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Un segreto non è per sempre
 
Un segreto non è per sempre 2012-05-16 14:16:36 AzureStrawberry
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AzureStrawberry Opinione inserita da AzureStrawberry    16 Mag, 2012
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Chick-lit incontra la medicina legale..in Italia

Alice Allevi, giovane specializzanda in anatomia patologica, bistrattata e sottovalutata da tutti…anche se ogni tanto qualche momento di gloria riesce a prenderselo…un pò superficiale e pasticciona, ma che si sa riscattare per simpatia e normalità. Per non parlare delle sue velleità investigative, quasi quasi più sue che non la medicina legale, è un “personaggio” che ha saputo conquistarsi da subito le mie simpatie. Perchè Alessia Gazzola ha saputo caratterizzarla bene nelle sue peculiarità e nel suo essere, alla fine, “comune”. Una semplice ragazza dei giorni nostri…piena di pensieri contraddittori sulla prorpia vita privata, ma ricca di interessi e di curiosità (che la farà finire ovviamente in un sacco di guai).
Come sono ben caratterizzati i personaggi secondari e comprimari.
Arthur: fidanzato, reporter giramondo, figlio del “Supremo” -il capo di Alice-, di origine inglese ma con dimora attuale a Parigi (per cui all’inizio del romanzo Alice si farà in quattro per vincere un micro seminario nella città dell’amore…con intenti tutt’altro che accademici), egoista e -insomma- a conti fatti stronzetto.
Claudio: medico legale, dongiovanni, ambiguo -ma non poi così tanto alla fine dato che si capisce benissimo cosa vuole- con Alice, arrogante, so-tutto-io, egoista e -insomma- a conti fatti- stronzetto (eumh?! XD).
Yukino: compagna di appartamento, giapponese in Italia per studi, fonte di vivacità e amante delle sane maratone di anime/serie tv, con una passione poco nascosta per i cani che le farà adottare un bastardino che poi rimarrà ad Alice.
Ambra, Lara, Cordelia e chi più ne ha più ne metta. Ma una cosa li accomuna tutti, sanno rendersi simpatici o antipatici a seconda…ma comunque risultano sempre veri.
Mi ha stupito, più che altro, quanto in rapporto siano presenti più personaggi antipatici e/o egoisti rispetto alle controparti simpatiche. Una scelta strana, atipica, che ha saputo donare un “non so che” in più al romanzo. Perchè invece di infastidire questi “anti-eroi” mi hanno fatto sorridere spesso e volentieri per le loro idiosincrasie.
Poi, come la stessa autrice ha più volte rimarcato, i suoi romanzi non intendono accostarsi ai medical-thriller di Patricia Cornwell bensì essere dei chick-lit che mescolando al loro interno una parte urbana e spigliata ad un’altra più seria dovuta alla medicina e all’investigazione.
Un’investigazione deduttiva dove Alice, per la sua proverbiale e maledetta curiosità, non resiste ad immischiarsi dove non dovrebbe. Non riesce a fare a meno di domandarsi cosa sia successo e quindi rimurgina e pensa, pensa e rimurgina, si fa coinvolgere a livello umano dove dovrebbe invece mantenersi distaccata e professionale, come la medicina richiede.
Spingendo chi le stà attorno, con quel suo savoir-faire da sono-in-cerca-di-guai, a darle manforte…loro malgrado.
In tutto questo è coadiuvata e supportata dall’ispettore di polizia che la sprona, molto più di quanto facciano i suoi capi del reparto di medicina legale per stimolarla nel lavoro medico di tutti i giorni (e poi ci si chiede perchè cerchi sbocchi alla vivacità che le è propria), a invischiarsi sempre più nei casi. Finchè la frittata è fatta…di nuovo.
Il caso nascerà, questa volta, con la dipartita di un noto scrittore -l’anziano Konrad Azais- che verrà trovato morto in casa della figlia presso cui viveva, per cause apparentemente naturali. Ma estremamente sospette alla nostra Alice…sopratutto se si pensa che la stessa era stata inviata pochi giorni prima, su ordine del tribunale, per una richiesta di interdizione fatta dai tre figli maschi dell’uomo, arrabbiati per una lettera in cui il padre annunciava di aver destinato in eredità il suo intero patrimonio ad una non meglio identificata LEI.
Gli interrogativi, le nuove e sempre più sorprendenti scoperte porteranno il lettore a incolpare prima l’uno, poi l’altro dei famigliari di Azais, senza venirne però mai a capo. Altri segreti di famiglia verranno alla luce e si intrecceranno alla vicenda in un modo veramente ben gestito da Alessia Gazzola, che riesce a mantenere quindi fino alla fine il lettore sul filo del dubbio.

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Janet Evanovich
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