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La variante di Luneburg
 
La variante di Luneburg 2014-02-08 22:12:52 Rollo Tommasi
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    09 Febbraio, 2014
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L'incognita umana

Dieter Frisch è un distinto signore sessantottenne a cui non manca nulla: imprenditore milionario, proprietario di una villa con annesso parco e riserva di caccia, sposato ad una ricca ereditiera, padre di quattro figli inseriti nell'alta società...
Perché, allora, in un sabato uguale agli altri, si toglie la vita? Perché si spara in bocca, con la pistola regolarmente detenuta, proprio al centro del labirinto della sua villa? E cosa significa quel cencio aperto sul tavolo del suo studio, a raffigurare una malconcia scacchiera sormontata da grezze pedine su cui sono stati malamente disegnati i pezzi degli scacchi? Perché proprio quella, tra decine di scacchiere pregiate che il dottor Frisch colleziona in ragione della sua passione per quel gioco?

Per il suo ammirevole esordio, il goriziano Paolo Maurensig (cinquantenne all'epoca della pubblicazione del libro) sceglie di partire dalla fine. E di ricostruire a ritroso quella storia che rappresenta uno dei migliori esordi nella letteratura italiana recente.
Evitando di tornare sulla trama – ricostruita nelle precedenti recensioni – il punto di forza della storia è nella sua costruzione. E' come se Maurensig abbia adottato lo schema di una equazione a tre incognite (x, y, z):
X è il già descritto dottor Frisch, che ogni venerdì compie il viaggio di ritorno in treno da Monaco, dove ha sede la sua società, a Vienna, dove vive;
Y, in ordine di apparizione, è un ragazzo all'apparenza insignificante, Hans, che un venerdì sera, inaspettatamente, si accomoda nello scompartimento del dottor Frisch, per compiere con lui quel viaggio di ritorno e, alla prima occasione, poter raccontare la storia della propria passione per gli scacchi (tale da determinare i vari alti e bassi della sua giovane vita);
Z è Tabori, il vecchio conoscitore del gioco degli scacchi che emerge, con tutti i suoi misteri, dalla storia narrata da Hans (Y) al dottor Frisch (X).
Per quasi due terzi del libro, “La variante di Luneburg” si svolge nello scompartimento di un treno, chiarendo esattamente il rapporto tra X e Y (il primo è l'appassionato degli scacchi il quale ascolta la storia che sull'argomento ha da raccontare il secondo) e tra Y e Z (il primo è il ragazzo conquistato da quel gioco che trova nel secondo il grande maestro che gliene tramanderà segreti e pericoli, rendendolo un grande interprete dello stesso). A pochi chilometri dall'arrivo del treno a Vienna, il racconto del giovane Hans termina nell'affermazione del dottor Frisch – allo stesso tempo, perentoria e quasi rassegnata – che svela come egli abbia finalmente capito di essere il reale protagonista del racconto, sebbene il ragazzo sia stato accortissimo a non farne mai il nome; il bello è che il lettore non ha minimamente in mano il filo della complessiva storia, giacché il rapporto tra X e Z è rimasto del tutto in ombra.
Nell'ultimo terzo del romanzo, inizia un altro racconto, quella di Tabori (l'incognita Z), che da io onnisciente diviene io narrante, e ricorda di se stesso bambino, e di come il gioco degli scacchi, presente nel suo destino, abbia dannato la sua vita.
Così l'equazione si completa e si chiarisce, e nel termine opposto (quello dopo il segno 'uguale') appare definitivamente il risultato della stessa: “vita” o “morte”, a seconda di come piaccia intenderlo al lettore.
Una struttura narrativa come quella appena illustrata è un vero e proprio gioiello, da far studiare a chi aspira a diventare scrittore. Ed è accompagnata da uno stile che, seppure ridondante nel soffermarsi su determinati stati d'animo, è sicuramente all'altezza del risultato.
Non è, invece, un libro per conoscere gli scacchi: da questo gioco – uno dei più intelligenti (e, a suo modo, cruenti) inventati dall'uomo – Maurensig ha tratto gli aspetti più “teatrali”, allo scopo di accrescere il pathos del romanzo. Semmai va detto che il suo ultimo libro, “L'arcangelo degli scacchi” (biografia romanzata del geniale campione Paul Morphy), contiene un ritratto del gioco più aderente alle sue reali dinamiche.
E' evidente, in ogni caso, che Maurensig conosce il gioco e ne percepisce il fascino... come accade a chiunque (pur quando non sia un giocatore provetto) se ne lasci conquistare.

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Commenti

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Curiosa quest'analogia con l'equazione a tre incognite. Ma è una cosa inserita anche nel libro?
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Rollo Tommasi
09 Febbraio, 2014
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No, è una cosa che mi è venuta in mente rileggendo il libro, giacché alla prima lettura non avevo ben colto tutte le relazioni. Questo proprio perché avevo approcciato al romanzo come ad ogni altro, mentre l'autore l'ha concepito con una struttura davvero unica, e a suo modo spettacolare.
Se poi la mia similitudine con le equazioni sia corretta anche da un punto di vista matematico, non me lo chiedere: la matematica, di solito, mi guarda con sospetto :)
C'è di vero, però, che negli scacchi c'è molta matematica...
Uno dei romanzi più inquietanti che mi sia capitato di leggere! Bellissimo e terribile. Difficilissimo recensirlo! Trovo che la prospettiva da cui hai scelto di analizzare l'opera sia davvero interessante. Complimenti! Domitilla.
bella analisi, Rollo!
è un testo davvero affascinante, personalmente mi ha colpito molto...
(odio equazioni e operazioni matematiche :-), ma il tuo accostamento è azzeccato e originale)
In risposta ad un precedente commento
Rollo Tommasi
10 Febbraio, 2014
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Ti ringrazio. Sono d'accordo con te: è un libro molto particolare. Prima di scriverne ho visto chi l'ha messo tra i suoi favoriti, e ho notato che ci sei anche tu. Ciao.
In risposta ad un precedente commento
Rollo Tommasi
10 Febbraio, 2014
Ultimo aggiornamento:
10 Febbraio, 2014
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Grazie per l'apprezzamento, Domitilla. Io lo trovai difficile persino da leggere, nel senso che ricordo di non averlo capito così bene come dopo una successiva lettura. Così, nel recensirlo, ho messo l'accento sulla sua struttura: è quella, credo, a disorientare in un primo momento, ma a farti rendere conto successivamente che si è di fronte ad un capolavoro, o qualcosa del genere.
Mi fa piacere, in ogni caso, scoprire così tanti fan del libro che condividono il mio entusiasmo per esso. Ciao.
siti
10 Dicembre, 2014
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Bel commento.Ora son proprio curiosa di scoprire le relazione tra questo libro e quello di Zweig.
Un saluto
Laura
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