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La solitudine dei numeri primi
 
La solitudine dei numeri primi 2010-10-29 08:00:14 sil-ver
Voto medio 
 
1.8
Stile 
 
1.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
sil-ver Opinione inserita da sil-ver    29 Ottobre, 2010
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Curiosità punita

Non l'ho letto appena uscito e mi sono fatto convincere da alcune recensioni, quelle ufficiali, la cui obbiettività evidentemente lascia a desiderare.
Ho trovato lo stile piuttosto puerile, mentre la dichiarata (vedi intervista all'autore) evoluzione del linguaggio del testo come dei personaggi non è avvertibile se non nel passaggio dell'espressione dal livello di un banale tema di biennio a quello di un esame di maturità.
Trovo pretenzioso inoltre definire il libro un Bildungsroman e sono d'accordo con molti lettori che in Qlibri l'hanno messo in evidenza perché mi hanno confermato che la mia delusione non fosse solitaria: non capisco in cosa i personaggi del romanzo crescerebbero. Non mi pare vi sai una vera maturazione né intima né comportamentale.
Troppi elementi narrativi (personaggi, storie, situazioni) sono disseminati qua e là e lasciati morire dopo appena un cenno che può riempire poche righe come alcune pagine che tuttavia restano a fare il morto sul pelo dell'acqua.
Non nascondo che l'idea della totale incapacità comunicativa è intrigante e, assieme alla scorrevolezza dei primi capitoli e ad un'indubbia efficacia del lancio promozionale, può tenere incollato il lettore nella speranza (vana) che le aspettative vengano esaudite.
Anche l'attrattiva del romanzo introspettivo viene disattesa: stilisticamente essa si esaurisce nella creazione di scene, situazioni, quasi aneddoti che rimangono fluttuanti e poche connessioni creano tra loro e con i filoni portanti della trama. L'introspezione vera dei personaggi è così demandata a pezzi di dialoghi, atteggiamenti che non vengono mai analizzati o evidenziati nemmeno emotivamente attraverso uno stile efficace e tutte le battaglie interiori, i dissidi rimangono inesplorati come se ai personaggi in realtà importasse poco o nulla, interessati a farsi attraversare dalla vita passivamente e soprattutto superficialmente. Forse, in questo, rivedo alcuni atteggiamenti di una buona porzione della gioventù odierna e per quest'unica caratteristica (se nelle intenzioni dell'autore) il romanzo può essere apprezzabile.

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bella recensione io per la rabbia di quanto non mi è piaciuto sono stata troppo stringata e superficiale
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