Dettagli Recensione
Furio il mostro
“Si dice che molti uomini abbiano una seconda vita.
Io sono uno di loro.
Di sicuro sono pochi gli uomini che possono raccontarla.
Io sono uno di loro.
Il mio nome è Furio Guerri.”
Furio Guerri è un arrampicatore sociale, sa quel che vuole e fa di tutto per averlo, donne, soldi, carriera.
Ha sposato la più bella della classe, Elisa, la donna che tutti gli invidiano.
Lavora come rappresentante per un’azienda tipografica, e con il suo Duetto d’epoca, al quale non rinuncerebbe per niente al mondo, attraversa in lungo e largo tutta la Toscana per arrivare dai suoi clienti e raggiungere gli obiettivi che la sua azienda gli impone.
E’ il padre amorevole di Caterina, per la quale è sempre presente e disponibile.
Ma Furio Guerri è un mostro, due volte a settimana è seduto su una panchina a spiare le ragazzine adolescenti di una scuola superiore e tra tante si concentra su una in particolare. Per arrivare fino a lei seduce prima la sua insegnante di sostegno, e poi si iscrive a un sito porno, dove le ragazzine vendono foto del proprio corpo nudo per pochi euro o una ricarica al cellulare.
Per tutta la prima parte del libro il lettore si domanda se Furio Guerri sia uno stupratore o un serial killer, fino a quando , a un determinato punto del romanzo, passato e presente s’intrecciano e la storia si svela, con un climax che lascia senza respiro.
Il romanzo è narrato in prima persona dal protagonista, ed è il punto di vista tutto maschile di un femminicidio: i pensieri di un uomo, malato, ovviamente, che non potrebbe essere altrimenti, che crede che la donna sia un suo possesso e che compie azioni violente crudeli e indicibili contro di lei, delle quali sembra non rendersi conto, questa almeno è l’interpretazione di Simi.
Un romanzo a tinte gialle intenso e avvincente sia per il contenuto, quanto mai attuale, una delle innumerevoli tragedie familiari, sia per lo stile che ti cattura e non ti lascia più, fino all’ultima pagina, dove tutto torna alla perfezione, nonostante il voluto disorientamento iniziale, quando ancora il lettore non distingue la storia passata da quella presente e il nodo che le lega.
Anche questa storia conferma la bella e coinvolgente scrittura di Giampaolo Simi, sceneggiatore e soggettista toscano, che sapientemente rapisce il lettore e lo conduce esattamente dove vuole.





























