La trama e le recensioni di La bambina pericolosa, romanzo di Silvana La Spina edito da Mondadori. Catania, un afoso pomeriggio d'ottobre. Al giardino Bellini un gruppo di ragazzine è in lite e una di loro - vestiti fuori misura, anfibi rovinati, un cespuglio di capelli ispidi - sta avendo la meglio. Quando il commissario Maria Laura Gangemi interviene è tardi: la piccola "capatosta" Angelina si sta allontanando tra gli insulti delle compagne. Un gesto, una mano sulla spalla e Angelina le rivela singhiozzando di non poter più tornare a casa, pena la vita. È un attimo: in quell'attimo a Maria Laura scivola il portafoglio, la ragazzina lo afferra e subito dopo scompare. Le sue tracce portano dritte sulle pendici dell'Etna, un luogo dove si agitano vecchie leggende, come il rito della trovatura: chiunque sacrifichi un bambino può trovare un immenso tesoro. È stato questo il destino di Angelina? E quale sarebbe il tesoro? Forse quello un tempo appartenuto a un colonnello nazista, come sussurrano i vecchi? Del resto non sarebbe la prima volta che in quei luoghi si scannano innocenti. Maria Laura, che sull'Etna trascorreva da bambina estati felici, ricorda qualcosa, che però non riesce a ricostruire nei dettagli... Un passato insondabile, una storia che ha il sapore di una fiaba nera siciliana - fra trazzere di campagna e paesi chiusi nei propri segreti, dove vecchi dai volti di pietra bisbigliano di omicidi rituali. Nella sua ricerca Maria Laura non è sola: con lei la cugina Violetta, un concentrato di cinica femminilità, a Catania in cerca del marito traditore, una caccia che finirà per coinvolgere anche l'austera Maria Laura nella vita mondana della città. Al fianco del commissario, ad agitarle la mente e il cuore, ci sono poi il malinconico maresciallo Tuccari e il magnetico cardiologo Visconti. Con questo secondo romanzo dedicato al commissario Gangemi - cuore di donna e istinto da poliziotto, un vero e proprio "sbirro femmina" -, Silvana La Spina ci regala una storia appassionante, un mistero cupo e rovente come la lava dell'Etna, ma anche il racconto delicato dei rapporti di affetto e complicità che solo le donne sanno costruire. Uno sguardo acuto e coraggioso sull'anima nera della Sicilia e sulla metà oscura di tutti noi.