Cosmetica del nemico Cosmetica del nemico

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Mian88 Opinione inserita da Mian88    13 Gennaio, 2021
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Doppi volti

«Al mondo non c’è niente di più comprensibile dei volti, o meglio, di certi volti: un insieme di tratti e di sguardi che d’improvviso diventano sola realtà, l’enigma più importante dell’universo, che si guarda con sete e con fame, come se vi fosse inciso un messaggio supremo.»

Due corpi, due voci, due opposti che si attraggono come i poli di una calamita. Un aeroporto, una sala d’attesa, un volo in ritardo. Questi sono gli ingredienti che caratterizzano “Cosmetica del nemico”, opera di 102 pagine classe 2001, con cui Amélie Nothomb si ripropone ai suoi lettori con un titolo che ne ripresenta le caratteristiche peculiari e costanti negli altri precedenti scritti e che eppure se ne distanzia e compie quel passo in più.
Altra caratteristica da non sottovalutare è la capacità di esporre i fatti e di creare l’ossatura di un romanzo in quella che è apparentemente una staticità di fondo essendo le vicende interamente incentrate in un unico luogo e in una unica linea evolutiva dettata da un serrarsi ininterrotto di botta e risposta tra queste due persone incontrate per caso. O questo almeno siamo indotti a credere.
Eppure, già dopo le prime battute il lettore si rende conto che qualcosa non torna, che qualcosa sfugge alla sua vista, che qualcosa è oltre quel che legge e che vede e che per questo non può soffermarsi soltanto alla parola che ha davanti, deve entrare in simbiosi con il narrato. E lo fa, senza quasi rendersene conto.
Prima è colto dalla curiosità, poi è costretto a porsi domande perché la Nothomb solleva sempre questioni che toccano il profondo, infine è costretto a mettere in dubbio ogni certezza.

«E che paradosso: non era il criminale a essere ricercato, ma la vittima.»

E allora ha inizio il viaggio. Il viaggio nell’io, nell’introspezione più totale che però non si ferma a questo perché trova conferma nel reale, distrugge gli ormeggi, travalica i confini.
Ed è proprio nella dimensione del circostante che i toni un po’ macabri, la vicenda paradossale e bizzarra, la confessione che è come una morsa al cuore, i temi filosofi prendono forma e ritrovano i loro contorni. Non c’è possibilità di fuga, non c’è possibilità di salvezza. È quella follia che spiega la vita del quotidiano, è quella pazzia che spesso giustifica anche ciò a cui normalmente non riusciamo a dare giustificazione, è la colpa ingiustificata, ingiustificabile, impossibile da concepire, che ci viene sbattuta davanti. E quando ancora pensiamo di aver capito ecco che la narratrice ci sbatte in faccia la verità e ci porta a chiederci chi siamo veramente.

«Chi sei tu veramente? Che cosa hai fatto davvero? Sei proprio sicuro di quello che credi?»

Filosofia, psicologia, psicoanalisi. Un libro complesso, stratificato, forte, intriso di significati, con tante domande sottese e risposte non sempre piacevoli che ci fanno riflettere sulla duplicità umana e su quell’oscurità che è radicata nel profondo.

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Almaier Opinione inserita da Almaier    13 Agosto, 2020
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Brevissimo viaggio nella mente dell'autrice

Il primo approccio alla molto discussa autrice.
Libretto piccolo, breve.
Piccolo anche il setting e il cast: un corto cortometraggio. Al centro dell'obbiettivo un ritmico sc [!!! ]. Nonostante il meccanismo narrativo di fondo che disvela il giallo non sia una novità assoluta e si faccia intuibile relativamente presto, i botta e risposta tra i due personaggi sono ben congeniati e la tragedia che si consuma in un surreale palcoscenico ultra tempore è affascinante e trascina velocemente il lettore alle ultime righe (complice appunto l'esiguo numero di pagine). Sofisticata e ricercata, la vanitosa scrittura ammicca al lettore: può piacere oppure no, ma è difficile non affascini o intrighi almeno in po'. "Ma che problemai ha questo seccatore? Dove vuole arrivare? Cosa vuole da me? Ma chi e?!?!".
Per quanto mi riguarda, una piacevole scoperta, un piccolo prelibato assaggio da approfondire con qualche altro lavoro.
Richbar A.

