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L'ussaro sul tetto
 
L'ussaro sul tetto 2013-06-22 12:29:47 andrea70
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
andrea70 Opinione inserita da andrea70    22 Giugno, 2013
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Tosto ma bello

Siamo in Provenza nel 1831, un giovane ufficiale degli ussari fuggito dall'Italia dopo aver ucciso una spia, attraversa una Francia sconvolta da una terribile epidemia di colera.
Del giovane protagonista , Angelo Pardi, descritto come una specie di cavaliere senza macchia e senza paura , conosciamo l'identità e gli scopi del viaggio solo dopo la metà del libro.
Giono descrive il colera e i suoi effetti in modo molto vivido, perfino esagerando su certi decorsi della malattia, ma anche relativamente all'intensità dell'epidemia e all'intrecciarsi di questa con le vicende storiche , in parte vere ed ispirate autobiograficamente alla vita del nonno.
Angelo arriva in una piccola cittadina dove l'ignoranza popolare sobillata da qualcuno lo trasforma in un untore di Manzoniana memoria facendogli rischiare la vita, scampato ad una esecuzione sommaria grazie all'aiuto di pochi uomini ancora in possesso di buon senso, si rifugia sui tetti della cittadina e li vive alcuni giorni, osservando la follia dilagare sotto di lui: gente che abbandona i propri cari buttandoli in strada come suppellettili rotte per paura di essere sottoposti a quarantena, i lugubri carri che raccolgono i morti e altre situazioni al limite, viste dal suo rifugio fatto di silenzio e solitudine.
Durante le sue scorribande in questo mondo particolare che sono i tetti incontra una giovane donna che condivide con lui quel poco che ha da mangiare e sembra ancora padrona di se nonostante la situazione difficile.
Angelo si sposta dai tetti e riprende il cammino , sempre sostenuto da una buona dose di prudenza ma spinto anche da un animo generoso che non viene mai intaccato nei suoi valori di umana pietà
nemmeno di fronte al pericolo di essere contagiato, si adopererà a soccorrere i moribondi e per aiutare persone in difficoltà uscendo da qualche brutta situazione grazie ad una certa scaltrezza .
Dopo aver reincontrato un caro amico e , ricevuto da lui il denaro per sovvenzionare l'insurrezione in Italia, riprende il cammino versoil suo paese e trova di nuovo sulla sua strada la giovane donna
incontrata in Provenza: Pauline. Da allora sarà il suo cavaliere, la proteggerà da ogni insidia deviando il suo percorso per condurla verso casa dove lei spera di raggiungere il marito di cui non
ha più notizie.
In un mondo in cui gli uomini sembrano aver perso i valori che li distinguono dalle bestie, Angelo e Pauline rimangono fedeli ai loro principi di lealtà, umanità, onore e rispetto.
Quasi a voler distinguere i protagonisti dai personaggi di contorno, ho notato come questi ultimi tendano tutti a scomparire improvvisamente e repentinamente dal racconto non necessariamente
perchè trapassati, semplicemente Giono se ne sbarazza non appena non sono più funzionali alla storia, sono solo comparse.
Che dire: viene considerato uno dei capolavori letterari del '900, un romanzo storico-cavalleresco in cui la grandezza non sta nella trama affascinante (non lo è) ma in come è scritto.
Le descrizioni della natura sofferente quanto l'uomo , dei paesaggi e alcune considerazioni dei protagonisti sulla morale, gli ideali della patria, sull'evolversi della società dell'epoca, sono molto belle ma è un libro che va letto con calma gustando ogni passaggio.




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