Le vendicatrici. Ksenia Le vendicatrici. Ksenia

Le vendicatrici. Ksenia

Letteratura italiana

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La trama e le recensioni di "Ksenia. Le vendicatrici", romanzo di Massimo Carlotto e Marco Videtta edito da Einaudi. Ksenia è il primo romanzo del ciclo "Le vendicatrici". Sullo sfondo dell'Italia di oggi, corrotta e criminale, quattro donne molto diverse tra loro decidono di ribellarsi al destino imposto da uomini sbagliati. Per riscattare le loro vite dovranno diventare Le Vendicatrici. Ksenia è venuta da molto lontano per inseguire il sogno del principe azzurro ed è sprofondata nell'incubo della «tratta delle spose». Ha solo un modo per liberarsi da quell'inganno e tornare a vivere: sfidare i suoi persecutori. Un'impresa impossibile, se sei sola, ma non se ad aiutarti intervengono Luz la colombiana, Eva la profumiera e la misteriosa, feroce Sara. L'amicizia le rende piú forti. L'amore le rende spietate.

Massimo Carlotto (Padova, 1956), è tra gli scrittori italiani uno di quelli che con maggiore consapevolezza ha usato il noir come genere capace di raccontare le trasformazioni, anche nascoste, della società. Marco Videtta è nato a Napoli nel 1956 e vive a Roma. Ha pubblicato saggi e articoli su cinema e letteratura. Lavora come sceneggiatore, story editor e produttore per la fiction televisiva e il cinema. Con Massimo Carlotto ha scritto il bestseller Nordest, premio Selezione Bancarella, e Ksenia, il primo romanzo del ciclo «Le Vendicatrici» (Einaudi Stile Libero 2013). Nel 2009 ha pubblicato per e/o Un bell'avvenire. I suoi romanzi sono stati tradotti in francese, inglese e tedesco.



Recensione della Redazione QLibri

 
Le vendicatrici. Ksenia 2013-06-13 16:32:35 antonelladimartino
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antonelladimartino Opinione inserita da antonelladimartino    13 Giugno, 2013
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LO DEVI CAPIRE ANTONINO BARONE

In questo romanzo vanno in scena i mostri italiani. Hanno carne e ossa, un volto umano, un comportamento disumano. Sono il lato peggiore del nostro paese, ci appartengono. Ma non sono i protagonisti assoluti di questa storia: accanto a loro vivono anche gli angeli, miracoli di umanità poco visibili, che nascondono una forza insospettabile. E poi ci sono loro, le vendicatrici, le vittime unite nella ribellione. La loro vendetta non è un lusso, ma una necessità, una via obbligata per tornare alla vita.

Vendicatrici e mostri sono i protagonisti, principali ma non unici, di questa prima tappa di un ciclo che promette tragedie e commedie, crimini e rivincite, eccessi di vita e di morte in cui il femminile occupa i posti più in vista del palcoscenico. Il primo enorme, italianissimo mostro che incontriamo è maschio: gli bastano poche frasi e pochi gesti per farsi apprezzare in tutto il suo orrore. Antonino Barone è l’avidità fatta uomo, la corruzione che prospera e ingrassa senza limiti. Non vivrà a lungo, ma la sua presenza si estende all’intero spazio narrativo.Un eccellente ritratto di cravattaro, che evoca altri mostri di felliniana memoria, ma si distingue per le sue passioni anomale e lo squallore che lo circonde.

Antonino Barone possiede una caratteristica peculiare anche ad altri mostri del romanzo: tiene famiglia. Probabilmente non è vero che ognuno ha bisogno di qualcuno da amare, ma di certo l’amore per qualcuno si può conciliare senza problemi con la crudeltà, anche la sua estesa. Antonino Barone e la sorella Assunta formano una coppia insolita. Si amano davvero. Il resto del mondo per loro è una preda da sottomettere, da far soffrire, da torturare, da divorare. L’avidità li lega e li nutre entrambi. Uniti da una passione davvero insolita, i fratelli Barone celebrano il loro amore condividendo il pasto. La loro storia rappresenta il familismo amorale in tutta la sua carica distruttiva.

Sadica e corrotta, oppressa da una religione di riti e paura, Assunta perde il suo centro di gravità quando Antonino viene ucciso: sbalzata in un’altra orbita, è costretta a fare i conti con un vuoto di potere che sembra davvero incolmabile. Una volta indossati i panni di vedova nera, è dilaniata tra il bisogno di prendere il posto del fratello e il desiderio di vendicarlo. A mio parere è il personaggio più riuscito del romanzo: la sua lotta per la vendetta e per il potere conduce il lettore in un ambiente soffocante, governato da leggi inesorabili, privo di spazi liberi.

La prima vendicatrice, si presenta insieme alle altre, ma in questa tappa la sua storia occupa il centro del palcoscenico. Si chiama Ksenia e ci racconta la storia delle spose siberiane: fuggita da una terra di miseria e di maschi violenti, cerca in Italia un marito decente e una vita migliore. Trova Antonino Barone e sua sorella, che la usano come schiava sessuale e la massacrano di attenzioni. Sceglierebbe la morte se fosse possibile, ma l’alternativa è di gran lunga peggiore. Ksenia non ha scelta: subisce la sottomissione per forza; incontra l’amore e l’amicizia per caso; infine si ribella per ricominciare a vivere.

Lo stile semplice del linguaggio, l’ottimo ritmo, i dialoghi asciutti e realistici narrano senza eccessi una storia dai colori molto forti e una Roma autentica, vissuta tra corruzione e bellezza, vitalità e decomposizione. Prossimamente, arriverà il turno delle altre vendicatrici.

