Il peso della farfalla Il peso della farfalla

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Riccardo76 Opinione inserita da Riccardo76    19 Agosto, 2017
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Quel peso leggero che cambia le cose

Quasi dimenticavo il piacere di immergersi in una lettura, molto tempo è passato dalla mia ultima recensione e dal mio ultimo libro letto. Un nuovo lavoro ha modificato alcune abitudini o forse questa lunga pausa era necessaria, ho deciso di ripartire da dove avevo cominciato scrivendo le mie recensioni, è il richiamo alla lettura mi ha portato ancora una volta a Erri De Luca e il suo: “Il peso della farfalla”. Questo breve ma denso racconto è come sempre per me una piacevole camminata fra prosa e poesia, lo stile di De Luca è sicuramente un suo distintivo. Questa storia da voce alla natura, ci immerge a pieno nella vita di una comunità di camosci, ci presenta il re dei camosci e con lievi pennellate ci dipinge la sua storia e la sua vita. Lo scrittore napoletano rende quasi umano questo camoscio, lo fa quasi dialogare con noi, ci fa vivere le sue emozioni e le sue paure, la sua voglia di rivalsa.
Una bella metafora della vita che ci mette in armonia con la natura e ci fa scontrare con la prepotenza umana, il cacciatore forse siamo un po' tutti noi, spesso sordi ai richiami della vita e della natura, non ci accorgiamo delle sue regole e delle sue gerarchie e per questo non le rispettiamo.
Il peso della farfalla è quella leggera energia fragile e allo stesso tempo così potente da poter cambiare le cose, da poter cambiare il corso di una vita.
De Luca a mio parere è uno scrittore musicale, porta nei suoi racconti quel ritmo che sicuramente ha dentro, sceglie le parole giuste, sa come giocare con le parole, conosce le note giuste. Con questo racconto De Luca ha donato il piacere di ammirare la natura e di rispettarla, ha dato spazio al valore che essa ha, e che troppo spesso dimentichiamo, ha posto l’uomo in questo contesto e ci ha fatto capire che in fin dei conti, nel nostro intimo, non siamo poi così lontani.
Un'altra bella storia, ma forse si sa sono di parte, De Luca riesce sempre a darmi qualcosa che spesso tanti altri non mi danno.

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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    02 Gennaio, 2015
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Una farfalla pesante come un elefante...

Mi dispiace ammetterlo, ma dopo due libri di De Luca che mi hanno letteralmente stregato ('Non ora, non qui' e 'I pesci non chiudono gli occhi'), sono rimasto alquanto deluso dalla lettura de 'Il peso della farfalla'. Forse perchè avevo già aspettative molto alte, forse perchè ero sicuro, certo, che avrei apprezzato quest'opera di De Luca allo stesso modo, se non meglio, delle altre già lette.
Ma non è stato così... ed è una brutta sensazione.
Se non ci fosse stata la firma di De Luca su questo libro probabilmente non sarei rimasto così deluso; per carità, non mancano momenti di pura poesia 'narrativa', periodi in cui si riconosce il 'tocco magico' di questo scrittore che riesce a dipingere un paesaggio o uno stato d'animo con parole tanto armoniose che solo la musica potrebbe fare meglio:
"E' novembre, l'uomo sente calare la saracinesca dell'inverno. Nelle notti che il vento strappa dalle radici gli alberi più esposti, la pietra ed il legno della capanna si sfregano tra loro e mandano una nenia. Il fuoco schiocca baci di conforto.
L'aspro di fuori dà spallate, ma la fiamma accesa tiene insieme legno e pietra. Finchè brilla nel buio, la stanza è una fortezza".

Ma manca un fine.. sembra quasi un esercizio di stile. La storia, nella sua brevità, non ti solca l'anima, non graffia. E non per colpa della brevità, ci sono favole ancora più brevi ma tanto intense da rimanere scolpite nella memoria.. mi vien da pensare, per esempio, al racconto dell'isola sconosciuta di Saramago. In questo libro, però, non sono riuscito a cogliere neanche il senso delle metafore, sempre ammesso che ce ne siano ... perchè non voglio pensare che il tutto si riduca ad una .. battuta di caccia.
Magari mi sbaglio, magari non sono nello stato d'animo giusto per apprezzare quest'opera.. forse in un altro momento avrei elogiato l'immagine della farfalla bianca 'impressa' sul corno del camoscio quasi a memoria della madre assassinata dall'uomo cacciatore, quella stessa farfalla che col suo peso (leggero come un soffio di morte) ricongiungerà i destini dell'assassino pentito e della sua preda, vera vincitrice morale dell'eterno scontro uomo-natura.
.. ma qui non siamo ne 'Il Cacciatore', qui non ci sono gli occhi di De Niro ed i primi piani sul cervo a dare pathos alla storia.
C'è la montagna, sì... e si sente, la puoi quasi toccare. Ma personalmente, anche da questo punto di vista, preferisco De Luca quando racconta il mare.

