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La solitudine dei numeri primi
 
La solitudine dei numeri primi 2008-10-09 03:24:54 Lucia
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Opinione inserita da Lucia    09 Ottobre, 2008

I contorni sfumati della realtà

Ho letto questo libro in 3- 4 giorni e mi ha coinvolta tantissimo...solo oggi, con mio grande stupore, ho visto alcune recensioni, molte delle quali danno giudizi molto negativi... il primo istinto è stato quello di mettere in dubbio il mio metro di giudizio...ma non sarebbe giusto, dopotutto ciò che la lettura di un libro ti lascia dentro è una cosa troppo soggettiva per dire "hai ragione" o "stai sbagliando"... posso dire solo che trama, stile e immagini, dentro di me, si fondono in modo da tenermi inchiodata al libro...spazio da un genere all'altro, sono abituata da sempre a leggere di tutto e a non ricondurre nulla a una corrente, a un genere...considero tutto in modo assoluto, secondo quello che trasmette a livello di emozioni, di sensazioni...e di questo libro ho amato i contorni sfumati...non sempre l'autore è obbligato a dire tutto... l'onniscienza è irreale...le persone e le loro situazioni ci passano accanto, ci sfiorano e, anche se possiamo seguirle in varie fasi della loro esistenza, non sapremo mai in modo esaustivo ogni dettaglio, come se fossero nati nella nostra mente...i contorni sfumati creano un'atmofera rarefatta, una coltre di nebbia che nasconde e lascia vedere solo le sagome di tutto ciò che sta intorno al mondo interiore dei protagonisti. Alice e Mattia, i numeri primi "gemelli": 1 e 3, 11 e 13, così vicini, ma troppo lontani per toccarsi. E' una metafora della decadenza, il trionfo dell'antieroe, dell'idiota...non sono casi limite, preferisco considerarli simbolo dell'alienazione, dell'incomunicabilità... non sono un'anoressica e un autolesionista: la loro psiche è uno specchio che riflette un'immagine che non è deformata, ma pura, assoluta, spogliata da ogni attenuante, da ogni edulcorazione, da ogni giustificazione. Pura come un numero..il ricorso al linguaggio della matematica non è uno sfoggio di erudizione di P. Giordano, è una chiave di lettura, un modo di interpretare la realtà, quando le parole e le immagini hanno già detto tutto.

E non importa se chiudi il libro con la sensazione che non si è risolto nulla. La vita continua al di là delle pagine, non è e non può essere rinchiusa fra le pagine di un libro. Qualcuno parla di "messaggio morale"...ma ho la sensazione che la letteratura di oggi sia andata da un po' al di là degli intenti didascalico- morali...

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