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Martina S. Opinione inserita da Martina S.    01 Agosto, 2015
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"Io credo nel nemico"

“Le prove dell'esistenza del nemico interiore sono evidenti e quelle del suo potere schiaccianti. Credo nel nemico perché, tutti i giorni e tutte le notti, lo incontro sul mio cammino. Il nemico è quello che dall'interno distrugge tutto ciò che vale. È quello che ti mostra il disfacimento insito in ogni realtà. È quello che ti rivela la tua bassezza e quella dei tuoi amici. È quello che, in un giorno perfetto, troverà un'ottima ragione per torturarti. È quello che ti ispirerà il disgusto per te stesso. È quello che, quando scorgi il viso celeste di una sconosciuta, ti rivelerà la morte contenuta in tanta bellezza.”
Sala di attesa di un aeroporto. Un uomo sta leggendo per ingannare l’attesa, finchè qualcuno gli si avvicina, gli parla, ed è lì che inizia il suo incubo. Una trappola da cui non c’è uscita.
Di questo libro non so cosa dire se non che è assolutamente perfetto. E’ piuttosto breve (102 pagine) e l’ho divorato in un’ora, incapace di staccarmi. Tutta la faccenda si svolge in questa sala d’attesa di un aeroporto, dando una sensazione ancora più intima e realistica. Il finale è decisamente un colpo di scena e direi che è proprio la fine a renderlo così interessante.

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mia77 Opinione inserita da mia77    05 Luglio, 2014
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Cosmetica del nemico di Amélie Nothomb

Strana e affascinante storia di un paranoico quarantenne, alle prese con un incontro inaspettato, che gli cambierà la vita (in tutti i sensi).
Il romanzo è un dialogo fra i due (?) protagonisti sull’impossibilità dell’amore, dove un uomo brutto e cattivo (il lupo cattivo?) ama di una amore delirante una donna irraggiungibile.
E’ il primo romanzo che leggo di questa strana, ma acuta e intelligente scrittrice, che ho tutta l’intenzione di conoscere a fondo. Quest’autrice mi ha catturata, intrappolandomi nella sua tela e coinvolgendomi in una storia strana, agghiacciante e incalzante, che sembra un po’ un’allucinazione. Vedendo una sua immagine online, nell’aspetto mi ricorda molto la bravissima attrice Helena Bonham Carter, che mi ha sempre affascinata molto.
Il romanzo ci aiuta a capire che ognuno di noi, anche il più puro, condivide la sua vita con un nemico sconosciuto, che si nasconde dentro di noi. Un demone che ci aspetta acquattato nella nostra mente e nel nostro cuore, per poter fuoriuscire e dare il peggio di sé. Sta a noi non negarne l’esistenza, ma accettarlo e tenerlo mansueto, cercare di dominarlo e non lasciarlo agire a ruota libera. Il nemico più terribile e malvagio non è fuori da sé, ma dentro!
Bello, affascinate, interessante, lo consiglio.

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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    03 Aprile, 2013
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Gli hot dog di boulevard de Ménilmontant

C'è sicuramente del buono in questo romanzo della Nothomb, costruito su dialoghi serrati e farcito, soprattutto all'inizio, di battute politicamente scorrette e ironia demenziale.
Lo stile asciutto e tagliente di certe frasi somiglia a quello dei “Racconti del terrore” di Edgar Allan Poe, e la stessa figura ambigua del protagonista ricorda per certi versi lo scrittore americano.
Eppure qualcosa non mi ha convinto. In meno di ottanta pagine mi aspettavo solo il concentrato del meglio all'ennesima potenza, invece accanto a frasi mordaci spuntano banalità che smorzano tutto l'effetto, forse difficili da evitare in una narrazione “botta e risposta” senza capitoli né paragrafi. Ma tant'è.
L'opera a mio parere meritava maggiore attenzione nelle rifiniture, non l'ho trovata abbastanza ben congegnata per essere un thriller degno di questo nome. La trama poi è un po' stiracchiata, al limite del dilettantesco, oltre che poco originale.
A salvare la forza del libro è un certo gusto per l'eccentrico sempre in agguato: esistono davvero gli hot dog di boulevard de Ménilmontant, vicino al cimitero del Père-Lachaise, a cui non si può proprio rinunciare, a rischio di perdere di vista l'amore della propria vita?
E ancora: siamo sicuri di non avere dentro di noi quella “forza oscura” che potrebbe persino indurci a mangiare vomitevole pappa per gatti?
Queste e altre domande di “abissale profondità”, che più di un lettore si sarà probabilmente posto, rendono comunque il romanzo degno di essere letto.