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Marco Caggese Opinione inserita da Marco Caggese    26 Settembre, 2013
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Sensazioni armoniche

Le sensazioni armoniche sono quelle che suscita questo racconto di Erri De Luca.
Questo romanzo non si avvale di una trama ricca ed articolata, è semplicemente una storia sulla contrapposizione tra la follia distruttiva dell'uomo e la forza ancestrale della natura.
Un uomo ed un camoscio induriti dalla vita sono i due protagonisti di una storia narrata con delicatezza.
"Il peso della farfalla" lascia bellissime sensazioni, e De Luca usa parole semplici, ma la sua scrittura è "sospesa", eterea. Il racconto è attraversato da una malinconia poetica che entra nel cuore, fino a farci portare rispetto per un cacciatore di frodo.
Il libro va letto con grande calma, apprezzando e "masticando" le bellissime parole dell'autore.
Insomma, un grande plauso a De Luca, autore da coltivare ancora!

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LUCA DA CASIRATE Opinione inserita da LUCA DA CASIRATE    10 Agosto, 2013
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POETICO E FORTE

Poetico. Introspettivo. Essenziale.
De Luca, con questo romanzo, mi ha proprio conquistato.
Mi ha emozionato.
Ma non di quella emozione che ti fa venire le lacrime o i brividi sulla pelle.
Mi ha emozionato ... razionalmente. Come se per una volta le corde dell'emotività non fossero nell'animo ma nella testa.
Un testo esteticamente bellissimo e con un peso specifico molto alto.

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lakylucy Opinione inserita da lakylucy    22 Febbraio, 2013
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BELLO

Questo è un piccolo libro da leggere con calma, nel silenzio, soffermandosi su ogni frase.
Ogni tanto sollevare gli occhi dalle pagine e guardare oltre. Immaginare di essere nel luogo in cui è ambientato e ascoltare cosa dice la natura.
Non si deve avere fretta di finirlo per passare alla lettura successiva, bisogna goderlo con calma.

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libri da respirare
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marccorazz Opinione inserita da marccorazz    29 Ottobre, 2012
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la solitudine

Cultore e appassionato di generi completamente diversi, imbattermi in questo libro è stato come ricevere un pugno nello stomaco. Abituato a inseguire pensieri differenti, scomporre le idee per altri propositi, cercare altre tipologie di indizi e giungere a ben altre conclusioni........con questo libro/racconto mi sono ritrovato indifeso, nudo dalle mie certezze e le mie armi completamente inutili.
E' stato difficile capire, ammesso che ci sia riuscito !!!! E' stato difficile seguire, ammesso che invece non mi sia perso del tutto !!!! ma.....è stato piacevole. Certo non facile !!!!
Il dualismo o se preferite confronto tra cacciatore e preda è affascinante. Ma la vera questione è fose: chi è in realtà preda e chi cacciatore ????? Si potrebbe dire che i due protagonisti proprio per quello che sono si ritrovano ineviabilmente soli e in contrapposizione !!! Tutto molto bello ma in fondo c'è una domanda che risuona nella mia mente: il re dei camosci è quello che è proprio per quello che, suo malgrado e senza possibilità. Ma il cacciatore è pur sempre un uomo che, volente o nolente, ha sempre la possibilità di scegliere. Ma questa è forse un'altra storia e non c'entra nulla.
Sicuramente questo racconto mi ha stimolato ad inoltrarmi ancora un po' in questo mondo per me nuovo e inesplorato e che mi fa sentire un po' come Alice.

