Dettagli Recensione

 
La tana del Bianconiglio
 
La tana del Bianconiglio 2015-04-14 14:21:46 pirata miope
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
pirata miope Opinione inserita da pirata miope    14 Aprile, 2015
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UNA CITTA' E IL SUO POPOLO

«Dietro la storia di ogni omicidio, come dietro a qualunque storia, ce ne sono molte altre» tale affermazione a mo’di premessa in“La tana del bianconiglio” costituisce una sfida alla convenzione del giallo: la rivelazione dell’assassino non richiede molto abilità allo scrittore quanta ne esige il mettere insieme in un disegno coerente tutte le azioni che direttamente o indirettamente portano all’omicidio. Fedele a questo presupposto l’autore Francesco Facchinelli, classe 1980, lascia nell’ombra fin quasi alle ultime pagine gli elementi convenzionali del thriller quali la personalità della vittima del crimine e quella, spesso speculare, degli indiziati dell’assassinio, per concentrarsi piuttosto su una panoramica del luogo, il Parco Sempione a Milano, dove viene trovato il cadavere della giovane uccisa. Il libro di fatto ambisce a essere il ritratto del lato oscuro di una città contemporanea: Parco Sempione è infatti il cuore vivo della metropoli lombarda, è il posto ove convergono tutte le sue contraddizioni ed è infine il suo “cuore di tenebra”. Ed ecco nel romanzo in uno stile scarno, ove predomina il periodo dal respiro brevissimo da sceneggiatura cinematografica, ci viene presentato il popolo del parco nelle figure esemplari, la cui vicenda, sfiora, da lontano o da vicino, l’azione delittuosa: le convergenza restano oscure fino alla fine, e leggendo ti chiedi cosa c’entrino due monelli, un barbone logorroico e colto, un mafioso russo, un ristoratore rovinato dal gioco, una coppia di innamorati, una prostituta albanese e il suo redentore, con la ragazza trovata morta nel parco, di cui lo scrittore pare essersi dimenticato. In realtà il guazzabuglio nella mente dell’assassino fa da collante al girovagare delle anime partorite dalla città corrotta: ma alla fin fine cosa lo spinge? Arduo comprendere, ma nulla di stupefacente, per un libro dedicato, oltre che a Tarantino e Jung, al Luigi Pirandello di “Uno nessuno e centomila”.

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