Dettagli Recensione
Piccola comunità, grandi segreti
In realtà non avevo intenzione di leggere “ La ragazza nella nebbia “, o almeno non per il momento. Avevo altri romanzi sparsi sul comodino vicino al letto e pronti ad essere aperti, ma la scoperta dell’ omonimo film in uscita poche settimana fa mi ha convinto a divorare il libro per potermi gustare la versione cinematografica capitanata dai bravi Toni Servillo, Alessio Boni e Jean Reno sotto la regia dello stesso Donato Carrisi.
Stavolta il celebre autore ha scelto come ambientazione un immaginario e piccolo paese di montagna di nome Avechot. Tremila abitanti, la maggior parte dei quali accomunati da una rigida tradizione religiosa.
L’ esperto psichiatra Flores riceve una telefonata nel cuore della notte. Si tratta della Polizia, che richiede la sua presenza per sincerarsi delle condizioni di un uomo ritrovato in stato confusionale in seguito ad un incidente d’ auto. Ma non è una persona qualunque, è l’ agente speciale Vogel. Lo stesso che poco tempo prima era giunto ad Avechot per occuparsi della misteriosa ed improvvisa scomparsa di una sedicenne di nome Anna Lou.
E senz’ altro è proprio Vogel il personaggio più interessante e innovativo del romanzo, laddove gli altri non sempre reggono il confronto.
L’ agente speciale ha la capacità di fiutare quello che definisce un “ caso mediatico “, una storia in grado di appassionare milioni di telespettatori.
Si preoccupa di coinvolgere i media nelle indagini perché sa che se i riflettori dell’ opinione pubblica sono puntati sul caso le forze dell’ ordine ne beneficiano in termini di risorse e mezzi a disposizione.
Ma stare al centro dell’ attenzione ha un prezzo. La pressione è alta, il pubblico è affamato e ansioso di dare un volto e un nome alla paura. Nessuno più di Vogel sa che il colpevole da sbattere in prima pagina va trovato in fretta. E forse non è un caso che l’ ultima indagine di Vogel sia finita male, con il sospetto che siano state alterate alcune prove per incastrare un capro espiatorio.
Tra i tanti aspetti che mi avevano incuriosito nelle scelte stilistiche di Carrisi c’ era quella di non ambientare alcuni dei suoi romanzi in un posto specifico. “ Perché il male è ovunque “.
Stavolta l’ autore è stato più preciso. E se i nomi di molti personaggi non bastassero a chiarire che la trama ha luogo nel nostro paese, ci sono svariati indizi a suggerircelo.
E così il paesino di montagna fa pensare al delitto di Cogne, il furgone bianco che seguiva gli spostamenti di Anna Lou a Brembate, e i sospetti di manipolazione delle prove ricaduti in passato su Vogel al caso Unabomber.
Una scelta furba da parte di Carrisi, che paga qualche scopiazzatura di troppo ma il cui risultato è quello di incuriosire il lettore. Così come non mancano i riferimenti cinematografici. I più nostalgici avranno senz’ altro accomunato la figura dell’ agente speciale venuto da fuori a risolvere un’ indagine in una piccola comunità alla trama dell’ immortale Twin Peaks.
Chiudono il quadro uno svolgimento dei fatti privo di particolari colpi di scena e un finale che ho trovato forzato e sbrigativo, difetti che tuttavia inficiano solo in parte il mio giudizio su un giallo di buona fattura , privo di cali di tensione, con un’ ambientazione affascinante e originale nella trattazione del ruolo dei media.
Consiglio anche la visione dell’ omonimo film, fedele al romanzo e caratterizzato da un cast di assoluto livello.
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Commenti
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Chiara
Diciamo che se non avessi prima letto il romanzo e avessi avuto già tutto chiaro, forse dalla sola visione del film avrei avuto qualche difficoltà a capire fino in fondo tutti i passaggi.
L' ambientazione è ben realizzata e attori del calibro di Servillo, Boni e Reno meritano sempre la visione. Se poi si considera che per Carrisi ha rappresentato l' esordio alla regia, non posso non considerarlo un buono e suggestivo esordio.
ATTENZIONE SPOILER
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Il rapitore ed assassino della ragazza è il professore, ispiratosi all' " uomo della nebbia " che si scopre essere stato lo psichiatra Flores.
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