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Resto qui
 
Resto qui 2018-04-25 15:08:45 Chiara77
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Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    25 Aprile, 2018
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La scelta di restare

Un libro veramente stupendo “Resto qui” di Marco Balzano, finalista al premio strega 2018. Avevo letto molte recensioni positive e dopo la mia personale lettura non posso fare altro che confermarle.
La storia narrata si apre negli anni '20 del Novecento, poco tempo dopo la marcia su Roma e l'avvento del fascismo, in Alto Adige, a Curon Venosta. La voce narrante è quella di una donna, Trina, che si rivolge alla propria figlia e le racconta la sua vita a partire da quando era solo una ragazza che voleva fare la maestra ed era già innamorata in modo platonico di Erich, che diventerà suo marito e padre dei suoi figli. Trina deve affrontare un periodo storico particolarmente difficile e drammatico: con l'arrivo dei fascisti le viene impedito di realizzare il suo progetto di diventare maestra: dovrà affrontare ingiustizie, prevaricazioni, la guerra, un grande dolore nella vita privata. Trina ed Erich sono legati indissolubilmente al loro paese, Curon. Scelgono in più occasioni di restare lì, di non partire. Quel luogo non è solo un posto come un altro, fa parte di loro, della loro vita. Trina è un personaggio forte, non si rassegna passivamente alle ingiustizie, in ogni situazione fa ciò che può per non rimanere a subire in silenzio. Sarà sempre fedele a se stessa, ai suoi affetti più profondi e alla sua terra.
“Resto qui” è un romanzo, i personaggi e le loro vicende personali sono opera della fantasia dell'autore, ma la storia di Curon purtroppo non ha niente di inventato. Marco Balzano, visitando questo luogo nel 2014 mentre era in vacanza, rimane enormemente colpito dall'immagine del campanile affiorante dall'acqua. Non riesce a sorridere e farsi un selfie vedendo quel paesaggio surreale e dopo ritornare alla sua vita di tutti i giorni. Inizia così a studiare il passato di questo luogo sfortunato, l'unico in Europa dove si sono susseguiti fascismo e nazismo e che, una volta finito l'orrore della guerra, è stato volontariamente sommerso dall'acqua e cancellato dalla storia perché vi si potesse costruire una diga, e decide di scrivere un romanzo ambientato in questa realtà.
Un libro quindi che permette di conoscere meglio una pagina della storia italiana molto dolorosa e controversa dando voce agli immaginari (ma verosimili) protagonisti di questa vicenda, facendoci indignare e commuovere insieme a loro.
Siamo di fronte a un narratore che sa raccontare la sua storia tenendo il lettore incollato alle pagine e stupito dalla bellezza e dall'essenzialità della prosa che spesso si innalza in immagini poetiche. Un vero e proprio capolavoro, secondo me.

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Commenti

8 risultati - visualizzati 1 - 8
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Brava Chiara. Questo libro è veramente un grande capolavoro che merita la pena non solo di leggerlo, ma anche di amarlo. E' di un fascino senza confini....
Il periodo storico di cui parla questo libro mi interessa molto. E' trattato in modo coerente?
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Chiara77
25 Aprile, 2018
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Sì, Ornella, sono d'accordo. Grazie perché è anche merito tuo se l'ho letto! ;-)
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Chiara77
25 Aprile, 2018
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Il periodo storico è trattato in modo ineccepibile ma non va dimenticato che gli eventi sono narrati da una donna, che rimane sempre a Curon. Inoltre la ricostruzione storica ha come baricentro il paesino di Curon Venosta, sopratutto per quanto riguarda la costruzione della diga.
Chiara, una bella recensione per un romanzo che sta piacendo a tanti.
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Chiara77
26 Aprile, 2018
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Ciao Laura, grazie! Di solito quando le voci del coro sono tutte monocordi mi avvicino con un po' di scetticismo, ma devo dire che questo libro di Balzano mi ha veramente conquistata!
Chiara, la tua bella recensione è molto invitante. Non conosco l'autore, benché abbastanza noto. Mi è sempre più difficile orientarmi nell'affollato ginepraio della attuale produzione letteraria italiana : mi sono quasi sempre preso grosse delusioni, anche da autori considerati rinomati. Tanto che mi rivolgo preferibilmente ai classici o ai contemporanei stranieri, con buone/ottime soddisfazioni.
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Chiara77
26 Aprile, 2018
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Certo Emilio, capisco la tua scelta. A me invece piace leggere i contemporanei italiani, amo la nostra lingua (l'unica in cui sia competente tanto da leggervi un romanzo) e non sempre mi trovo davanti a delusioni, come in questo caso. In ogni caso spesso corro volentieri anche il rischio di leggere qualcosa di non eccezionale. Grazie per il tuo commento,
Chiara
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