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Resto qui
 
Resto qui 2020-10-22 14:31:09 AleMosca
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
AleMosca Opinione inserita da AleMosca    22 Ottobre, 2020
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Attaccamento alle radici

Il campanile di Curon emergente dal lago è straordinario, l’ennesimo simbolo della singolare e variegata bellezza della nostra nazione. “Resto qui” ruota attorno a tutto quello che c’era e che oggi non c’è più, portando a riflettere su come questo campanile non sia sorto spontaneamente né tanto meno sia stato costruito lì per attrarre turisti con la sua calamitante bizzarria. I suoi mattoni sono stati posti da un popolo sradicato, da intere famiglie la cui terra che abitavano da decenni è stata inondata e con essa anche il loro passato e tutti i ricordi, togliendo definitivamente quella sensazione agrodolce che si prova nel ritornare nei luoghi dove si è sempre vissuti e, anche se non sono presenti notevoli cambiamenti, riuscire a percepire il tempo trascorso solo assaporandone l’aria nuova.

“Fino a quel momento, specie in queste valli di confine, la vita era scandita dai ritmi delle stagioni. Sembrava che quassù la storia non arrivasse. Era un’eco che si perdeva.”
La forza di questa comunità, isolata dalle sue gelose montagne che non permettono nemmeno alla Storia di entrare, è ritratta da Balzano mentre è intrappolata tra nazisti e fascisti, in un estenuante tira e molla e intenta a resistere (invano) alla costruzione della diga che annegherà la loro terra. La storia ruota attorno ai drammi della giovane Trina: il marito Erich è spedito nei Balcani per combattere una guerra in cui non crede, il figlio Michael si arruola nell’esercito di Hitler e si converte alla sua ideologia, la piccola figlia Maric si trasferisce di nascosto con gli zii in Germania, non facendo più ritorno. Tutto quello che rimane a Trina è se stessa e, poggiando unicamente sulla sua encomiabile forza, inizierà un'opposizione alle imposizioni dittatoriali mentre sarà circondata dall’indifferenza dei più, disposti ad accettare più facilmente gli aspri cambiamenti che ad opporsi.

Tematica centrale del romanzo è anche il rapporto madre-figlia, il testo è rivolto proprio alla figlia che ha compiuto la scelta opposta, quella di non rimanere. A causa della precoce scelta di abbandono della ragazza, questo rapporto si è interrotto sul nascere e ha incatenato l’anima di Trina ad un pesante senso di inconsistenza e di incomprensione, mentre si troverà a riflettere sul legame che ancora le tiene insieme nonostante la distanza fisica e temporale.

Balzano si dimostra un grande scrittore: compie un’ottima ricostruzione storica grazie alle sue numerose ricerche, racconta la storia del popolo dell’Alto Adige e permette di assaporare un soffio di vita dell’epoca. Se, come dice nel romanzo, “bisognerebbe saper interrogare le montagne per sapere cosa c’è stato”, si può ben affermare che è riuscito a farle parlare.

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