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elisa99 Opinione inserita da elisa99    22 Settembre, 2012
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DUE ANIMI SOLITARI ALPINI

Un libro piccolo grande libro, a mio parere. Ho trovato interessante, come, nonostante la stile del libro non sia così ricercato, De Luca sia riuscito a far capire il suo intento, ovvero quello di definire due persone appartenenti a due mondi differenti e,se vogliamo, "in lotta fra di loro", trovandone però un fattore comune nascosto, in questo caso la solitudine.
Così "Il peso della farfalla" si scopre essere un libro dal contenuto profondo, e nello stesso tempo che calca abbastanza la situazione del rapporto uomo- animale, soprattutto in un contesto come quello della caccia.
Metto ufficialmente questo libro nella mia biblioteca, e con molto piacere.

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alessandrabo Opinione inserita da alessandrabo    15 Agosto, 2012
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Zoccoli e passi sulla stessa montagna.

Mi trascinarono, un paio di anni fa, lungo un sentiero di montagna, con la promessa di una vista incredibile giunti alla vetta. "Sarà" mi dicevo....
Passo dopo passo, sudore a non finire e crampi alle gambe...ma ecco, sono arrivata.
In mezzo al nulla, rapita da ciò che solo la montagna poteva offrire.

Questo libro è un po' come la mia scarpinata. Faticoso (Erri è pur sempre Erri, mica parliamo di Moccia), in salita e pieno di ostacoli da superare...ma tutto il nostro sforzo è ricompensato quando arriviamo alla vetta, la parte del racconto che finalmente ci presenta davanti agli occhi il re dei camosci, dominatore incontrastato della montagna.
La farfalla bianca e la neve sono candidi simboli della poesia di De Luca, sempre attento a raccontare della leggerezza e della poesia di ogni essere vivente.

Non si può raccontare nulla della trama, solo invitare il lettore ad assaporare il silenzio che il libro sprigiona, condizione necessaria per ascoltare il passo veloce del camoscio, seguito dai pesanti scarponi del cacciatore, distratti sempre dal battito d'ali della farfalla.

Leggetelo e sentirete odore di neve.

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"Il contrario di uno" sempre di De Luca
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p.luperini Opinione inserita da p.luperini    01 Agosto, 2012
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UNA NATURALE POESIA ALPINA

Racconto gradevole e profondo sull'eterna rivalità dell'uomo e della natura e nello specifico di un uomo e di un camoscio. Non avevo mai visto un camoscio così da vicino e non avevo mai percepito il rumore dei suoi zoccoli sulla pietra e tantomeno la puzza del grasso lubrificante della canna di un fucile...e via dicendo. Un cacciatore, un uomo e una farfalla si cercano continuamente, si sfidano e si uniscono alla fine in abbraccio eterno con la natura come è giusto che sia. Nonostante siano esseri violenti non si respira violenza, anzi solo una naturale poesia.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    21 Aprile, 2012
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Il re dei camosci

Piccolo libro di grande poesia. Pieno di natura. Pieno di emozioni. Popolato di stambecchi e camosci, mamme e cuccioli. Protagonista la montagna, che sta in abbraccio stretto col temporale e il vento. Protagonista anche l'uomo, che si ferma a guardare le nuvole, vede scorrere il tempo oltre di lui, un vento che scavalca. Ma più di tutto, spiccano loro, stambecchi e camosci, giocolieri in salita, acrobati in discesa, artisti da circo per la platea della montagna.

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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    30 Gennaio, 2012
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Prezioso, come l'acqua ghiacciata


Prezioso, come l'acqua di un ruscello di montagna, limpida trasparente tra i sassi levigati, ghiacciata, appena vi immergi le mani senti una fitta di gelido dolore che si trasforma in calore.
Il ruscello, la limpidezza, il ghiaccio della vita che congela e poi ti riscalda, questo Erri de Luca ha chiuso in queste poche pagine, in questo delizioso, prezioso racconto.

Scrivero' poco perche' non e' sulla trama che bisogna dilungarsI, e' cosi' breve che rischierei di privarvi poi del gusto della lettura.
E' sul suo stile delicato, sull'immagine fiera del re dei camosci, sulla solitaria caparbieta' del cacciatore e dell'animale cosi' simili cosi' diversi , sul presente che a volte ci sfida guardandoci negli occhi , sulla scelta sbagliata che prendiamo lucida e irrimediabile, sulla pieta' che concediamo e non ci viene ricambiata,sull'aria frizzante di un cielo terso tra rocce e arbusti, sulle ali senza peso di una farfalla bianca che scrivo un pensiero.