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Lady Libro Opinione inserita da Lady Libro    22 Marzo, 2013
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L'Io e l'Es

Posso dirlo con assoluta certezza: questo è il libro più inquietante di Amelie Nothomb che io abbia mai letto, oltre che, a mio parere, uno dei suoi più belli.
Fidatevi di questa affermazione: parla una che ha letto quindici libri scritti da questa donna dalla pazza ed inesauribile fantasia.
Ebbene, perché reputo il romanzo come tale? Semplicemente perché è reale.
Anche se è scritto con i toni macabri, bizzarri, filosofici e contorti che contraddistinguono l’autrice, era da tempo che non sentivo sulla pelle una realtà, una verità così schiacciante e dura da accettare, tanto da essere sepolta nei meandri più intimi e profondi dell’anima umana, con la speranza di dimenticarla.
E il protagonista di quest’opera, bloccato in un aeroporto e costretto suo malgrado ad ascoltare un chiacchierone rompiscatole, che ben presto si rivelerà in tutta la sua oscurità interiore, si accorgerà del male ormai compiuto e che si annida al suo interno, proprio grazie al suo indesiderato compagno di logos.
La follia che spiega la vita.
La pazzia che giustifica tutto.
La vergogna e il senso di colpa che occultano il male.
L’incapacità di ammettere una colpa.
Ecco in cosa consistono il linguaggio e lo stile di “Cosmetica del nemico”.
Con continui e volutamente disgustosi colpi di scena che esplodono a ripetizione come dinamite sparsa ovunque, dialoghi serrati che avvolgono nelle spire della malvagità e della pura perversione come tentacoli di una piovra gigante, in aggiunta ad un vortice di confusione e analisi psicologica dell’animo umano, questo libro è un invito alla riflessione della propria personalità, uno specchio che riflette l’anima e non il corpo.
“Chi sei tu veramente? Che cosa hai fatto davvero? Sei proprio sicuro di quello che credi?”. Sono queste le domande che il romanzo pone indirettamente al lettore.
E’ una feroce battaglia tra i desideri e le pulsioni dell’Es dominati a fatica dall’Io.
Se Freud avesse letto questo libro, avrebbe senz’altro stretto la mano a quella dea della Nothomb.
Da leggere senz’altro se non si ha paura della verità, dell’orrore, e della duplicità umana, ma soprattutto del particolarissimo stile di Amelie.

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kobe Opinione inserita da kobe    30 Agosto, 2012
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E il tuo nemico qual è?

Alla fine sono capitolato anche io e ho ceduto al fascino della Nothomb. E ne sono ben lieto. Sì perché questo breve racconto che si svolge in una sala d’attesa di un aeroporto è costruito magistralmente sia nella forma (esclusivamente dialoghi) sia nei contenuti.
Un volo in ritardo, un uomo che aspetta e uno sconosciuto che gli si siede accanto e lo assilla con il racconto della propria vita. Il primo ha solo voglia di starsene in santa pace, il secondo deve per forza confessarsi. Nemmeno tapparsi le orecchie servirà a far tacere quell’uomo, non c’è modo di non ascoltare quello che ha da dire. E alla fine…beh la fine è davvero un colpo di scena! Non si può dire di più, il rischio è di rovinare questo breve, ma intenso viaggio.
Il tema è assolutamente serio, ma devo ammettere che, un po' per la situazione un po' anche per alcune freddure, a tratti mi ha addirittura fatto pensare ad Alex e Franz, seduti su una panchina con Franz intento a leggere il giornale e Alex che lo martella con discorsi assurdi!

