Narrativa straniera Romanzi Le solite sospette
 

Le solite sospette Le solite sospette

Le solite sospette

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Quattro pericolosissime vecchiette in fuga dopo avere svaligiato la banca del quartiere. Il nuovo, dissacrante romanzo dell'autore di A volte ritorno. Quando Susan - a causa dei vizi nascosti del marito - si ritrova vedova e con la casa pignorata, insieme ad alcune amiche decide di compiere una rapina. Contro ogni probabilità, il colpo va a buon fine, e alle «cattive ragazze» non resta che raggiungere la Costa Azzurra, riciclare il denaro e sparire. Nulla che possa spaventarle, dopo tutto hanno più di un motivo per riuscire nella loro impresa: andare in crociera e fuggire il brodino dell'ospizio.



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Le solite sospette 2019-10-19 10:06:27 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    19 Ottobre, 2019
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Vecchine in fuga

“Le solite sospette” di John Niven è un romanzo dal taglio umoristico e con un lessico molto spesso scurrile che parte un po’ svantaggiato per la copertina scelta nell’edizione targata Einaudi: nessuna delle protagoniste assomiglia neppure vagamente all’anziana sulla cover, ma per lo meno si può intuire dove porterà la trama.
Accantonato lo stile satirico e volutamente scioccante di Niven, che già avevo potuto conoscere in “A volte ritorno”, questo romanzo si fa subito notare per una storia concreta e più vicina alla realtà: Susan, Julie, Ethel e Jill sono quattro signore non più nel fiore degli anni che per motivi diversi si trovano ad aver bisogno di parecchi soldi, ed ecco spuntare l’idea di una rapina per risolvere tutti i loro problemi. Al quartetto si aggiunge via via un ricco cast di personaggi, alcuni al limite del demenziale come il detective Boscombe che con il proseguire della storia assomiglia sempre più all'iconico ispettore Zenigata, nella sua lotta contro le quattro ladre.
Come accennato, il romanzo unisce la caratteristica narrazione dell’autore alle vicende di queste donne abbastanza comuni, in cui non è difficile riconoscere se non se stessi almeno delle persone a noi vicine. Jill con il nipote affetto da una malattia rara, o Julie che si chiede quale sarà il suo futuro a sessant'anni, risultano dei personaggi credibili nella loro caratterizzazione anche se a tratti sopra le righe.
Il libro diverte e scorre veloce, grazie soprattutto ai capitoli brevi, che quasi fanno passare inosservati alcuni dettagli stonati, come Tamalov che collega subito Susan a “Paura” quando poteva essere chiunque di loro o l'eccessivo stravolgimento della stessa Susan, o ancora il poco spazio dato a Jill nella parte centrale del libro.
E se enunciare le età delle protagoniste ha un senso, sinceramente non ho ben capito perché si dovessero fare lo stesso perfino con le comparse.

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Le solite sospette 2019-03-31 17:54:39 Simona P.
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Simona P. Opinione inserita da Simona P.    31 Marzo, 2019
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Furto, fuga e allegria

Un libro che consiglio vivamente sia per la scorrevolezza dello stile, sia per la rocambolesca storia narrata con estrema maestria e naturalezza, sia per i personaggi vivaci, sinceri, schietti, spontanei e ben descritti, sia per gli irresistibili dialoghi; ma soprattutto per la simpatia e l’ironia diretta e pungente; mi sono ritrovata a leggere la storia delle solite sospette, ridendo rumorosamente da sola, cosa che mi capita raramente. Un’esilarante evasione dallo stress quotidiano.
Le quattro protagoniste, vecchiette ma non troppo, oggi si direbbe vintage, stanche e offese dall’esistenza, dall’ipocrisia del dover apparire, dall’egoismo della solidarietà apparente, dalla solitudine e dai lavori umilianti, hanno bisogno di soldi e organizzano un colpo in banca. L’idea e la storia partono da Susan che, moglie devota, scopre che il defunto marito, aveva un vizietto o passatempo perverso ed è proprio per questo che, in un momento di eccesso, trova la morte, chiaramente il signore dai gusti sessuali particolari, risulta pieno di debiti che Susan deve ora pagare. Julie lavora in un ospizio e la simpatica e briosa scrittura dell’autore, non tralascia nulla, tutti i più intimi particolari del lavoro di Julie vengono minuziosamente descritti. Ethel è una vecchietta dell’ospizio, ex-attrice, donna molto vissuta, ora è in carrozzina ma si tratta di un personaggio solare e positivo, dalla mente brillante e dal linguaggio vivacissimo e molto volgare; Jill è una dolce e devota figura femminile, una nonna che ha bisogno di soldi per aiutare il nipotino malato. Saranno sostenute dalla collaborazione di Stimmate, un tempo era un grande e famoso delinquente, ora è caratterizzato da pigiama, pantofole e ossigeno. Saranno inseguite e perseguitate dal detective Boscombe, un poliziotto non brillante, grasso e mangione, volgare, testardo ma anche sfortunato. La scena del colpo è un susseguirsi di avventure, al limite del possibile, estremamente briose e fantasiose. L’autore mescola tutto elenchi di pietanze, frutti, dolci, donne sboccate, volgarità, offese pesanti ma anche momenti di dolcezza, delicatezza, solidarietà e allegria; non poteva mancare un viaggio-fuga dove in ogni scena succede l’incredibile, si aggiunge alle scatenate signore, la bella e giovane Vanessa, quindicenne piena di problemi, in cerca semplicemente di consigli e amicizia. Lo scrittore dimostra estrema maestria nel creare situazioni e paradossi, nella panoramica finale, il punto di vista si muove nel tempo e nello spazio con eleganza e delicatezza, ma anche con maestria cinematografica.
Sicuramente un libro da non perdere

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Consigliato a chi ha letto...
a chi vuol ridere e non si scandalizza
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Le solite sospette 2018-09-27 15:32:48 alessio
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alessio Opinione inserita da alessio    27 Settembre, 2018
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IL COLPO DEL SECOLO

IL COLPO DEL SECOLO

Che cosa può spingere quattro vecchiette a compiere una rapina nella Banca del quartiere e cercare di fuggire con la refurtiva senza farsi arrestare?

