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Le otto montagne
 
Le otto montagne 2017-07-04 13:24:07 Roleg
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Roleg Opinione inserita da Roleg    04 Luglio, 2017
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Padri e figli

Una storia di padri, di figli, di amicizia e di montagne.

Un padre autoritario e indifferente che si incammina instancabile per i sentieri montani cercando di raggiungere in ogni modo la vetta, anche lontana. Forse per dimenticare i problemi che ci sono al piano, a casa, in città.

Un figlio, Pietro e un amico, Bruno, così diversi: Pietro cittadino, silenzioso e spinto dal padre verso le montagne e Bruno, montanaro di nascita, genitori assenti. Sono figli di due mondi agli antipodi, uno immerso nel caos cittadino e l'altro nella rarefazione montana. Uno è instabile, non sa quello che vuole e gira il mondo. L'altro non sa ciò che vuole ma è troppo piantato nel luogo dove è nato. L'unico punto in comune è la loro amicizia.

E poi la montagna, aspra, affascinante, dura, faticosa; un luogo silenzioso e rarefatto dove il tempo rallenta consentendoci di riflettere sulla nostra vita, sull'amicizia, sull'amore, sulle cose importanti.

Pietro gira il mondo, mentre Bruno rimane. Ma il rapporto tra i due rimane inalterato e quando Pietro ritorna, il passato riaffiora. I rituali ripetuti ravvivano il senso di appartenenza alla vita:

''Un uomo con due grandi baffi bianchi mi raccontò che per lui era un modo per ripensare alla sua vita. Era come se, attaccando lo stesso vecchio sentiero una volta all'anno, si addentrasse tra i ricordi e risalisse il corso della propria vita''

Pietro, il cui rapporto col padre era difficoltoso fintanto questi era in vita, inizia a capire il genitore solo dopo la sua morte, percorrendone i sentieri, addentrandosi nei ricordi. Un padre severo ma fragile, incapace di affrontare un discorso col figlio, imperfetto ma anche per questo umano. Un padre abbandonato, ma poi, in un secondo tempo e troppo tardi riconosciuto e valorizzato.

Sarà perché ho trascorso lunghi periodi in montagna, nell'infanzia, tra Catinaccio e Cime di Lavaredo. O che ho passato la vita combattendo con un padre autoritario, testardo e poco propenso ai rapporti umani; un padre che ho iniziato a capire solo troppo tardi, dopo l'inevitabile separazione. Sarà per tutto questo che la storia raccontata in questo bel libro mi ha colpito e affondato.

"Il romanzo è scritto benissimo. Nessuna forzatura, nessuna violenza, nessun cellulare, nessuna parolaccia, niente sesso, nessuna concessione al linguaggio "odierno", niente citazioni o riferimenti colti. Solo una storia semplice, profonda, malinconica, raccontata con intelligenza. Solo?

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