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silvia71 Opinione inserita da silvia71    11 Gennaio, 2012
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Un mistero chiamato Uomo

Una lettura alla cui brevità fa da contraltare una intensità raramente riscontrabile in letteratura; questa è la dote stilistica che fa brillare l'autrice.
Uno spunto narrativo geniale dà i natali a questo racconto, che prende le mosse con un passo lento e calibrato per trasformarsi in una corsa affannosa.
Acuta, mirata, professionale l'analisi del personaggio, abilmente disegnato pagina dopo pagina da questa penna originale.
E' un libro di cui occorre dire il meno possibile per non rovinarne il cuore segreto; è un libro che va gustato abbandonandosi completamente a lui; è un libro che sa regalarti delle sensazioni forti; è un libro che sa destabilizzarti; è un libro che mette a nudo l'ANIMO UMANO.
L'autrice affida alle capacità del lettore la possibilità di andare al di là della vicenda narrata, giungendo a riflettere sull'immensità e sulla complessità della mente umana.
Chi è l'immagine che vediamo riflessa allo specchio alla mattina? Siamo sicuri di conoscere noi stessi fino in fondo? Questi sono i primi quesiti che il lettore si porrà e a cui, dandosi risposta, verrà percorso da un brivido sottile.
La bellezza del testo sta proprio nella diversità di reazioni provocata in ciascun lettore in base alla personale sensibilità emotiva e introspettiva.
Un racconto pienamente riuscito sia sul piano del costrutto narrativo sia nell'intento di arrivare imprevisto e bruciante come uno schiaffo sul lettore.
L'incontro con la Nothomb si è rivelato piacevole e intrigante, ricco di contenuto ed elettrizzante.

Buona lettura

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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    30 Novembre, 2011
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Ognuno ha il criminale che merita.

DALLA COOPERAZIONE DI : c.u.b. e lucabettin.
UN ROMANZO LETTO A QUATTRO OCCHI .
UN ROMANZO RECENSITO A QUATTRO MANI.

La staticita' è apparente.
L'immobilità dei corpi si schianta nella frenetica danza di pensieri e ragionamenti.
Due opposti che si attraggono e confluiscono nella sucessione degli eventi.
Un aeroporto. Una sala d'attesa. Un volo in ritardo. Due persone. Un rimbalzo lungo 102 pagine. Questa l'ossatura del romanzo.
Noioso pensera' qualcuno, succede nulla. Invece accade di TUTTO.
No, non c'e' noia qui. Si incolla alle mani questo romanzo. Si insinua negli occhi. Si insidia nel tuo cassetto della curiosita', fino ad intaccare le tue certezze.
Ti pone interrogativi dei quali, immediatamente, ti vergogni.
Costringe due persone semisconosciute, che se lo ritrovano per le mani contemporaneamente, a cenare sul divano con la forchetta in una mano e il libro nell'altra.
Vorrebbero intervenire, vorrebbero entrare di prepotenza nei dialoghi, dire la loro, partecipare.
Partono da spettatori, poi, folgorati, riflettono: per caso sta parlando con noi? Questa e' il traguardo, questa e' la vittoria. Vittoria appagante per lo scrittore, vittoria appagante per il lettore.
Non esistono ruoli, non esitono flussi a senso unico, non esistono direzioni obbligate o divieti.
Non c'e' noia in questa staticita', è, al contrario, l'apoteosi del movimento. E' un ballo che non conosci, che affronti con diffidenza, del quale devi imparate i passi. Alla fine ti travolge.
Qui, fermi su queste sedie, succede di tutto.
Un uomo d'affari bloccato in sala d'attesa.
Uno sconosciuto si avvicina, comincia a parlargli.
Il primo vuole andarsene, il secondo non glielo permettera'.
Credi di avere capito tutto, non hai capito nulla.
Credi di sapere, non sai.
Credi di non voler parlare, parli.
Credi di non voler ascoltare, hai le orecchie aperte.
L'autrice scrive in maniera semplice, pulita, ti porta dove vuole. Qualche pagina e non capisci piu' chi e' piu' pazzo di chi.
E' diretta. Un'autostrada senza curve, senza salite, senza limiti di velocità. Una volta partiti è più rischioso fermarsi che affrontare il viaggio a tutta velocità.
Nascondi la metafora. Appoggia il coltello, si puo' uccidere anche senza armi.
Quali sono i limiti della mente umana ?
Quante sono le potenzialita' della mente umana ?
Che criminale siamo, che criminali incontriamo ogni giorno ?
Quale e' la cosmetica del tuo crimine ?
Sei assassino o assassinato ?
Vittima o carnefice?
"...Quell'istante sono io. "
Quell'istante siamo noi, soltanto che la Nothomb lo capisce prima.

