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Il giovane Holden
 
Il giovane Holden 2023-02-20 12:05:20 Bruno Izzo
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
2.0
Bruno Izzo Opinione inserita da Bruno Izzo    20 Febbraio, 2023
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La meglio gioventù

Il riferimento al nome proprio del ragazzo protagonista di questo romanzo, il giovane americano Holden Caulfield, di poco più di sedici anni, nel libro che ha regalato fama imperitura al suo autore, è in realtà una iniziativa dei traduttori dell’opera in Italia.
Infatti, il titolo originale in lingua inglese è “The Catcher in the Rye”, che letteralmente non significa nulla per qualsiasi lettore che non sia nativo degli States, o meglio ancora della grande Mela, città che ha dato i natali al suo autore. Un motivo, anzi più di uno, ne esistono per questa scelta editoriale, ed è emblematico per sintetizzare il lavoro di Salinger. Perché questo è un romanzo controverso, per la maggioranza della critica e dei lettori è un autentico capolavoro, tuttavia non mancano voci discordanti che lo etichettano come una storia pretenziosa ma banale, con un potenziale non espresso compiutamente. A parere di chi scrive, questo è in verità un ottimo romanzo, di intensa qualità, non saprei dire se un capolavoro o meno, certamente è una lettura consigliata, direi un classico, che però va gustato freddo, per assaporarlo in pieno. Alla seconda rilettura. Vale a dire, non si apprezza a caldo, cioè quando si è giovani oppure non ancora buoni lettori, non ci si è ancora nutriti anima e testa di un buon numero di testi, serve una certa non dico maturità letteraria, ma una sensibilità, un saper leggere tra le righe che si acquisisce solo con diverse esperienze librarie. Anche allora, però, sconcerta non poco.
Già il titolo, come abbiamo detto, esplica in pieno sia la complessità che la profondità dei temi trattati.
Il titolo originale dell’opera è di difficile interpretazione, davvero oscuro per certi versi e di difficile assimilazione per un lettore non statunitense. Letteralmente lo si può figurativamente indicare come un prenditore, qualcuno che letteralmente afferra, prende al volo qualcun altro o qualcosa, tra l’altro il catcher è una figura chiave nello sport nazionale americano, il baseball, anche questo sport presenta dinamiche e svolgimenti poco accessibili fuori dagli States. Fatto sta che nel baseball il catcher è il ricevitore, l’equivalente dall’uomo di maggior classe nel gioco del calcio, quello che segna gol e fa segnare. Ma c’è anche molto di più; il rye, per esempio, è un tipo di whisky molto apprezzato in America, ed è quasi una bevanda di uso comune, per cui indirettamente Salinger fa riferimento già nel titolo ad alcune problematiche presenti sottilmente nel libro, per esempio l’endemica tradizionale abitudine a consumare alcoolici in tutti gli Stati Uniti, con le relative problematiche sanitarie e sociali correlate all’abuso. Sottolinea come l’alcool è visto dai giovani come un rito di iniziazione, lo spartiacque tra la minore età ed il passaggio all’età adulta, sancito dalla possibilità legale di poter finalmente acquistare in proprio bevande alcooliche, altrimenti severamente proibito.
Ma non finisce qui: “The Catcher in the Rye”, è anche un verso di una poesia di un famoso poeta scozzese, Robert Burns, che in qualche modo, forse più per assonanza di suono che di voluta storpiatura, viene travolto nel suo significato originale, ed insomma, tutto il titolo dovrebbe in qualche modo richiamare l’atto di prendere al volo i bambini prima che si mettano nei guai, come attraversare una strada di corsa o cadere in un dirupo, e probabilmente è da tutto ciò di alieno alla cultura non americana che deriva la decisione editoriale di intitolare il libro con il nome proprio del giovane protagonista. Scelta non errata, poiché in fondo la lodevole morale dell’intero testo di Salinger è quella che i giovani vanno ascoltati, attenzionati, considerati, seguiti, e sì, se necessario presi al volo in tempo prima che accada l’irreparabile. Ma già da tutto quanto abbiamo appena detto del solo titolo ci fa capire davvero la complessità dell’opera, un libro datato nei primi anni ’50 e che è stato la delizia, o l’incubo, di generazioni di giovani americani che a forza o per scelta lo hanno letto.
Non è un romanzo facile, dunque, talora può apparire nemmeno tanto fluido da leggere, non scorre agilmente specie se il lettore non viene preso dalla malia di Salinger, è un romanzo difficile da capire e da digerire, e però per la stragrande maggioranza della critica riconosciuta è un gran romanzo, una bella storia, intensa, compiuta, intrigante e significativa. Un autentico capolavoro, che da solo ha donato fama e prestigio al suo autore. Da dire che Salinger era tanto sicuro del valore della sua opera, che pretendeva che venisse pubblicato con una copertina vuota, bianca, solo con titolo e autore, giacché era certo che il lettore sarebbe stato pienamente soddisfatto dal contenuto, e non dal contenitore. E non aveva torto, dato il successo ottenuto.
