Dettagli Recensione

 
La battuta perfetta
 
La battuta perfetta 2011-07-21 10:50:20 ahab
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
ahab Opinione inserita da ahab    21 Luglio, 2011
Top 500 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

La battuta perfetta

Il romanzo di Carlo D’Amicis è strutturato in due parti, due lunghe lettere che il narratore scrive prima a suo padre, poi a suo figlio. La lettura procede come quella di un diario, e di questo ne coglie tutta l’intimità, vuoi anche per l’uso ricorrente delle parole 'padre' e 'figlio', usate per rivolgersi ai presunti destinatari. Lettere che forse nessuno mai aprirà, perché destinate non ad altri ma a se stesso, a Canio Spinato, protagonista e narratore del racconto.
La storia si svolge in gran parte a Matera, dove la rappresentazione cinematografica della crocifissione del Cristo di Pasolini, evento che sembra essere storicamente fine e inizio della città stessa, cattura l’attenzione di tutti. E dove un dialetto, profondo e mai fuori posto, traccia sentimenti genuini e spontanei (spesso anche repressi).
Attraverso la vita di Canio si svolge anche quella del padre, prima, e del figlio, dopo; ma, soprattutto, si traccia la vita di tutta una società italiana che cresce, passando dagli anni ’50 fino ad… oggi, perdendo innocenza e pudore. Motore di questo cambiamento, proposto da Carlo D’Amicis come aspetto involutivo dell’intero arco temporale, è la televisione. Necessariamente educativa nei primi anni, procreatrice, fautrice e idolatra del 'mercato' in seguito.
La ricerca (velata d’innocenza) di Canio è quella del bene, una ricerca però distorta da un’ingannevole realtà che gli viene rimandata dal tubo catodico televisivo. Il bene, per Canio, si confonde con la felicità, e la felicità, a sua volta, con la risata. Di qui la ricerca assillante della battuta perfetta, ricerca che concede al lettore quasi degli intervalli costituiti da barzellette (esilaranti, a dire la verità) che assumono all’interno del libro, però, un carattere grottesco, se non proprio amaro.
Lo stile è molto ricercato, con continue metafore che prendono spunto da ogni possibile accadimento o cosa osservata dal narratore. Forse l’estrema ricercatezza dello stile è, allo stesso tempo, un punto di vantaggio e di debolezza dell’opera, obbligando il lettore a rallentare il ritmo di lettura. Ma c’è chi, come me, trova questo un piacere.
Il finale, evocativo, spinge l’immaginazione del lettore a raffigurarsi la scena con cui si chiude il libro, scena che probabilmente alcuni lettori considereranno minore rispetto alla narrazione, ma che acquista un suo significato se solo si considera che si è di fronte a un diario oltre che a un racconto.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Il tempo materiale, di Giorgio Vasta
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

L'orizzonte della notte
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
Five survive
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Compleanno di sangue
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
La prigione
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Day
Day
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Morte nel chiostro
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Pesci piccoli
Valutazione Utenti
 
4.1 (4)
Cause innaturali
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tutti i particolari in cronaca
Valutazione Utenti
 
3.9 (3)
Dare la vita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
L'età fragile
Valutazione Utenti
 
3.2 (3)
Il rumore delle cose nuove
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Il nostro grande niente
Cuore nero
L'età fragile
Il rumore delle cose nuove
Vieni tu giorno nella notte
Giù nella valle
Abel
Il vento soffia dove vuole
La collana di cristallo
Romanzo senza umani
Resisti, cuore
La cerimonia dell'addio
La ricreazione è finita
Grande meraviglia
Le altalene
Rosso di fiamma danzante