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    09 Mag, 2011
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Il cosmetico mondo di Amèlie

Chissà a quanti è capitato,in aeroporto, dopo gli interminabili controlli,di dirigersi nell'area partenze per scoprire che il proprio volo subivaun notevole ritardo: "dannazione!"Che situazione frustrante è quella didover aspettare per ore il tuo volo, ma questa condizione può precipitare se in sala d'attesa ci imbattiamo in uno scocciatore, uno di quei tipi,petulanti,
assillanti che non smette mai di reccontare sè stesso, che non capisce o fa finta di non capire di essere inopportuno, importuno:un rompiscatole patentato!
Ebbene a Jèrome Angust, uomo d'affari parigino in partenza per Barcellona per concludere un affare capita,per sua grande sfortuna, d'imbattersi in Texel Textor,
un olandese sfaccendato che dapprima lo annoia a morte con la storia della sua infanzia,dei suoi spuntini fatti mangiando le scatolette di cibo per gatti, fino a rivelargli,
al culmine di una pazzesca confessione, di essere uno stupratore ed un assassino, ma i
colpi di scena, a questo punto della forzata conoscenza fra i due passeggeri, sono appena iniziati.Perchè? Perchè Texel Textor agisce socondo una cosmetica rigorosa.Che cosa è la cosmetica? Ve lo illustrerà soprendendovi Amèlie Nothomb in questo piccolo capolavoro, io vi rivelo solo che se state pensando a creme,trucchi,maschere e matite per rispondere a tale interrogativo siete fuori strada. E' una questione giansenistica!
di Luigi De Rosa

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The Waackest! Opinione inserita da The Waackest!    09 Agosto, 2010
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Amélie

L'impostazione del romanzo è molto semplice, una sorta di tesi-antitesi-sintesi ma i contenuti sono forse quanto di più profondo e intimo si possa concepire. Con la consueta ironia e l'uso sempre spassoso di nomi eccentrici, Amélie incastra il lettore sin dalla prima pagina nel mondo da lei descritto, abitudinario, quotidiano, famigliare a chiunque, ma con qualcosa in più: tutto è dove deve essere, nulla è lasciato al caso e niente è come sembra.

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Mara Opinione inserita da Mara    22 Dicembre, 2008
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"Io credo nel nemico. Le prove dell'esistenza di Dio sono deboli e bizantine, le prove del suo potere ancora più inconsistenti.
Le prove dell'esistenza del nemico interiore sono evidenti e quelle del suo potere schiaccianti. Credo nel nemico perché, tutti i giorni e tutte le notti, lo incontro sul mio cammino.
Il nemico è quello che dall'interno distrugge tutto ciò che vale. E' quello che ti mostra il disfacimento insito in ogni realtà. E' quello che ti rivela la tua bassezza e quella dei tuoi amici.
E' quello che, in un giorno perfetto, troverà un'ottima ragione per torturarti. E' quello che ti ispirerà il disgusto per te stesso.
E' quello che, quando scorgi il viso celeste di una sconosciuta, ti rivelerà la morte contenuta in tanta bellezza."

In questo breve passo, è racchiusa, per me, l'essenza del libro. Emerge la natura dell'uomo, all'interno del quale convivono due tendenze comportamentali, una volta al bene, l'altra al male, in continuo contrasto tra di loro, per il dominio dell'individuo.
Buona lettura:)

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