Idolatrato o incensato, criticato o sminuito, “Il giovane Holden” è però dai più considerato un libro magnifico, un capolavoro assolutamente da leggere, specie dagli adolescenti a cui è rivolto.
Per molti altri, però è un testo sopravvalutato. Probabilmente anche per colpa della trama, relativamente semplice: è la storia, narrata in prima persona dal sedicenne Holden Caulfield, una cronaca di pochi giorni della sua esistenza, un lungo fine settimana, trascorsi a vagabondare mentre rientra alla casa natale dopo l’ennesimo fallimento scolastico e relativa espulsione dall’istituto dove studia. In un certo senso, è un racconto senza tempo, malgrado sia trascorso quasi un secolo dalla sua pubblicazione. Holden - unico vero protagonista della storia malgrado tanti personaggi e comprimari, presenti nella storia o solo citati e ricordati, - è l’archetipo dell’adolescenza, è una specie di Gianburrasca all’americana, perciò esasperato ed esasperante alla massima potenza. Holden è il sedicenne intelligente e contestatore, cacciato da vari e rinomati istituti scolastici, critico su tutti i luoghi comuni e le regole che governano la società ‘civile’ (scuola, materie di insegnamento, professori, leggi e dogmi religiosi), alla ricerca di una propria identità personale, in conflitto con il ‘mondo’ (anche i genitori e soprattutto il padre) che lo vorrebbe coartare in schemi rigidi, stereotipati per lui inaccettabili. Dalle critiche, che coinvolgono anche compagni di scuola e le prime simpatie giovanili (Jane Gallagher, Sally Hayes), si salva solo la intelligente sorellina Phoebe, forse l’unica che sa capire ed accettare le tempeste emotive del fratello. Salinger non fa morale, non predica, semplicemente ci offre il suo eroe, ce lo fa seguire nei suoi giorni e nei suoi pensieri esattamente com’è, senza edulcorarne l’immagine, ci racconta di Holden Caulfield facendolo parlare in prima persona a ruota libera, una specie di “Ulisse” di Joyce, il ragazzo è crudo, con linguaggio pungente data la giovane età, e il lettore ne è attratto o respinto. Non è uno stupido, ama leggere e non se la cava male con i temi letterari, tanto da essere stimato dal suo professore per questo, ma non per il suo carattere diffidente e sospettoso. Il libro è piacevole da leggere, ma tale gradimento è variabile come abbiamo già avuto modo di dire.
Va letto tenendo conto in particolare che Holden Caulfield cova rabbia.
La stessa di tutti gli adolescenti: questo è il segreto alla base del suo successo.
Perché siamo stati tutti Holden, oppressi, rabbiosi, contestatori, e diciamolo pure, un po' sfigati.
Holden è una persona comune che mette tutto in discussione, non capendo immediatamente ciò che pensano gli adulti, e detesta le persone ipocrite, come gli piace ricordare frequentemente.
Questo è un libro di crescita, un racconto di prime volte, un percorso difficile di consapevolezza di sé e di ricerca della propria identità, un misto di curiosità e desideri che comprende finanche una iniziazione all’amore mercenario finito male. In sintesi, il successo di questo romanzo, che dura ancora oggi, sta proprio nel fatto che è un libro attuale: siamo tutti, o lo siamo stati tutti, dei giovani Holden. Tutti noi da ragazzi abbiamo “sfogato” la nostra solitudine in vari modi, chi si è chiuso in sé stesso in modo molto pericoloso, chi ha sofferto persino fisicamente queste ansie, il giovane protagonista del libro non è da meno, anche lui, magari come noi, si è sfogato sull’alcol e sul fumo.
I giovani continuano a farlo anche oggi, per questo vanno seguiti, e Salinger consiglia di più: vanno amati, a prescindere. L’amore è la sola cosa che davvero gli serve per crescere, e crescere bene.

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Commenti

4 risultati - visualizzati 1 - 4
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Bruno, penso di essere tra i pochi a non aver letto questo libro, e devo dire che non m'incuriosisce proprio.
siti
21 Febbraio, 2023
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Non riesco a farmelo piacere.
In risposta ad un precedente commento
Bruno Izzo
22 Febbraio, 2023
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Ti capisco perfettamente, Emilio, e non sei il solo: è un testo controverso, di difficile valutazione. I miei nipotini, costretti a leggerlo, mi hanno chiesto di spiegarglielo, e quindi per amor loro ho dovuto rileggerlo! Un caro saluto!
In risposta ad un precedente commento
Bruno Izzo
22 Febbraio, 2023
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E come darti torto! Un testo pesante, a volte, anche monotono. A distanza di anni dalla pubblicazione ancora si discute se è una...americanata, o se merita. L'ho riletto casualmente, ma alla prima lettura feci una gran fatica, andavo ancora al liceo e dovetti sciropparmelo a forza. Rileggendolo, ha pure qualche spunto buono, però desta perplessità. Più di una. Un caro saluto!
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