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altri romanzi degli stessi autori. Noir di qualità.
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Le vendicatrici. Ksenia 2013-07-04 17:13:13 marccorazz
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marccorazz Opinione inserita da marccorazz    04 Luglio, 2013
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..dormo o son desto ???

Cosa si può aggiungere a due eccellenti recensioni come le due precedenti........!!!!!! posso solo dire che le condivido in pieno e che hanno colto perfettamente nel segno, nel senso, nel significato e nel sentimento di questo primo episodio.

.......però......divorando le pagine di questo noir, a me è sembrato che oltre le quattro protagoniste che, una alla volta, in ogni episodio, saranno messe in primo piano, la vera protagonista sia in realtà Assunta. O è solo che a me ha colpito questo personaggio in modo particolare. Donna certamente malata dell'amore incestuoso per il fratello, ma con il tipico senso religioso dei mafiosi e co., che non le permette di consumare l'amore per il fratello, perchè questo è peccato, ma che non le impedisce di estorcere, ricattare, sodomizzare e uccidere. La morte del fratello la catapulta in un gioco forse più grande di lei, di cui deve ancora imparare bene le regole e soprattutto le mosse contromosse adatte. E questo le sarà fatale!!!!

Tutto ciò mi ha portato a riflettere sulla condizione umana di questi personaggi di spicco della malavita: potenti, con tanti soldi ma....irrimediabilmente soli, senza veri amici e senza nessuno su cui poter contare. Con la consapevolezza che c'è sempre qualcuno, a volte anche più di uno, che farà di tutto per prendere il loro posto. Condannati a guardarti le spalle sempre, spesso a vivere in solitudine e sempre in fuga. Pensano e vogliono far credere che coloro che li circondano li rispettano ma........non si tratta certo di rispetto. E' solo "PAURA" !!!!! E poi finisce quasi sempre che a fregarti è qualcuno che credi essere tuo amico.

Che vita di m........!!!!

Ora, vediamo cosa succede negli altri episodi.

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chi legge noir italiano di livello, e non perchè questo non possa essere di livello internazionale, .....va ben oltre !!!!!
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Le vendicatrici. Ksenia 2013-06-21 09:22:53 gracy
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gracy Opinione inserita da gracy    21 Giugno, 2013
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Ti presento Ksenia, la tua sposa siberiana.

" La vendetta è come la caccia. Richiede freddezza. E una paziente strategia. In piú, nella vendetta non c’è limite alla fantasia. Usala."

Che le donne sono vittime degli uomini non è una novità e questa spiacevole affermazione la ritroviamo in ogni angolo di mondo, su ogni stralcio di giornale, su tutti i telegiornali e talkshow…
Che brutta cosa che sto scrivendo! E’ davvero una brutta affermazione e buttata così con parole quasi afone è davvero fastidiosa.
Questo non è l’effetto che mi ha suscitato una volta iniziata e finita la lettura di questo libro.
Mi ha riportato alla memoria le peripezie e le violenze che ha dovuto subire Laila in una lontana e retrograda Afganistan in “Mille splendidi soli”, perché alla fine ha prevalso la vittoria di questa donna e il riscatto alle angherie, grazie alla sua tenacia e alla calda penna di Hosseini. O alle imprese dell’indimenticabile Lisbeth Salander, che da sola tesseva spietate vendette, fin troppo caldeggiate dalla penna di Larsson.

“Le vendicatrici” è un ciclo di romanzi sui soprusi inferte alle donne, Ksenia è il primo romanzo e il riscatto di Ksenia, Luz, Sara ed Eva avviene seguendo una logica raccapricciante, commovente, fredda, scalpitante, agghiacciante, metodica e sorprendente, perché il mostro non è solo l’uomo dominatore che tiene la donna al guinzaglio corto, ma anche la donna, quella forte, ricca, malata, pazza e in questo episodio si chiama Assunta.

Massimo Carlotto e Marco Videtta hanno creato un libro carico di emotività, hanno messo dentro un bel po’ di cronaca nera: una ragazza siberiana venduta a un finto principe azzurro, una bella latino-americana che pur di fare tanti soldi si prostituisce, una moglie frustrata perché il marito ha sperperato il patrimonio alle slot-machine e una misteriosa spygirl tutto fare. Tanta carne al fuoco che ci riporta a storie di sottomissioni, stupri, perversioni da un lato e l’ambizione a rischiare tutto con la vendetta personale dall’altro.
Incredibile narrazione empatica e diretta, dai contenuti violenti che si snocciolano con piccoli pugni nello stomaco e come sottofondo Roma del centro storico e dei quartieri per bene visti da un’altra ottica, quella degli strozzini, degli sfortunati sotto le grinfie dei taccheggiatori più infami…una Roma stupida, beffeggiata, oltraggiata e corrotta.

Carlotto è sempre stato un bravo scrittore quando si è trattato di raccontare le storie più estreme sulla violenza quella profonda, quella dell’uomo visto nell’intimo più oscuro, quello in grado di commettere atrocità alienabili e senza scrupoli, anche questa volta, in un contesto nuovo si è dimostrato di essere all’altezza, mantenendo alto il livello di suspance e di sentimenti autentici come l’amore e l’amicizia, dando voce alle donne deboli destinate ad essere ingurgitate e digerite, che risalgono dagli inferi grazie alla tenacia, ribellandosi agli strozzini con le loro forze, dove le indagini poliziesche si limitano a fare da contorno.

“Prendere le bestie coi lacci, accerchiare coi cani ampie radure…è questo quello che dobbiamo fare.”

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