Dettagli Recensione

 
Le braci
 
Le braci 2014-08-05 13:31:34 Portoro
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Portoro Opinione inserita da Portoro    05 Agosto, 2014
Top 500 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

La persistenza

“Le braci” è il libro della persistenza: per vocazione è destinato a restare al mondo, e lo merita, perché è un capolavoro.
Questo è un giudizio di valore che non osserva la mera struttura dell’opera (un lavorio paziente sulla suspense) o lo stile (di rara purezza), ma l’avvicinamento ai grandi temi dell’umanità, il modo in cui risuonano, caldi, pagina dopo pagina, tratti dal metallo freddo di un’arpa.
La prima parte, col flashback sulla fanciullezza dei due amici, s’avvale d’una lentezza maestosa, un po’ ottocentesca, ma senza i cedimenti o la prolissità che, talvolta, caratterizzano le recrudescenze di quel secolo: è un realismo in cui i travi d’una casa di famiglia scricchiolano, e fuori, la vecchia campagna crepita al sole. Quando la temperatura scende, ci si ritrova in penombra, coi pendoni spessi di una tenda, i bracci dei candelabri che già attendono i ceri; e alla parete, una sequela di ritratti a olio, con uno spazio vuoto...
Ogni elemento descrittivo è vivido, reso elegante da uno sguardo che s’è allenato nell’isolamento, e col ricordo. Il protagonista stesso, un generale supersite dell’Impero asburgico (e della cultura mitteleuropea) ha trascorso quarantuno anni in attesa: sapeva che il suo amico Konrad sarebbe tornato, e il momento è giunto (in un contesto serale, d’imminente congedo: perfetto e, forse, inutile).
L’incontro costituisce la seconda (altrettanto bella) parte del romanzo: è un monologo-retrospettiva degli inavvertiti sfaldamenti di quella amicizia, uno sparso rosseggiare di braci in lungo e in largo – con una donna ormai defunta, la moglie del generale, che adesso impone degli interrogativi e l’istruzione di uno struggente processo alla vita. Tutto verte sul destino, su una radice inestirpabile che determina l’Uomo, lo condanna a un’identità e, in un certo senso, all’Errore.
Le braci ne rappresentano, appunto, la tenue sopravvivenza – quel residuo passionale, d’attaccamento e di senso di proprietà, che si mantiene nella memoria di quanto si è perduto.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
A tutti
Trovi utile questa opinione? 
140
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

4 risultati - visualizzati 1 - 4
Ordina 
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Commento prezioso di un libro prezioso. Bravo.
Bellissimo commento, quel che piu' mi e' restato impresso del libro sono le descrizioni delle ambientazioni, sia interne che esterne. Superbe.
Bel commento.
A me il libro e' piaciuto molto. Ritengo Marai uno dei Grandi del Novecento.
Bello il tuo commento, Giulio.
4 risultati - visualizzati 1 - 4

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Un animale selvaggio
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Ci vediamo in agosto
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'orizzonte della notte
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Sepolcro in agguato
Valutazione Utenti
 
4.9 (2)
Five survive
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Lucy davanti al mare
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Compleanno di sangue
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
La prigione
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Day
Day
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Morte nel chiostro
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Pesci piccoli
Valutazione Utenti
 
4.1 (4)
Cause innaturali
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Lucy davanti al mare
Day
Ci vediamo in agosto
Il segreto della libraia di Parigi
Il club del pranzo della domenica
Il club delle fate dei libri
Il filo della tua storia
Un oceano senza sponde
L'ora di greco
Gli altri
Baumgartner
I lupi nel bosco dell'eterno
L'isola nello spazio
La stagione della migrazione a nord
Fino alla fine
L'ultima cosa bella sulla faccia della terra