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Il giorno della civetta
 
Il giorno della civetta 2015-02-24 14:23:39 enricocaramuscio
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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    24 Febbraio, 2015
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Un muro invalicabile

Nell'Italia del secondo dopoguerra si sentono ancora forti gli strascichi del regime fascista e della resistenza. Non fa eccezione la Sicilia dove, da un lato, il ricordo del prefetto Mori è ancora vivo e divide gli animi, mentre dall'altro chiunque si dissoci dai vecchi costumi e si opponga a leggi non scritte che sanciscono la superiorità di alcuni eminenti isolani a danno delle persone comuni viene definito, con accezione negativa, comunista. Non fa eccezione il capitano Bellodi, parmigiano ed ex partigiano comandante la stazione dei carabinieri di S., non meglio identificato comune siciliano. Per i suoi trascorsi, per la sua esplicita simpatia politica, anche per il solo fatto di essere "continentale" non viene visto di buon occhio dalla gente e la sua vita e il suo onesto operato non hanno perciò vita facile. La situazione per lui si complicherà ulteriormente con il caso Colasberna, imprenditore edile freddato da due colpi di lupara mentre stava per salire su un autobus. Bellodi non ha il minimo dubbio sul movente mafioso di questo omicidio e degli altri due assassinii che lo seguono. Depistaggi ed omertà complicano notevolmente le indagini dei carabinieri ed anche se con abilità ed intelligenza il capitano scoprirà la verità, dovrà fermarsi davanti ad un muro invalicabile: quello delle connivenze tra Stato e mafia. Sagace e lungimirante, Sciascia pennella in poche pagine un ritratto chiaro e veritiero della mafia, dei suoi interessi, delle sue ramificazioni, della struttura e del modus operandi. La caratterizzazione dei personaggi, lo stile fluido, l'uso di termini dialettali e i dialoghi brillanti rendono il racconto realistico, scorrevole, incalzante, affiancando una notevole qualità letteraria all’importanza lampante dei contenuti. Il grande merito dell'autore sta nel fatto di aver deciso di parlare di questo fenomeno e di averlo fatto in modo spavaldo e veritiero in un periodo storico in cui l'argomento era una sorta di tabù, con i più che ne negavano l'esistenza, con interrogazioni parlamentari eluse, con un'omertà consolidata impossibile da scalfire. Sciascia invece la mette a nudo, ne sviscera i segreti, arriva perfino a smascherare i legami con i piani alti dell'imprenditoria e della politica. Si permette inoltre di suggerire alcuni modi per combatterla. A distanza di decenni e dopo svariati colpi di lupara, bombe, arresti e segreti mai rivelati, le parole dello scrittore siciliano hanno sempre più il sapore dell'attualità e rappresentano un monito continuo ma troppo spesso ignorato, mentre la mafia continua ad insinuare i propri tentacoli e a rivelarsi come "un sistema che contiene e muove gli interessi economici e di potere di una classe che approssimativamente possiamo dire borghese; e non sorge e si sviluppa nel vuoto dello Stato (cioè quando lo Stato, con le sue leggi e le sue funzioni, è debole o manca) ma dentro lo Stato. La mafia insomma altro non è che una borghesia parassitaria, una borghesia che non imprende ma soltanto sfrutta."

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Commenti

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Una bella analisi, Enrico. Certo, Sciascia è un autore che ha ancora molte cose da dirci : dobbiamo tenere vivi i suoi libri.
Sono pienamente d'accordo con te, Emilio. Ci sono autori che non vanno mai dimenticati, Sciascia è senza dubbio uno di questi. Grazie.
Sciascia non può essere dimenticato. Quello che hai commentato così bene è,a mio giudizio, il libro che meglio lo rappresenta.
siti
24 Febbraio, 2015
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Proprio un bel commento, Enrico, per un libro potente.
Grazie! Un libro potente, è vero, che rappresenta bene l'autore e che ci fa capire quanto poco sia migliorata la situazione dell'Italia in tutti questi anni.
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