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Lessico famigliare
 
Lessico famigliare 2020-11-11 08:53:50 Lety123
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Lety123 Opinione inserita da Lety123    11 Novembre, 2020
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lessico molto speciale

“Lessico famigliare” è un romanzo autobiografico della nota scrittrice Natalia Ginzburg, pubblicato da Einaudi nel 1963.
Come introduzione la scrittrice esplicita subito che tratterà della realtà, di cose avvenute a lei in prima persona ma principalmente alla sua famiglia. Appena si legge ciò, può venir naturale pensare che tutto il libro sia basato sulla vita di Natalia ma appena chiusi il libro dopo aver letto l’ultima pagina, venni sorpresa nell’osservare che non trattava della sua vita nei minimi dettagli bensì di tutti gli altri personaggi: parla principalmente della sua famiglia . Ad esempio si incentra particolarmente sul padre e la madre perché più interessanti e inerenti al titolo della storia generale: il padre era molto scorbutico con tutti ma scorrendo con la lettura si riesce a vedere un animo gentile sotto il caratteraccio e la madre era molto affezionata alla sua famiglia e alle sue amiche, sia giovani sia della stessa generazione ma la cosa più importante è che erano entrambi ebrei e quindi antifascisti, ciò è essenziale per la storia. Ho detto inerenti al titolo generale della storia perché entrambi usavano parole molto uniche o che noi conosciamo ma loro le usavano con altri significati, ad esempio il padre sfruttava molto spesso l’espressione “negro” e “negrigure”, vista così può sembrare quasi una persona razzista ma, in realtà, entrambi avevano significati molto diversi e usati in contesti totalmente differenti dai nostri. Per spiegarmi meglio: “negro” era chi aveva modi goffi, impacciati e timidi, chi si vestiva in modo inappropriato, chi non sapeva andare in montagna, chi non sapeva le lingue straniere. Mentre “negrigure” era portare, nelle gite in montagna che amava tanto fare con la famiglia, scarpette da città; attaccar discorso, in treno o per strada, con un compagno di viaggio o con un passante; conversare dalla finestra con i vicini di casa; lamentarsi, nelle gite in montagna, per sete, stanchezza o sbucciature ai piedi …
La madre usava altri termini invece, ad esempio “Squinzie”: ragazze smorfiose e vestite di fronzoli.
Oltre a questi termini ovviamente ne usavano molti altri ma vi lascio la curiosità e voglia di scoprirli da soli.
Tornando a concentrarsi sullo stile del racconto, narra in ordine cronologico di alcuni avvenimenti maggiormente interessanti o divertenti sui genitori, i due fratelli e la sorella fino ai loro matrimoni che chiudono la storia. Si concentra maggiormente sugli eventi durante la seconda guerra mondiale perché sì, tutto il racconto è ambientato intorno a quel periodo.
Lei, insieme alla sua famiglia, abitavano a Torino per quasi tutto l’inizio e la vicenda, intorno alla fine narra dei vari luoghi dove abiteranno i fratelli.
La storia in sé è ricca di descrizioni e pochi dialoghi, a volte ci sono anche dei flashback della prima infanzia o anche di prima della sua nascita.
Questo romanzo è ricco di scene sia divertenti sia tristi. In modo generale posso affermare che il padre è il personaggio che mi ha fatto più ridere di tutti proprio per le parole strane e stravaganti che era abituato a usare in momenti non sempre opportuni.
Devo dire con tutta onestà che appena letto l’inizio e di cosa parlava mi spaventai un poco: avevo letto pochi libri autobiografici e quei pochi non mi erano neanche piaciuto ma questo, invece, mi sono sorpresa vogliosa di andare avanti per capire meglio i personaggi e per ridere o intristirmi con loro. Per me, se il lettore prova queste emozioni leggendo un libro, è una cosa molto positiva per lo scrittore il quale significa che ha fatto un bel lavoro di stesura rendendo il lettore appassionato alla storia.

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Commenti

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Ciao Letizia.
Presentazione onesta e lineare, parecchio utile per farsi un'idea del libro.
Testo che mi è piaciuto, ma ho potuto considerare meglio l'autrice con l'interessante libro "La corsara. ... " , biografia a lei dedicata, di Petrignani.
Gran bel libro, un libro del cuore per me. Complimenti
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