Romanzi

Notte fatale

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Notte fatale
Ma non è stato il primo figlio maschio, dopo sette femmine, come Hadj ha fatto credere a tutti, bensì una donna travestita ed educata a comportarsi come un uomo per preservare l’onore del padre e il patrimonio di famiglia. Mohamed ha dovuto aspettare quasi vent’anni e la morte di Hadj, avvenuta nella ventisettesima notte di Ramadan, la “notte fatale” nella quale i destini degli uomini vengono suggellati, per essere liberato dal suo fardello, dalla violenza e dalle menzogne che la intrappolavano e così diventare, con l’ultima benedizione paterna, Zahra. La sua emancipazione da un ruolo e da una esistenza che le sono state imposte sarà rapida e tumultuosa, e la guiderà attraverso un apprendistato alla vita talvolta traumatico e doloroso, ma che la vede, finalmente, libera. Dopo "Creatura di sabbia", in cui aveva raccontato la storia di Mohamed, Tahar Ben Jelloun in "Notte fatale", con cui ha vinto il premio Goncourt, riporta sulla pagina un personaggio indimenticabile che ora, libero di essere Zahra, deve affrontare i pregiudizi della società marocchina e il disprezzo della sua famiglia pur di essere se stessa.

Letteratura straniera

Mattino e sera

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3.8 (1)
Mattino e sera
Un bambino viene al mondo; si chiamerà Johannes, sarà un pescatore. Un uomo ormai anziano muore; si chiamava Johannes, era un pescatore. Mattino e sera si estende tra i due estremi della vita, come tra i due estremi del giorno, tra i pensieri di un padre che vede nascere suo figlio e quelli di un vecchio che affronta le cose di ogni giorno, nel suo ultimo giorno, cose sempre identiche, riconoscibili, eppure definitive. Con una lingua vivida e aderente ai dettagli più minuti dell’esistenza e della sua bellezza, percorrendo le domande più importanti di ogni uomo – le più semplici e assolute – Jon Fosse scrive una novella di incredibile potenza poetica, che conferma ancora una volta il talento del più grande scrittore norvegese contemporaneo.

Letteratura straniera

Autore

Eden

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3.5 (2)
Eden
Linguista, docente universitaria, correttrice di bozze, Alba è un’esperta – e un’amante – delle parole, e il tema delle lingue in pericolo di estinzione le sta a cuore, dal momento che l’islandese ne fa parte. Per questo interviene in conferenze in tutto il mondo, il che per lei, abitante di un’isola a nord del Circolo polare artico, significa per forza salire su un aereo. Di ritorno dal convegno, Alba fa una riflessione: per compensare la sua impronta di carbonio di quell’anno, dovrebbe piantare cinquemilaseicento alberi. Questo è l’importo, inevitabilmente parziale, del debito che ha nei confronti del pianeta. Perciò, quando legge l’annuncio di una proprietà in vendita fuori città, Alba non ci pensa due volte. L’appezzamento, che comprende un casolare da ristrutturare, è il posto giusto per realizzare un progetto di riforestazione. Nonostante sia un terreno di rocce, lava e sabbia, sferzato dal vento, tutt’altro che fertile... Ma Alba non si lascia scoraggiare dai presupposti avversi. Né tantomeno dai sospetti del vicino, il ruspante allevatore di pecore Álfur, o dalle critiche della sorella Betty, che la assilla con le sue telefonate. Su consiglio di Hlynur, comandante di marina in pensione e appassionato di selvicoltura, amico del padre, Alba comincerà dalle betulle, che resistono a quelle latitudini. La linguista trascorre così il tempo libero tra vanghe e zappe, alle prese con un muretto che impara a costruire dai video in rete, apprezzando il contatto con la natura e affezionandosi alla piccola realtà locale – qui la panetteria ha un reparto bricolage e l’alimentari ospita la filiale della banca. Stringe amicizia con Håkon, del negozio della Croce Rossa, e incontra Danyel, un giovane rifugiato in fuga dalla guerra che ha un grande talento per l’islandese. A poco a poco Alba si impegna sempre di più in quel suo originalissimo Eden privato, tanto da decidere di vendere l’appartamento in città e trasferirsi nel casolare. Anche grazie a Danyel, quella che sembrava solo un’idea stravagante per Alba prende la forma di una possibilità: di un nuovo inizio, di una vita più ricca, della libertà di scegliere finalmente le parole per riscrivere la sua vita con i versi di una luminosa poesia.

Letteratura straniera

L'anno che bruciammo i fantasmi

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3.0 (1)
L'anno che bruciammo i fantasmi
Nella primavera del 2020, mentre il mondo è in lockdown e Minneapolis vive giornate di rabbia e guerriglia urbana a seguito dell’uccisione di George Floyd da parte di un poliziotto bianco, la protagonista Tookie, una donna di mezza età con un passato difficile e turbolento, si ritrova a fare i conti con l’inopinato ritorno sotto forma di spettro di una petulante cliente della libreria in cui lavora, morta di infarto poco prima. Mentre la tensione cresce in parallelo nelle strade della città così come nell’animo e nella vita personale della protagonista, Tookie scoprirà qualcosa su di sé e sulla propria storia che nella sua infanzia defraudata era andato smarrito. Un romanzo spiazzante e avvincente che impasta, fra lampi di black humour, ironia e abbacinanti sprazzi poetici, il tema della cultura tradizionale degli indiani d’America e quello dei diritti delle minoranze etniche, demolendo sistematicamente i luoghi comuni che dominano l’immaginario collettivo sui popoli nativi, cantando la passione e l’amore per la letteratura. Perché i libri, dice la Erdrich (che nella trama si riserva un sorprendente cammeo) contengono tutto ciò che vale la pena di sapere, tranne ciò che conta veramente.

Letteratura straniera

T

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3.5 (2)
T
Ha solo undici anni, Gopi, quando muore la madre. Per zia Ranjan lei e le due sorelle maggiori non sono che «selvagge». Così ha detto al padre di Gopi: sottintendendo che non rispettano le regole della comunità indiana a cui appartengono. E aggiungendo che per dargli una mano è pronta a prendersi in casa una di loro. Per il momento, però, il padre pensa che le figlie abbiano bisogno di appassionarsi a qualcosa che le accompagni poi «per tutta la vita» – e decide che sarà lo squash. Non funzionerà per tutte: l’unica che diventerà sempre più brava, e continuerà caparbiamente a cercare di scoprire, fra le quattro pareti del campo (ma non solo), che cosa fare dei suoi sentimenti, della sua vita, delle persone che incontra, e a quali traguardi può aspirare, sarà Gopi. Ed è lei stessa a raccontarci quell’anno di lutto e di rinascita – l’anno in cui sperimenta il dolore e l’assenza, ma anche la tenerezza e la determinazione, i cambiamenti del corpo e le sue potenzialità, le regole e la necessità di trasgredirle – con una voce insieme pacata e audace, sommessa e perentoria.

Letteratura straniera

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