Narrativa italiana Gialli, Thriller, Horror La notte eterna del coniglio
 

La notte eterna del coniglio La notte eterna del coniglio

La notte eterna del coniglio

Letteratura italiana

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La trama e le recensioni di La notte eterna del coniglio, romanzo di Giacomo Gardumi edito da Marsilio. Un allucinato e terrorizzante thriller-horror nel solco di Stephen King. Un romanzo che è diventato un cult tra gli appassionati del genere. Un’inaspettata apocalisse nucleare spazza via la razza umana e trasforma la terra in un pianeta morto. Quattro piccoli nuclei familiari di San Francisco sopravvivono sigillati dentro altrettanti minirifugi antiatomici scavati nel prato dietro casa. Completamente isolati gli uni dagli altri, i superstiti possono comunicare tra loro in video grazie a un trasmettitore satellitare e per una manciata di giorni sembra che la vita possa continuare quasi normalmente. Improvvisamente, però, gli occupanti di uno dei rifugi cominciano a udire degli strani rumori, dei colpi battuti contro la pesante porta blindata che li separa dall’esterno, come se qualcuno stesse «bussando» per poter entrare, nonostante la telecamera con cui scrutano la superficie riveli loro che nessuno si è mai avvicinato. Nel volgere di poche ore gli avvenimenti misteriosi si moltiplicano, finché un inimmaginabile «coniglio» rosa penetra nel rifugio e compie un orrendo massacro.

Giacomo Gardumi è nato a Milano nel 1969. Dopo aver trascorso l’adolescenza a Roma ha studiato lingue orientali. Sposato con due figli, vive attualmente a Shanghai. Con Marsilio ha pubblicato anche L’eredità di Bric. Da La notte eterna del coniglio è stato realizzato un film coprodotto da Rai Cinema per la regia di Valerio Boserman.



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La notte eterna del coniglio 2014-08-01 14:56:46 Donnie*Darko
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Donnie*Darko Opinione inserita da Donnie*Darko    01 Agosto, 2014
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Il ruggito del coniglio

Non c'è nulla da fare. A me gli scenari apocalittici hanno sempre attratto quanto il barattolo di Nutella o una bottiglia di Barolo d'annata. Per cui imbattersi in un romanzo tale, in teoria capace di rivisitare i topoi del genere, inserendo un elemento totalmente spiazzante in un ambito tutto sommato scontato (devastazione nucleare), è stato un bel tuffo al cuore. Senza contare l'immediato collegamento con un vecchio albo di Dylan Dog -che da fan incallito seguo sin dal primo numero- intitolato "Anche i consigli rosa uccidono". Eh già, perchè al di fuori degli ermetici bunker in cui i sopravvissuti all'ecatombe si sono rifugiati, qualcosa di estremamente malvagio e inquietante trama nell'ombra. E' un coniglio gigantesco (dai, per favore, non sghignazzate), antropomorfo (mi ricorda il Frank di Donnie Darko) deciso ad uccidere nei modi più spietati i poveri segregati. Quale sia il movente non è dato sapere.
Il maggior pregio di Gardumi è quello di evitare il ridicolo, capace com'è di rendere claustrofobica e a tratti ansiogena l'atmosfera nonostante il killer sia quanto di più improbabile.
Si avverte una certa tensione, grazie ad un senso di minaccia ben delineato e instillato tramite una forza bruta e (a quanto pare) onnipotente alimentata da cieco furore.
Lo scrittore milanese però non ha uno stile eccelso, i dialoghi sono spesso banali, i personaggi poco intriganti, anzi, spesso respingenti perchè superficiali.
La concatenazione di eventi poi perde di brio in fretta, troppe le parentesi verbose che non avrebbero alcuna ragion di esistere, sino a far maturare , verso metà romanzo, uno stato di insoddisfazione crescente misto noia. Queste pecche sono presenti fin dalle prime pagine ma vengono sagacemente celate dall'effetto novità e dal riuscire a mantenere il mistero in bilico.
L'idillio tuttavia dura poco, Gardumi si perde, non sapendo più dove andare a parare e chiude in modo sciatto. Non che l'epilogo sia repellente, però si poteva far di meglio e soprattutto evitare lo "spiegone" che elimina ogni sfumatura ansiogena.
C'è del potenziale purtroppo sprecato da un incedere ripetitivo e da poco plausibili reazioni dei vari personaggi; i picchi di tensione non mancano, ma l'autore sembra non riuscire a gestire a dovere la sua creatura finendo col pasticciare.
Ho letto pareri entusiasti e stroncature, io mi pongo in mezzo, forse un pelo più verso l'insufficienza.

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