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Black Hawk Day Rewind
 
Black Hawk Day Rewind 2014-12-18 10:17:47 catcarlo
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
catcarlo Opinione inserita da catcarlo    18 Dicembre, 2014
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Black Hawk Day Rewind: Fotogrammi di un omicidio

Scritto in inglese dai due autori italiani (un uomo e una donna) che si nascondono dietro gli pseudonimi, il romanzo ha un po’ patito (o almeno sembra, non avendo io letto la versione originale) quel ritorno alla nostra lingua che ha anche allungato il titolo. Sono davvero tanti gli anglicismi che si sarebbero potuti tradurre in scioltezza anche senza tirare in ballo il glossario – da un ‘hi-hat’ di solito conosciuto come ‘charleston’ a un qualsiasi modo per sostituire ‘UK’: confusioni linguistiche che indeboliscono lo stile di una narrazione che a volte un po’ si perde già di suo. La mancanza di un editing adeguato è però l’unico appunto vero che si può sollevare a questo brillante romanzo d’azione capace di mischiare spionaggio, thriller e un tocco di fantascienza – che è però, forse, una forzatura eccessiva - in una lettura chiaramente di genere, ma comunque appassionante. Traumatizzato dalla morte del padre a Mogadiscio, Mark Savannah si arruola nell’intelligence britannica mettendosi in evidenza grazie alle proprie capacità, ma quando scopre l’assassino del padre dimentica ogni prudenza bruciandosi: diventa così il nemico numero uno di un pezzo grosso della CIA nonchè il bersaglio di un’affascinante sniper. Il tutto sullo sfondo di una sperimentazione tecnologica il cui svelarsi finisce per ribaltare un bel po’ di posizioni, conducendo a un finale in serrato crescendo che, allo stesso tempo, tira le fila e lascia aperta la porta per il seguito già in via di scrittura. Savannah non è né James Bond (malgrado l’avvenenza) né Russell Kane (malgrado i fantasmi personali), ma è un personaggio sufficientemente sfaccettato per risultare interessante: altrettanto, seppur tenendo fede ai propri ruoli, risultano funzionali le figure che lo circondano, in special modo i cattivi. Senza troppe pretese, il libro regala così qualche ora di notevole intrattenimento al lettore che si lascia volentieri trascinare dal ritmo degli avvenimenti e di scrittura, seppur al netto di quanto scritto all’inizio e di qualche digressione di troppo su quanto affascinante sia librarsi in aria pilotando un aereo – va bene che è la passione di entrambi gli scrittori (da cui anche gli alias), ma dopo un po’ l’attenzione finisce per calare.

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