Soldi ovviamente!!

L'idea gli viene in mente a Susan quando scopre l'ammontare dei debiti che il marito (defunto), aveva accumulato per pagare i suoi "vizietti" nascosti. Sa benissimo che da sola non può farcela allora glie ne parla alla sua amica Julie, una donna che in gioventù piaceva fare la bella vita e dopo una bella fregatura subita dal suo ex si ritrova a lavorare in uno ospizio, con la nostalgia dei bei tempi passati.
Ma anche in due pare che il colpo non si possa fare, bisogna ancora arruolare gente che sia motivata e di fiducia per compiere un gesto cosi rischioso da cambiar la vita, allora Julie prova a parlane con Ethel, una super vecchietta in carrozzina, che vive nell'ospizio, ex stella del teatro, allegra e vivace come una bambina, che accetta subito la proposta pur di uscire dal quel posto il più in fretta possibile.
Ma non basta ancora manca ancora una persona per completare la squadra, perciò viene "arruolata" Jill, un'altra amica di Susan,una signora anzianotta, devota alla religione cristiana come una suora, e alla ricerca di soldi per affrontare l'operazione del nipote affetto da una rara malattia.
La super squadra però non ha esperienza in questo campo , allora si rivolgono a Stimmate una vecchia conoscenza che ai tempi d'oro era molto in gamba per questo genere di affari, che allettato dal piano vuole farne parte a tutti costi, a patto che lascia a casa il girello e la bombola dell'ossigeno per il grande giorno.
Bene, ora che la squadra è al completo non rimane che definire i particolari dell'operazione, senza farsi acciuffare dagli agenti di polizia e specialmente dai detective Boscombe e Wesley.

Riusciranno a compiere il colpo del secolo e fuggire con il bottino?

Mi sono divertito a leggere questa rocambolesca storia,e l'autore è stato molto bravo nella descrizione delle scene e dei luoghi,nei dettagli dei personaggi, e dei dialoghi.
Tutti i personaggi mi sono piaciuti anche quelli che non ho nominato nell'introduzione come Vanessa,Terry e molti altri, dove hanno comunque un ruolo importante per la storia,ma quello che mi è piaciuto di più è stato Ethel per il suo modo di essere,di come affronta le situazioni nei momenti più difficili, e specialmente i suoi dialoghi diretti e divertenti.

Questo libro la definirei un'ottima commedia con un giusto equilibrio di momenti comici,azione e suspense regalando una lettura piacevole e scorrevole.
Lo consiglio per chi vuole leggere un libro non impegnativo e divertente, io l'ho leggevo alla sera e mi alleviava un po' lo stress della giornata trascorsa, spero che funzioni anche a voi.

Buona lettura

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Le solite sospette 2018-09-15 04:12:29 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    15 Settembre, 2018
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La tua vita rovesciata come un calzino

Le solite sospette di John Niven sono:
Susan (“Ancora sposata a quella barba di Barry… a cincischiare con il giardinaggio, il pane fatto in casa e il teatro dilettantesco”)
l’amica Julie, inserviente in un ospizio (“Non credevo di finire in un posto simile”)
Jill, donna moderata e timorata di Dio, che sta raccogliendo fondi per consentire al nipotino di affrontare una necessaria operazione chirurgica risolutiva (“La sindrome di De Havilland, più unica che rara”)
Ethel, ultraottuagenaria vispa come un grillo (“Questa carampana ce ne ha di grinta eh!”), irriverente, sicuramente il personaggio più esilarante (“Guarda me: ex stella del teatro e del cinema ridotta a miscelarsi i cocktail chiusa a chiave nel cesso e a rubare le caramelle alle nonnine che dormono”).

Ciascuna di loro ha un valido motivo (“Quanto ci vuole a vedere la tua vita rovesciata come un calzino?”) per imbarcarsi in un’impresa che possa cambiare il corso della vita. Tanto per fare un esempio, la povera Susan scopre cose terribili sul conto dell’insospettabile marito (“Tu sei personalmente responsabile per qualcosa come mezzo milione di sterline di debito”)…

Ecco allora l’allegra compagnia – con l’ausilio di qualche vecchia conoscenza come Terry (“Ai tempi se le sdraiava tutte”) e Stimmate (“Qualsiasi coglione può puntare un ferro in faccia a qualcuno e farsi dare un mucchio di grana”) – concepire una rapina in banca (“Julie guardò l’ottuagenaria semiparalitica, che aveva appena arruolato insieme a un ottuagenario con il girello e la bombola d’ossigeno, per fare una rapina a mano armata…”) e una fuga fino a Marsiglia e poi oltreoceano… con gli sconclusionati detective Boscombe e Wesley alle calcagna (“Gli sbirri hanno sempre un elenco con i soliti sospetti”).

Giudizio finale: esilarante, umoristico, con lieto fine.

Bruno Elpis

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