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Il centenario che voleva salvare il mondo
 
Il centenario che voleva salvare il mondo 2020-01-12 10:54:40 cesare giardini
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    12 Gennaio, 2020
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Un centenario alle prese con i potenti della Terra

Jonas Jonasson, l’autore svedese di questa nuova originale avventura del suo personaggio preferito, il centunenne Alan Karlsson, non è certo un tipo comune: nato nel 1961, dopo un esaurimento nervoso si trasferisce in Canton Ticino, esordisce e vince subito con “ Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve” (è in corso la sceneggiatura per un film), , torna in Svezia dove vive l’esperienza di un burrascoso divorzio dalla moglie indonesiana, viaggia e s’innamora delle atmosfere lacuali (adora Lugano, i laghi di Como e Maggiore), pubblica infine quest’ultima avventura del suo prediletto protagonista, “Il centenario che voleva salvare il mondo” (2019), arzillo e incosciente vecchietto, bizzarro e incosciente, forse un suo alter ego in cui l’autore riversa tutta la sua fantasia e le sue speranze. Questa volta Alan Karlsson, accompagnato dal socio Julius Jonsson, coltivatore di asparagi di quarant’anni più giovane, si ritrova in Indonesia, a Bali, con un sacco di soldi: i due se la spassano, ma i soldi stanno per finire tanto da costringerli ad una precipitosa fuga a bordo di una mongolfiera. Inizia una serie di avventure in giro per il mondo, che hanno dell’incredibile ma che non agitano più di tanto i due arzilli protagonisti: si salvano dall’ammaraggio della mongolfiera nell’Oceano Indiano, salvati da una nave della Corea del Nord, conoscono il Leader Supremo Kim Jong-un, trafugano urano radioattivo, fuggono con falsi passaporti diplomatici, incontrano Trump alle Nazioni Unite, ci giocano a golf e vengono cacciati dopo insulti reciproci, consegnano la valigetta con l’uranio all’ambasciatore tedesco all’ONU, tornano in Svezia dove diventano soci in affari con una certa Sabine titolare di un ufficio di pompe funebri, si salvano da un attentato terroristico di nostalgici nazisti, fuggono prima in Danimarca e poi in Africa, dove Sabine vuole apprendere riti magici da una specie di santone chiaroveggente per aprire una nuova attività. Qui infine Allan riesce a mettere le mani su un importante carico di uranio, che farà in modo di consegnare alla cancelliera Merkel, mentre Julius corona il suo sogno di coltivare una rara varietà di asparagi. Ovviamente questo non è che il sunto di una serie particolareggiata di eventi che riempiono più di cinquecento pagine, suddivise in capitoli intitolati alle Nazioni in cui si svolgono le gesta dei due eccentrici personaggi. Personaggi più di fantasia che reali, ma che ci fanno capire che il mondo in fin dei conti è un colossale condominio abitato da personaggi stravaganti da non prendere assolutamente sul serio: i due infatti se la cavano quasi sempre con soluzioni semplici e di buon senso, rispondendo con battute ironiche ai potenti della Terra, che blaterano frasi insulse senza risolvere nulla. E l’autore li introduce questi potenti nel racconto, azzeccandone i ritratti e demitizzandoli. Leggiamo così di un Trump pasticcione e lunatico, incapace di decisioni sagge e lungimiranti, di un Putin che intrallazza con un compare per seminare zizzania negli altri Paesi europei allo scopo di trarne vantaggi (c’è anche una frecciata all’Italia: quando il socio di intrighi chiede a Putin che fare dell’Italia, la risposta è di non fare nulla, tanto è noto ormai che il nostro Paese ci pensa già da solo a farsi del male !), di un Leader della Corea del Nord isterico e vendicativo: si salva solo la cancelliera tedesca Merkel, donna saggia e responsabile, degna della massima fiducia, alla quale infatti Allan e Julius consegnano il prezioso e pericoloso carico. Nel complesso il romanzo è divertente, anche se a volte si fa fatica a seguire i personaggi nei loro continui spostamenti, soprattutto in Africa, dove il ritmo narrativo diventa più lento e dispersivo. Lo stile è semplice, gli eventi sono narrati senza fronzoli, con poche divagazioni, i colloqui brillano soprattutto per le esilaranti battute del centenario, che non arretra di fronte alle difficoltà ed ha una risposta pronta e disarmante per tutti. Attendiamo con curiosità la probabile versione cinematografica anche di questo romanzo.

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"Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve", dello stesso Autore.
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