il corso della nostra storia.

Un libro da leggere assolutamente, il prezzo è irrisorio avendo avuto molte ristampe, unica nota negativa, non vi durerà moltissimo perchè lo si divora in pochi giorni! =)

Consigliatissimo, come tutti i libri di questo straordinario autore.

Buona lettura

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Altri libri dell'autore (sul filone Volo del Calabrone, Codice Rebecca)
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Le gazze ladre 2011-11-01 11:45:54 Nadiezda
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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    01 Novembre, 2011
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La Pantera

Un altro romanzo ambientato nella Seconda Grande Guerra.

Siamo a Reims, in Francia, precisamente nel maggio del 1944, un gruppo di partigiani francesi tenta l'assalto al castello di Sainte- Cécile centro dell'occupazione tedesca, ma qualcosa non va come nei piani, infatti il maggiore Dieter riesce a respingerli senza grossi problemi.
Tra gli assalitori spicca una donna molto sensuale e piena di determinazione ed audacia, si chiama Flick Cairet ed è un agente segreto britannico, ma tutti la conoscono con il soprannome di "La Pantera".
Lei comanderà una squadra di donne precedentemente e sapientemente scelte. Quest'ultime si daranno al controspionaggio e sabotaggio ed inoltre cercheranno di portare a buon fine la missione precedentemente fallita.

Anche in questo libro lo scrittore si ispira ad un fatto realmente accaduto e riesce a tessere un romanzo pieno di azione, colpi di scena e con un pizzico di romanticismo.

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Tutti i libri di Ken Follett.
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Le gazze ladre 2011-01-17 16:50:26 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    17 Gennaio, 2011
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Il coraggio al femminile

E’ indubbio che il romanzo che ha fatto conoscere al grande pubblico Ken Follett sia stato La cruna dell’ago, storia di spionaggio e d’amore ambientata nel corso della seconda guerra mondiale. Con Le gazze ladre l’autore gallese ritorna a quel periodo e a quel conflitto, imbastendo una storia che vuole anche essere un omaggio alle cinquanta donne agenti segreti che operarono dietro le linee tedesche per compiere sabotaggi (di queste ne tornarono solo trentasei).
L’ambientazione accurata, il ritmo incalzante, i personaggi ben delineati, caratteristiche proprie di Ken Follett e che si possono trovare in tutti i suoi romanzi, sono gli elementi di una trama tutto sommato non nuova, anche se alla base c’è un fatto realmente accaduto, ma che tuttavia riesce ad avvincere il lettore, proprio per la straordinaria abilità dello scrittore.
Per quanto ovvio, l’azione bellica è predominante, fra un primo sfortunato tentativo di sabotaggio ed un altro che invece finalmente va a buon fine, ma se la vicenda, già di per sé, si presenta interessante, non bisogna dimenticare l’abile caratterizzazione dei personaggi, soprattutto delle protagoniste, e in ciò si nota una certa verve romantica prima quasi sconosciuta.
Si potrebbe forse dire che Follett ha voluto riscoprire la femminilità in donne indurite dalla guerra, dal rischio, dalla paura, un tocco di dolcezza che, anziché stonare, rende più umane le protagoniste, e quindi più simpatiche al lettore.
Che la mano dell’autore sia felice nello scrivere è cosa nota e si conferma anche in questo romanzo che, seppure a mio avviso inferiore allo stupendo La cruna dell’ago, pur tuttavia lascia qualche cosa dentro, un senso di rispetto e di ammirazione per fragili creature che molto hanno dato, quasi in silenzio.

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