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La principessa sposa
 
La principessa sposa 2019-04-19 09:42:16 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    19 Aprile, 2019
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Humperdinck Holmes in: Elementare, Rugen!

“La principessa sposa” è un romanzo fantasy per ragazzi datato 1973, divenuto ormai un classico anche per merito del film culto “La storia fantastica”, titolo ripreso dalla prima edizione del volume.
Mescolando elementi reali (ad esempio, il film “Butch Cassidy” che ha effettivamente sceneggiato) e pura finzione, Goldman crea una storia nella storia, con l'introduzione in cui racconta di come suo padre lo avesse iniziato alla lettura dei romanzi d'avventura leggendogli proprio “La principessa sposa” quando aveva dieci anni

«“La principessa sposa” apparteneva solo a mio padre. Tutto il resto fu mio. Non ci fu storia di avventure al mondo che poté sottrarsi alla mia ingordigia.»

e di come a sua volta lui abbia mosso mari e monti per procurare una copia dello stesso libro al figlio in occasione del suo decimo compleanno. Purtroppo la magia non sembra ripetersi, ma è presto spiegato il motivo: il padre di Goldman gli leggeva solo alcune parti del testo, quelle più emozionanti ed ricche d'azione, tralasciando invece le prolisse digressioni del fittizio autore Simon Morgenstern sulla storia del fantastico regno di Florin.
Con l'intento di far riscoprire al grande pubblico il capolavoro di Morgenstern, Goldman si imbarca quindi nell'impresa di rieditare il volume, togliendo come il padre le parti più noiose in favore delle scene d'azione

«Ma da punto di vista narrativo in quelle centocinque pagine non succede niente. Salvo questo: “Tra una cosa e l'altra passano tre anni”.»

dando così vita ad una storia avventurosa che pesca a piene mani dai classici della letteratura per ragazzi come i romanzi di Alexandre Dumas, Robert Louis Stevenson e Jules Verne.
La storia è ambientata nello Stato fittizio di Florin, in un periodo storico che rimane misterioso seppur l'autore si sprechi in indicazioni a riguardo

«Morgentern poteva parlare sul serio, oppure no. [...] O forse era solo un vezzo stilistico dell'autore per comunicare al lettore che “questo non è reale, non è mai successo”.»

e si focalizza principalmente sull'amore tra Buttercup, giovane lattaia dalla sfolgorante bellezza, e Westley, il garzone che assiste la famiglia di lei nella gestione dell'allevamento; questo amore è però contrastato tanto dai numerosi antagonisti quanto da un destino che sembra costantemente avverso alla loro riunione. La trama è ricca di svolte inaspettate, sulle quali autore fa spesso dei commenti, e devo ammettere che un paio di twist mi hanno davvero colto di sorpresa ed ero curiosa di sapere come i personaggi avrebbero risolto determinate situazioni, perché non mancano delle scene in cui l'effetto sorpresa è assicurato

«E sprofondando in un batter d'occhio si trovò a stringere il suo [di Buttercup] polso. Westley urlò a sua volta di orrore e sorpresa, e la Sabbia nevosa lo aggredì alla gola, perché quello che aveva afferrato era il polso di uno scheletro [...]»

Nel complesso, i due protagonisti non mi hanno fatto impazzire, specialmente Westley che risulta fin troppo perfetto, mentre Buttercup alterna momenti nei quali è estremamente irritante ad altri nei quali sfodera un coraggio ed una risolutezza invidiabili. Molto più affascinanti sono i personaggi secondari e gli antagonisti, tra i quali il mio preferito è indubbiamente Inigo Montoya, ma ho apprezzato molto anche il Principe Humperdinck, una versione più sveglia e determinata del Gaston di “La bella e la bestia”, a mio avviso.
Ad avermi colpito maggiormente è lo stile della prosa, molto ironico al limite del sarcasmo e della satira più pungente

«I genitori di Buttercup non avevano quello che si dice un matrimonio felice. Il loro unico sogno era lasciarsi.»

e capace di riunire in un solo testo ben tre voci distinte e chiaramente riconoscibili: quella del vero autore Goldman, quella dell'autore fittizio Morgenstern e quella del narratore della storia.
La narrazione è inoltre arricchita da brevi interruzioni nelle quali l'autore si ritaglia un piccolo spazio per introdurre i suoi giovani lettori a concetti e riflessioni validi a qualunque età

«Inigo lo amava. Totalmente E non domandate perché. [...] ma l'amore è fatto di tante cose e nessuna logica.»

«-La vita non è giusta, Bill. Quando diciamo il contrario ai nostri figli, facciamo un grosso errore: non solo è una bugia, è una bugia crudele. La vita non è giusta, non lo è mai stata e non lo sarà mai.»

e capaci di rendere questo volume, come per “La storia infinita”, molto più di un banale romanzo d'avventura. Un strumento per prendere coscienza del mondo che ci circonda.

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