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Niente, tranne la pioggia
 
Niente, tranne la pioggia 2011-08-01 07:37:03 Stefp
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Stefp Opinione inserita da Stefp    01 Agosto, 2011
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Niente, tranne la pioggia

Dalla Moldavia all'Italia del Nord, Bergamo. Allettate dalla promessa, dalla prospettiva di un lavoro, di una vita vera, normale, speranzose di fuggire la miseria che da sempre è la loro compagna, si ritrovano rapite, violentate, costrette a prostituirsi, in strada. Se sono brave, dopo qualche tempo possono ambire ad una posizione più elevata; escort. Una parola che da noi ha acquisito un sapore esotico, pruriginoso, quasi nobilitata viste le avventure del nostro Presidente del Consiglio. In realtà sono schiave. La moderna tratta delle schiave produce soldi, una montagna di soldi e una scia nauseante di crimini in una joint venture a delinquere formata da criminali moldavi, mafia slava e italiana. Vasco Lubrano, sovrintendente capo della Polizia Giudiziaria di Bergamo deve indagare sulla morte di una ragazza, trovata a pezzi in un sacco della spazzatura, prostituta moldava. Il suo senso estremo della giustizia gli impone di indagare a fondo, anche se per molti la vita di una prostituta clandestina moldava non è poi così importante. In un crescendo di violenza, sarà assassinata un'altra prostituta moldava e un libraio. Gli omicidi sembrano collegati fra loro....
Un noir.... nerissimo, crudo, non risparmia nessun orrore al lettore. Coinvolgente, è vivere un incubo intraprendere il viaggio dalla Moldavia a Bergamo insieme alle ragazze rapite, nella parte iniziale del romanzo. Un ritmo lento, riflessivo, con brusche accelerate, con il protagonista, Vasco Lubrano, un personaggio profondo, ben delineato che si sente come il criceto Campbell che corre, corre, dentro la ruota che però non lo porterà mai da nessuna parte. Un ritratto di Bergamo, di un certo nord Italia e di una certa classe politica, che non fa sconti a nessuno, scomodo quanto reale, grigio e... piovoso. Un romanzo condito da una bella colonna sonora, tanti sono i riferimenti a bei pezzi della musica pop e rock.
Occorrerebbe “sentire” nel profondo il disprezzo per l'uso che si fa, in tanti campi, del corpo femminile come merce, come “cosa” sempre ammiccante e pronto all'uso sessuale. Non si sente... niente, tranne la pioggia.


Grazie a Qlibri per avermi dato, attraverso Sergio Paoli, l'autore, l'opportunità di leggere questo libro.

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