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Elias Portolu
 
Elias Portolu 2015-01-07 08:33:53 silvia t
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
silvia t Opinione inserita da silvia t    07 Gennaio, 2015
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Elias Portolou

Un modo piccolo circondato dal mare, un mondo sicuro, in antitesi con un continente cattivo, pregno di pericoli.
Un'isola in cui purificarsi, un mondo al di là del mare dove marcire e quasi da non nominare.
Si respira un'atmosfera lontana in “Elias Portolou”, fatta di scarpe rotte, di montagne insidiose, di natura maligna, ma di sentimenti profondi e devastanti.
La Deledda descrive i personaggi in modo da renderli quasi vivi di fronte ai nostri occhi, regalando loro una forza espressiva degna di un film.
Ciò che colpisce al di là dello stile moderno ed asciutto è la capacità di suggerire, attraverso azioni e non descrizioni, gli stati d'animo, la vicenda e gli sconvolgimenti interiori sia di Elias, protagonista indiscusso e foriero della tematica principale, ma anche dei comprimari, riuscendo così in un'intricata trama fatta di numerosi fili a definire in modo perfetto il microcosmo in cui la vicenda si svolge.
La natura si pone come sfondo di questo teatro, in cui gli attori recitano la loro opera e se Elias è la rappresentazione dell'irruenza e della colpa, della forza di volontà sconfitta dalla passione, Maddalena, sposa di suo fratello, diviene a tratti la vittima e a tratti la tentatrice, la pura “colomba” e la peccatrice.
Il punto di vista, pur rimanendo sempre neutro, poiché la Deledda non si erige mai a giudice, si limita a descrivere, con dovizia di particolari, una realtà possibile, viene cambiato di continuo e Elias genera pietà, rabbia, compassione.
Elias pecca e poi si confessa, Elias promette e non mantiene, Elias genera e non accudisce.
Se ci si ferma al piano narrativo senza dubbio non si riesce ad apprezzare fino in fondo quello che è questo romanzo ed io stessa appena concluso, ho provato una delusione; troppo semplice, troppo veloce, ma poi, col passare dei giorni, quei personaggi, quei luoghi arrampicati su rocce scoscese, riaffiorano, quei turbamenti dell'animo divengono propri e tutto assume un senso più profondo e la vicenda trascende le pagine materiali del libro per diventare essenza di un tempo e di un luogo che a suo volta diviene essenza dell'umano sentire.
Elias diviene la Sardegna e poi il mondo intero; la Deledda si fa portavoce di un disagio universale ed è per questo che pur rifacendosi al verismo di Verga e della Serao se ne discosta, perché racconta un'epoca, descrive ciò che davvero esiste, ma non si limita a questo, riesce in un modo quasi magico a far respirare le emozioni, generando nel lettore un'empatia che porta a soffrire con i personaggi, non solo durante la lettura, ma anche dopo.
Lo stile, come accennato è moderno e minimalista, l'intensità del lessico rende la lettura non sempre scorrevole e le tematiche trattate spesso sono esasperate, ma non si deve far l'errore di scindere gli elementi che compongono il romanzo, perché essi se analizzati singolarmente appaiono ridondanti e e eccessivi, la maestria della Deledda sta tutta nel creare un'alchimia tale da rendere il tutto un prodotto di strepitosa intensità evocativa.

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Commenti

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Bellissima analisi, bella recensione. Non ho mai letto nulla della Deledda, ma con le tue recensioni mi stai invitando alla lettura.
Complimenti, grazie.
Riccardo
Complimenti, Silvia, per la sensibilità e l'acutezza della bella analisi.
Bellissimo commento Silvia, analizzi in modo approfondito e coerente gli scritti di questa autrice che, in questo periodo, è in cima alle tue letture.... Rimango sempre colpita piacevolmente dalla passione che certe letture scatenano in noi lettori.... (e tu sei una lettrice con i fiocchi!)
siti
07 Gennaio, 2015
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Brava Silvia, hai colto l'essenza senza rinnegare una prima delusione, umana. Dici bene, secondo me, quando rifletti su quanto lascia una lettura in termini di apporto culturale più che di mero piacere. I valori universali rappresentati nelle diverse sfumature...che bellezza!!
Non ti nego poi il piacere di vedere le edizioni Il maestrale nelle pagine di questo portale e con esse la mia Sardegna.
Bellissima analisi, approfondita. Un invito alla lettura.
In risposta ad un precedente commento
silvia t
08 Gennaio, 2015
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La Deledda ha un tipo di scrittura che è come un seme, almeno per me così è stato. infatti dicevo pochi giorni fa a Silvia che non ero molto convinta mentre lei ne era entusiasta.
che dire...aveva come al solito ragione lei :-)
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