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In fondo al tuo cuore. Inferno per il commissario Ricciardi
 
In fondo al tuo cuore. Inferno per il commissario Ricciardi 2015-05-05 17:56:06 Bruno Izzo
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Bruno Izzo Opinione inserita da Bruno Izzo    05 Mag, 2015
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Tutti insieme appassionatamente

Quando gli chiedono se preferisce che si parli di lui come di uno scrittore sui generis o piuttosto di un giallista sensu strictu, Maurizio De Giovanni, con il garbo che lo contraddistingue, semplicemente risponde che lui si limita: “…a scrivere di sentimenti”.
E il suo ultimo libro “In fondo al tuo cuore” da senso e ragione a pieno titolo di quanto affermato: perché questo è un romanzo di sentimenti, direi di più, è il suo miglior romanzo, un romanzo emozionante, commovente per certi versi, sicuramente appassionante.
Rappresenta, a parer mio, il culmine della sua carriera, cominciata neanche tanti anni fa, un po’ per caso un po’ perché così era scritto.
Una splendida carriera, un magnifico iter che passo dopo passo l’ha portato meritatamente a “In fondo al tuo cuore”, e contemporaneamente in fondo al cuore di migliaia di lettori, ammaliati inguaribilmente dalle sue storie e dai suoi personaggi, che oramai aspettano con febbrile attesa ogni sua nuova uscita.
“In fondo al tuo cuore” è, in definitiva, il romanzo della raggiunta piena maturità dello scrittore napoletano, una vera e propria prova d’orchestra, un romanzo a più voci e perciò corale, il romanzo più lungo scritto finora da De Giovanni, un libro intenso e articolato, un romanzo d’amore senza limite.
L’amore, si sa, quando raggiunge, nel bene e nel male, certi parossismi, allora trasfigura nella passione; e la celeberrima canzone napoletana “Passione”, manco a farlo apposta, e certamente non per caso, è il leit motiv, il sottofondo musicale su cui si svolgono le vicende narrate.
Un libro di passione, quindi; e il romanzo è corale per questo, perché la passione non è mai unica ma spesso, se non sempre, multipla, un concentrato di emozioni, mille rivoli di sentimenti diversi ma ugualmente tumultuosi, che confluiscono a divenire un grumo via via sempre più ingravescente, fino a eruttare impetuosamente come lava da un vulcano.
E Napoli, col Vesuvio sullo sfondo, città di passione ed emozioni, metropoli controversa amata e odiata con pari intensità, diventa allora lo scenario ideale della storia, e i personaggi, che su questo scenario agiscono, benché unici e caratteristici, siano vari e variegati insieme, tutti insieme appassionatamente.
La lava è calda, bollente perchè viene dal profondo, ugualmente le passioni sono calde, bollenti, provengono dal fondo del cuore, ne consegue che i protagonisti vivono con passione i loro sentimenti; allora se un delitto c’è, se un omicidio si compie, è perché il caldo, quello vero, viene dall’inferno.
Inferno e passione si fronteggiano, dunque; la passione, quella vera, assume sembianze di un cuore d’oro, finemente secellato, sormontato da una fiamma: il cuore sta alla passione come la fiamma sta all’inferno.
Non a caso la vicenda è ambientata nell’estate più calda del secolo, un’estate infernale, nel mentre la città è impegnata febbrilmente, come se non bastasse, nella preparazione di una festa antichissima, calda e appassionata, la festa della Madonna del Carmine, con il corollario dell’incendio del campanile della chiesa e pittoreschi fuochi d’artificio: una festa attesa e preparata, ancora una volta, con passione, con delirio collettivo, esaltazione, febbre, e di conseguenza calore. Dicevamo che bisognerebbe parlare però, più specificamente di passioni, al plurale: e, infatti, “In fondo al tuo cuore” è un romanzo corale, un descrivere più voci, più sentimenti, più emozioni.
Più fatti, spesso avvenuti indietro nel tempo, più personaggi, diversissimi ma intimamente legati tra loro. Per questi motivi “In fondo al tuo cuore” non è solo l’indagine, in verità una storia semplice, un giallo ma neanche tanto intricato, condotta nella Napoli degli anni trenta dal Commissario Luigi Alfredo Ricciardi a proposito dell’omicidio tramite defenestrazione di un noto e stimato cattedratico del policlinico.
Luigi Alfredo Ricciardi, letteralmente un idolo dei fan di De Giovanni, è un personaggio fortemente singolare, provvisto di una speciale sensibilità, che egli stesso denomina “il fatto” e che gli permette di “sentire e vedere” gli ultimi momenti delle vittime di morte violenta.
Non un fatto paranormale di per sé, e spesso se non sempre di nessuna utilità ai fini delle sue indagini, ma invece una vera e propria lugubre condanna, una caratteristica unica della figura del commissario che fa da contraltare all’atmosfera cupa degli anni della dittatura, alla fame atavica che si respira a piene nari nei vicoli della città partenopea amatissima dallo scrittore, alla miseria disperata e assurda che avviluppa una città stretta tra la collina ed il mare, splendida e splendente, sconvolta e sconvolgente.
Lo stesso autore lo afferma, la sede di tutte le emozioni è il cuore, e in esso si riversano continuamente le emozioni, fino a farlo traboccare: cosicché i sentimenti più importanti, che sono anche quelli più pesanti, sedimentano sul fondo, in fondo al tuo cuore.
Conoscere una persona nella sua vera essenza, significa quindi scandagliare il fondo, giungere in fondo al suo cuore.
De Giovanni questo fa, e lo fa davvero bene: scruta nel cuore dell’umanità, descrive magistralmente le passioni che animano i suoi protagonisti, rendendoli perciò vivi e reali.
Descrive magistralmente, in particolare, le donne, le vere protagoniste di tutti i suoi libri: anche in quest’ultimo si rinviene una vera carrellata di figure femminili, le donne sono il fulcro, l’anima, il cuore della genialità narrativa di De Giovanni, e se le prime pagine espongono i pensieri di un uomo, è solo un particolare che non deve depistarci, si tratta di un illustre professore di ostetricia e ginecologia, come dire, un custode ed un curatore della femminilità.
Sono “femminili” anche i luoghi tipici della storia, il molo del porto detto dell’Immacolatella, da cui la genesi della storia, o la basilica del Carmine, sede di un solenne pegno d’amore.
“In fondo al tuo cuore” quindi non è altro, infine, che tutto quanto si rinviene nel cuore dei personaggi del libro, nel cuore del Commissario Ricciardi e della dolce Enrica, della splendida Livia, del Brigadiere Maione e della sua bellissima moglie Lucia, del “femminiello” Bambinella, del fascista Folco, del compianto prof. Iovine del Castello e dell’austera moglie Maria Carmela di cui a poco ricorre l’onomastico, di Peppino il Lupo e Rosinella, della giovanissima prostituta Sisinella, della vecchia madre aterosclerotica del valente orafo Nicola Coviello.
Maurizio De Giovanni a ben pensarci, dopotutto, è egli stesso un valente orafo; cesella delle magnifiche storie con la sua penna, rifinisce con tratti sapienti i sentimenti dei protagonisti, e ci regala non dei romanzi in sé ma delle emozioni, delle stupende emozioni, che poi sedimentano proprio dove devono stare i pensieri più cari: in fondo al tuo cuore.

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Tutto De Giovanni, in particolare la serie con il Commissario Ricciardi.
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