Ci sono autori che sanno scrivere lunghe poesie come fossero brevi racconti.
Ci sono brevi racconti che devi leggere stringendo una matita tra le dita, per immortalarne alcuni tratti, da ricordare, perche' ti hanno scaldato il cuore quando faceva freddo.
Limpidi, come l'acqua di quel ruscello di montagna .

"D'estate le stelle cadevano a briciole, ardevano in volo spegnendosi sui prati. Allora andava da quelle cadute vicino, a leccarle. Il re assaggiava il sale delle stelle. "

Buona lettura

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R๏гy.o° Opinione inserita da R๏гy.o°    17 Luglio, 2011
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Tristezza della mediocrità

Mai letto De Luca.
E dirò... non mi sono persa granchè.
La scrittura è lieve, talmente lieve che a volte si perde.
La trama, o meglio la storia di fondo, è inconsistente e poco affascinante.
Tutto sommato però non c'è una grande critica da fare. Perchè le descrizioni sono ben fatte e il 'libro' si legge talmente rapidamente che non ti lascia la sensazione di aver perso tempo prezioso. Per cui senza infamia e soprattutto senza lode.

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Reppy Opinione inserita da Reppy    15 Luglio, 2011
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Un libro che sa commuovere... ma poi...

Non si può negare l’intensità di questa narrazione che non mancherà di commuovere gli animi sensibili. L’incontro di due solitudini legate da un destino di vita e di morte e dal nome che gli è stato attribuito ‘re dei camosci’. Due esseri così diversi eppure così simili. Un uomo che sceglie la vita solitaria iniziando così ad assaporare e comprendere la natura, i suoi movimenti, il suo respiro, la sua forza e vitalità, diventando così un cacciatore senza eguali e che viene chiamato ‘re dei camosci’ perché nessuno ne ha mai uccisi quanti lui, eppure si sente un ladro a portare questo nome.
E un camoscio, un esemplare bellissimo, che è dovuto crescere da solo perché sua madre è morta quando era solo un cucciolo. Il suo crescere solitario l’ha reso diverso dagli altri camosci. L’ha reso grande e forte e un conoscitore eccellente della natura e del suo territorio, l’ha reso il ‘re dei camosci’.
Ed è stato proprio l’attimo della morte della madre a legare per sempre i destini di questi due esseri solitari. Ma entrambi sono vecchi e stanchi e sanno che il momento di lasciare il posto a qualcun altro, il momento che la natura vada avanti e si rigeneri nella forza della giovinezza, sta arrivando… e quando arriva il loro giorno, entrambi sanno che sta per accadere qualcosa, sentono nell’aria di quella mattina di Novembre l’annuncio di quell’incontro. Ed è proprio quel giorno che i loro occhi si incroceranno e le loro anime si incontreranno, senza paura, come se fosse il naturale epilogo delle loro vite passate a fiutarsi.
Perché è anche di questo che parla questo libro: della natura e del suo corso che non può essere fermato, di nascita, crescita e morte. L’inesorabile ciclo a cui tutti sono destinati nonostante la forza, la maestosità che li contraddistingue.

Come dicevo, non è possibile non commuoversi e non farsi trascinare. Alcune immagini sono estremamente vive, come una ragnatela che si impiglia alla bocca del fucile… e molto intense, come la vibrazione che si sente un momento prima che il fulmine cada.
Ma nonostante tutto, questo libro non è senza pecche. Il linguaggio quasi onirico e fortemente poetico, in alcuni momenti intensifica molto la narrazione, coinvolgendo, ma allo stesso modo, per larga parte della narrazione, può risultare pesante e a volte leggermente frustrante. Un’esagerata ricercatezza di simboli e immagini che a volte rendono la lettura non scorrevole.
Si fosse trovata una mediazione, sarebbe stato forse più piacevole. Lasciare la poeticità nei punti giusti e dare un tono più narrativo al resto del racconto avrebbe forse reso ancora più intensi alcuni attimi del libro che già hanno una forte carica emotiva. Ma anche l’incontro tra l’uomo e la donna che cerca di intervistarlo, per esempio, viene descritto con un linguaggio che rende tutto pesante e fa perdere quell’epicità che hanno gli incontri di due nature diverse e uguali come quella dell’uomo e dell’animale.
Un altro punto che lascia sorpresi, anche se non immediatamente, a caldo, ma dopo qualche giorno… e il rendersi improvvisamente conto dell’umanizzazione dell’animale. I pensieri, lo sguardo… tutto reso troppo umano e meno istintivo che un po può lasciare insoddisfatti.
Insomma… un paio d’ore di lettura molto molto piacevole e intensa anche se a volte difficoltosa, che sul momento colpiscono, ma che a lungo termine possono far sorgere dei dubbi.
Io comunque lo consiglierei, perché a parte le considerazioni a posteriori, e diritto di tutti potersi godere le emozioni che questa lettura può suscitare.

