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La solitudine dei numeri primi
 
La solitudine dei numeri primi 2014-05-12 08:10:12 F.Angeli
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
F.Angeli Opinione inserita da F.Angeli    12 Mag, 2014
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IL DRAMMA DELLA SOLITUDINE

Raccontare una storia che tocchi le corde del cuore e che resti impressa nei ricordi di chi la legge non è cosa da poco: Paolo Giordano è riuscito nel suo esordio a dare vita a un libro con la L maiuscola, degno del premio strega che ha vinto. Le storie drammatiche di Mattia e Alice danno luogo a un senso di morbosa curiosità di conoscere l'andamento della storia e allo stesso tempo di avversione a concluderlo, la storia riesce a coinvolgere tanto da leggerla più lentamente.
Ogni capitolo è segnato da un particolare evento, quasi sempre drammatico, dando forma a una realtà purtroppo molto verosimile; nel libro vengono trattati temi come l'anoressia, l'autolesionismo,
il bullismo (la scena della caramella è davvero forte), l'accettazione dell'omosessualità e ovviamente la solitudine, che non è relativa solo ai protagonisti, anche i personaggi che interagiscono con loro convivono con questo problema, Denis a causa della sua omosessualità, Fabio e Nadia per il rapporto sentimentale sofferente che vivono con i due protagonisti. Il tutto viene plasmato in un'ambientazione che viene descritta secondo le percezioni dei personaggi presenti (un foglio di carta secondo il punto di vista di Mattia è uno strumento affilato per infliggersi lesioni).
Un libro che in cui i protagonisti sono abbastanza diversi da noi, ma con cui soffriamo e compiangiamo le sventure delle loro condizioni, i loro allontanamenti dalle persone e i loro disagi emotivi.

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Ci vuole una certa maturità per comprendere pienamente e apprezzare il libro, se non la si ha potrebbe non piacere.
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Commenti

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Ho letto il libro alcuni anni fa. L'impressione che mi ha lasciato è di un romanzo qualitativamente disomogeneo: molto bella la prima parte; non sempre all'altezza il resto.
Che cosa ne pensi?
Sì ho notato anch'io qualcosa del genere. Ho letto il libro due volte: la prima ho notato questa disomogeneità in maniera molto forte, la seconda molto meno, ho pensato solo che al libro mancasse qualcosa nella parte centrale e quella finale. Probabilmente io ho avvertito un forte senso di squilibrio la prima volta perché mi immaginavo un andamento delle vicende molto diverso, poi conoscendo la storia non è accaduta la stessa cosa rileggendo il romanzo. Forse tutto ciò è dovuto al fatto che Giordano non ha programmato la storia dall'inizio alla fine, in una sua intervista se non sbaglio ha dichiarato che passavano mesi tra una parte e l'altra del libro, pensando nel frattempo a cosa sarebbe successo ai protagonisti.
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