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L'uomo del labirinto
 
L'uomo del labirinto 2019-09-06 15:17:44 Vincenzo1972
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    06 Settembre, 2019
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Dio è un bambino, non lo sapeva?....

"Dio è un bambino, non lo sapeva? Per questo quando ci fa del male non se ne rende conto."

Non era un giorno come tutti gli altri per Samantha: dopo una notte insonne trascorsa pensando a quanto le aveva confidato la sua migliore amica, non vedeva l'ora che facesse giorno per poter constatare quanto quella confidenza fosse vera o se si trattasse di un semplice malinteso. 'Si era rigirata nel letto per tutta la notte come l'indemoniata di alcuni film dell'orrore, provando a ipotizzare i motivi che spingevano uno dei ragazzi più carini della scuola - e del creato - a voler scambiare frasi di senso compiuto proprio con lei'. "Tony Baretta vuole parlarti" le aveva sussurrato in un orecchio la sua amica il giorno prima durante l'ora di ginnastica e quelle parole continuavano a ronzarle nella mente prepotentemente cacciando via ogni altro pensiero mentre percorreva la strada verso la scuola. Solo una preoccupazione riuscì a distoglierla: nella fretta di uscire, aveva trascurato di nascondere con un pò di trucco le occhiaie causate dalla lunga veglia notturna e temeva fossero ora troppo evidenti. Un minivan bianco con i finestrini a specchio parcheggiato lungo la strada sembrava fosse stato piazzato lì dalla provvidenza. Tuttavia, il sollievo per aver constatato che le borse sotto gli occhi erano quasi invisibili durò pochi secondi: il suo volto riflesso sul finestrino poco alla volta scompariva sostituito da quello di un coniglio con gli occhi a cuore che diventava sempre più nitido nei suoi lineamenti man mano che si avvicinava al portellone del minivan.
Samantha aveva 13 anni quando conobbe per la prima volta Bunny, il coniglio dagli occhi a cuore, il suo rapitore.
Dopo ben 15 anni, Samantha viene ritrovata nuda in un bosco e mentre la polizia indaga nei pressi del bosco cercando tracce del rapitore, nella stanza di ospedale in cui Samantha viene ricoverata il dottor Green indaga nella mente della ragazza, ormai donna, nel tentativo di riportare alla luce ricordi di quei 15 anni trascorsi tra le pareti umide e grigie del 'labirinto', così come Samantha definiva il luogo in cui era stata segregata, delineando un possibile profilo psicologico del mostro e cercando di sottrarre Samantha dal 'buio', dal baratro di orrore, disperazione e follia in cui inevitabilmente precipitano coloro che sopravvivono a tali soprusi. Fuori dalla stanza isolata dell'ospedale, in una città oppressa da un caldo asfissiante, quasi infernale, si muove sulle tracce di Bunny anche Bruno Genko, un investigatore privato che fu contattato dai genitori disperati di Samantha subito dopo la sua scomparsa senza però ottenere alcun risultato; a 15 anni di distanza, Genko gioca le sue ultime carte per rimediare al suo primo fallimento cercando così di placare almeno in parte il rimorso di non aver fatto tutto il possibile per salvare la bambina. E sarà una corsa contro il tempo la sua: un foglio che porta sempre con sè nella tasca della sua giacca, la diagnosi di una grave malattia al cuore, gli ricorda che mancano solo pochi giorni al suo appuntamento con la morte.

Con L'uomo del labirinto, l'italiano Donato Carrisi conferma ancora una volta il suo talento nel filone sempre in voga del thriller psicologico, ormai saturo di titoli spesso accomunati da una trama con pochi spunti di originalità che induce inevitabilmente nel lettore un senso di deja-vù. Carrisi invece riesce a rendere speciale ed inconsueto ogni suo romanzo, seppur ruotando tutti intorno ad un comune denominatore: il male nella sua forma più subdola, più viscida e perversa, che si trasmette come un virus dal carnefice alla vittima, come il passaggio di un 'testimone' la follia del mostro contagia chi ne è inizialmente succube trasformandolo a sua volta in un mostro. Non si tratta di serial killer, il loro fine non è uccidere, anzi la morte è un fatto puramente marginale: sono sadici consolatori. "Lo scopo principale di questi psicopatici è trasformare la vittima in un essere abietto. Nella prigione di un sadico consolatore si viene sottoposti a prove crudeli, plagiati con la paura, costretti ad atti abominevoli.. E' in questo modo che loro consolano se stessi per il fatto di essere dei mostri."
Carrisi trascina il lettore sin dalle prime pagine in un vortice di tensione e follia da cui è impossibile sottrarsi; si viene letteralmente soggiogati dalla ricostruzione graduale della prigionia di Samantha nel 'labirinto' di Bunny e man mano che riaffiorano nella sua memoria le efferatezze subite si aggiungono nuovi tasselli alla trama rendendola essa stessa un labirinto, in cui basta poco per perdersi tra vari anfratti, dubbi ed interrogativi che l'autore lascia volutamente sospesi. E quando finalmente sembra delinearsi l'epilogo della storia, Carrisi rimescola nuovamente tutte le carte in gioco disorientando definitivamente il lettore che si ritrova così catapultato in una storia parallela, in un altro luogo ed in un altro tempo, in cui la nuova vittima diventa Mila Vasquez, l'investigatrice specializzata nella ricerca delle persone scomparse e che molti ricorderanno come protagonista dei primi romanzi di Carrisi, Il Suggeritore e L'ipotesi del male.
Ecco, personalmente, seppur ritenendo estremamente coinvolgente la lettura di questo romanzo, ho poco apprezzato la scelta dell'autore di introdurre nel finale un collegamento con un probabile nuovo capitolo della serie del Suggeritore: mi sembra una scelta dettata da fini puramente commerciali che a mio parere sminuisce non poco la qualità dell'opera. L'uomo del labirinto rimane comunque un romanzo che non deluderà di certo le aspettative degli appassionati del genere.

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