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MATIK Opinione inserita da MATIK    27 Mag, 2011
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Il peso della farfalla.

Un breve racconto dove la natura è la protagonista!
Un uomo che è un cacciatore ed un bracconiere, un camoscio che è il re del suo branco e la natura raccontataci dall'autore in tutta la sua forza.
L'uomo ed il camoscio si sono cercati, incontrati, rispettati, ammirati ed infine scontrati nell'ultimo duello dove entrambi sono caduti sotto il "peso della farfalla".
Il ciclo della vita: si nasce, si vive e si muore a questo verdetto nessuno si sottrae né gli uomini né gli animali né le piante forse è proprio questo il messaggio dell'autore in questo brevissimo racconto.

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Per chi ama la natura e dentro un libro la vuol trovare!
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toffoli Opinione inserita da toffoli    21 Novembre, 2010
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Natura

Certo che dopo aver letto Corona queso libretto acquista una dolcezza ancora maggiore. E' natura allo stato puro. Il camoscio da una parte, il cacciatore dall'altra. Senza parteggiare per l'uno o l'altro. Una storia che si legge tutta d'un fiato. Non avevo mai letto Erri De Luca. Mi ha agganciato alla prima pagina e portato fino all'ultima con una scrittura delicata.
"un uomo che non frequenta donne è un uomo senza. Non è un uomo e basta"
"le bestie sanno il tempo in tempo, quando serve saperlo. Pensarci prima è rovina di uomini e non prepara alla prontezza"

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    28 Ottobre, 2010
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POESIA PURA.

IL PESO DELLA FARFALLA è di una poesia senza fine.
Non mi è facile trovare parole adatte ad esprimere la mia lode e la mia ammirazione.
Perciò, solo alcune semplici considerazioni su ciò che mi ha colpita.
L'amore sconfinato per la montagna, i suoi paesaggi, certe piccole sfumature nelle descrizioni...
La Poesia che si respira in ogni singola riga.
Il linguaggio usato, che è proprio quello di Erri De Luca, ed è assolutamente unico ed inconfondibile... mette i brividi su per la schiena!
Chi l'ha sentito parlare- sono stata lo scorso anno ad una sua serata intensa e meravigliosa..- sa che cosa io intenda!

Tutto meriterebbe di essere citato, ma ci sono alcuni brevi passaggi che mi hanno toccato il cuore..
Cito solo il primo ...
"...Era l'ultimo passo dell'auunno, poi sarebbe venuta la neve e il suo magnifico silenzio.
Non ce n'è un altro che valga il nome di silenzio, oltre quello della neve sul tetto e sulla terra."

Magnifico.

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alan smithee Opinione inserita da alan smithee    16 Ottobre, 2010
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Il peso della farfalla di Erri De Luca

Di Erri De Luca apprezzo in particolare l'intensa umanita' che emerge dalle sue storie e vicende umane, o almeno dai (ancora pochi) suoi libri letti fino ad oggi. L'autore inoltre dimostra sempre una notevole capacita' di sintesi, dote spesso non presente in tanti illustri suoi colleghi.
Questo racconto e' in effetti una favola, senza con cio' voler essere limitanti o critici, come e' una ottima favola quella del disneyano Bambi, anch'egli orfano per causa di un cacciatore e anch'egli quadrupede molto simile al nostro protagonista (con un po' di approssimazione o disinvoltura oserei dire che camosci e cerbiatti potrebbero essere lontani parenti).
La sfida tra il re dei camosci e il cacciatore, un cattivo si, ma con dei principi (oggi, nella vita reale, i nostri cattivi sono avidi cannibali, affamati di potere e di ricchezza, senza alcuna remora nei confronti di noi umili erbivori) assume toni quasi epici e appassionanti, che diventano magici nel finale con l'intervento silenzioso ma determinante della farfalla.
Da consigliare per la lettura nelle classi elementari piu' elevate.

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