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Il farmacista di Auschwitz
 
Il farmacista di Auschwitz 2013-06-04 07:28:42 marika_pasqualini
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
2.0
marika_pasqualini Opinione inserita da marika_pasqualini    04 Giugno, 2013
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insomma...

lettura difficile da seguire, non segue molto un filo logico e ho dovuto immaginare chi parlava per farmi un'idea del contenuto a volte! peccato, perchè l'argomento è di tutto rispetto e anche molto originale in alcuni punti. ci sono nozioni che non si trovano altrove, ed è giusto conoscere la storia. tutti dovremmo leggere questo libro, anche solo per sapere. alla fine non ho ritenuto importante dover seguire tutto per filo e per segno, chi dice cosa. l'importante era capire COSA è stato fatto, cosa è successo realmente. però ci sono troppi intoppi, quello sì. mi è piaciuto invece il fatto che è stato dato un nome a tutti, bisogna ricordare tutte le persone menzionate, perchè sono state importanti. sia le persone perbene, sia le persone malvage, perchè i prigionieri meritano memoria, mentre le guardie e compagnia bella meritano di essere ricordate per essere disprezzate!

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Commenti

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Cristina72
04 Giugno, 2013
Ultimo aggiornamento:
05 Giugno, 2013
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Scrivere romanzi su certe tragedie è proprio di cattivo gusto e non dà filo certo da torcere ai negazionisti antisemiti, che sono ancora tanti, purtroppo.
Punti di vista Cristina io credo che scrivere romanzi su queste tragedie ci aiuta a non dimenticare.
Certo non amo i libri che "sfruttano" questa tragedia mettendola di contorno a un testo troppo romanzato come sta succedendo in questi ultimi anini,apprezzo però le testimonianze vere le reputo davvero importanti .
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
04 Giugno, 2013
Ultimo aggiornamento:
04 Giugno, 2013
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Sì ma l'autore del libro con Auschwitz non ha mai avuto niente a che fare. E' giusto leggere testimonianze autentiche, da sbattere in faccia a chi ha ancora il coraggio di negare. Tutto il resto è robetta.
Purtroppo robetta ne sta uscendo molto ultimamente , le case editrici ci sguazzano un po perché e' un tema che Tira sempre molto. Io dopo `finche le stelle saranno n cielo mi sono un po stufata, mi tengo buoni il libro di Sholmo Venezia o Alberto Sed , testimonianze che meritano veramente di essere lette.
secondo me, il resoconto è un pò confuso. Si fa un pò fatica a seguire come hanno già detto altri.
Ciò che l'autore, secondo me, vuole sottolineare è che alla fine dei conti, i carnefici, l'hanno fatta franca. Molti hanno continuato a vivere sfruttando le risorse accantonate durante lo sterminio.
Speriamo ci sia una giustizia, quella terrena non ha funzionato
In risposta ad un precedente commento

20 Gennaio, 2017
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Intrufolarmi a distanza di anni in questa discussione non ha molto senso forse!! Ma ci tenevo a dire la mia! Concordo con il fatto che tutto ciò che di romanzato nasce a distanza di anni lascia un po' il tempo che trova, ed è sempre un minimo irrispettoso nei confronti dei dolori della Shoah.
Ma l'autore in questo caso, Schlesak, se pur non ha vissuto Auschwitz in prima persona, si è trovato e si trova in una posizione da cui raccontare per non dimenticare che è a mio avviso importantissima! Figlio di una famiglia aderente al pensiero nazista, se pur non particolarmente attiva, con parenti prossimi tra le fila delle SS ad Auschwitz, con Capesius come conoscente di famiglia, che ha vissuto prima le contraddizioni del nazismo, poi le persecuzioni del regime di Ceausescu... Che vive per scelta oggi in un territorio a lui neutro, l'Italia, che ha indagato con delicatezza per anni le esperienze delle vittime e dei colpevoli, e che aggiungo sente per di più addosso a sè la colpa della famiglia... Credo ne abbia da raccontare, non tanto per gloria sua, ma per donarci qualcosa di prezioso per la memoria.
Questo è il mio pensiero, che ho maturato dopo aver approfondito questa opera per la mia Tesi, poi concordo con tutto il resto detto per carità! :)
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