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Tenera è la notte Tenera è la notte

Tenera è la notte

Letteratura straniera

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Francis Scott Fitzgerald ha condensato come in uno straziante testamento in questo libro che conosce molte versioni, ma non quella definitiva, la cronaca del naufragio di una generazione, la storia di un amore esigente e crudele vissuto, anzi patito, come un peccato capitale, la denuncia della seduzione del denaro e la confessione dell'inevitabile sconfitta della sensibilità.



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Tenera è la notte 2021-02-14 19:01:20 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    14 Febbraio, 2021
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Quella tenda finirà per rompersi

Storia di un amore distruttivo, "Tenera è la notte" è tra le opere più fortemente autobiografiche di Fitzgerald, tanto che nei caratteri dei coniugi Diver è facile riconoscere i ritratti dell'autore stesso e di sua moglie Zelda. Una scelta indubbiamente coraggiosa, perché il romanzo -pur eccellente dal punto di vista stilistico- difficilmente risulta piacevole per i suoi personaggi, che vengono sempre presentati come ricchi di vizi e difetti.
La storia comincia però da una prospettiva completamente diversa, e ben più positiva. Mescolando dei personaggi molto vicini a quelli de "Il grande Gatsby" alle ambientazioni de "Il malinteso" della Némirovsky, la vicenda si apre con l'arrivo dell'avvenente Rosemary Hoyt sulla Costa Azzurra degli anni Venti; la giovane è un'attrice americana in vacanza e subito la vediamo fare la conoscenza di un gruppo molto affiatato e socievole di suoi connazionali, tra i quali spiccano per carisma Dick e Denise Diver. La ragazza si professerà da subito innamorata di Dick e, più in generale, affascinata dalla vita festaiola e sempre allegra dei suoi nuovi amici.
Come Rosemary viene illusa sulla vera natura delle persone conosciute durante la vacanza, così il lettore è portato erroneamente a pensare che lei sia la protagonista della storia. In realtà già dalla seconda delle tre parti di cui il romanzo si compone diventa chiaro come il tema centrale sia la relazione tra Dick e Denise, disfunzionale già dalle sue premesse: vediamo infatti come i due si siano incontrati nella clinica in cui lei era ricoverata per degli episodi di schizofrenia; l'amore di Dick è nato quindi principalmente dal desiderio di curare la donna, e il suo atteggiamento diventa con il tempo sempre più scontento e depresso, anche a causa della grande ricchezza della famiglia di lei che sminuisce sempre più l'importanza del suo lavoro come medico.
Se nella parte incentrata su Rosemary risulta un po' difficile seguire con chiarezza gli eventi, dal momento in cui ci vengono forniti i retroscena sulla relazione tra i Diver la narrazione diventa nettamente più comprensibile. Sono presenti anche diversi momenti molto violenti, come ferite gravi o delitti, che però non hanno alcuna ripercussione apparente sulla trama; non sapremo mai come si sia risolto l'omicidio dell'uomo nella stanza di Rosemary ad esempio, e questo può essere frustrante, ma la ragione è chiara: si tratta di scene atte solo ad innescare la ricaduta di Denise, e sarebbe inutile occuparsene come se si trattasse di un mystery.
Come già accennato, i personaggi sono molto sgradevoli con la sola eccezione (forse) di Denise. La maggior parte palesa vizi come l'abuso di alcool o la scelta di intraprendere delle relazioni extraconiugali, mentre gli altri dimostrano delle indoli maligne ed altezzose. Lo si vede chiaramente da come cambiano i rapporti tra i Diver ed i loro cosiddetti amici nel corso degli anni; o ancora dal modo in cui quando un personaggio si trova in difficoltà sia pronto a chiede aiuto, ma una volta riguadagnata la sicurezza non si dimostri grato.
Questa caratterizzazione non è un difetto, perché personaggi sono scritti come odiosi in modo consapevole. Non si può dire altrettanto della maniera in cui vengono rappresentate le donne (soprattutto le mogli), gli afrodiscendenti e gli omosessuali; capisco benissimo che si tratta di un romanzo del secolo scorso -nel mio caso doppiamente penalizzato per l'edizione degli anni Sessanta- ma alcune frasi fanno sì che questo titolo non risulti invecchiato benissimo.


NB: Libro letto nell'edizione Mondadori

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Tenera è la notte 2021-01-08 17:32:18 68
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68 Opinione inserita da 68    08 Gennaio, 2021
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Parabola discendente

“ Tenera è la notte “, tormentata creatura di un autore ormai sprofondato in uno stato di inedia e disperazione nell’ ultima parte della propria vita, privata e professionale, tra alcool, debiti e cliniche psichiatriche, scritto in un arco temporale di nove anni, più volte riveduto e corretto, con l’idea inevasa di cambiarne la struttura riordinandone i flussi temporali, risente di tutto questo e lo riflette nella palese identificazione Fitzgerald-Dick, l’ indiscusso protagonista del romanzo.
Tre libri che ricostruiscono periodi diversi della vita del protagonista, un incipit che restituisce il dopo nella splendente e soleggiata Costa Azzurra, tra turisti facoltosi e avventure galanti, tanti momenti di mondanità all’ insegna della superficie.
È qui che Rosemary, giovane attrice sospinta e fagocitata dalla vanità materna, si invaghisce dell’affascinante Dick Diver, talentuoso psichiatra americano circondato da un’ aura di durezza, autocontrollo e disciplina, da tempo maritato con la bellissima ereditiera Nicole Warren, una ex paziente tuttora vittima di un’ infanzia violata.
È il secondo libro, che ci riporta nel passato, a essere il vero cuore del racconto, la rappresentazione della parabola ascendente e discendente di un giovane dottor Dick, medico colto, mansueto, gentile, rivolto con tutto se stesso alla propria professione.
Sarà l’ incontro fatale con Nicole, l’adempimento del proprio ruolo medico e coniugale, il patto stipulato con la sorella di lei, il potere del danaro, a generare il cambiamento, un disfacimento personale e famigliare, il graduale abbandono della professione, una vita di contorno e di attesa, tra alcool, avventure galanti, recite inopportune.
Una corsa confusa, una infelicita’ manifesta e negata, uno stato di inettitudine confermato dalla inaffidabilità, anni dopo agli occhi dei più Dick pare un uomo perfetto, fascinoso, carismatico e influente, in realtà di lui è rimasto ben poco se non il riflesso del proprio matrimonio, così splendidamente convenzionale e svuotato di ogni sentimento.
Una recita nella recita, perfettamente riuscita ma poco gratificante, un legame costruito attorno a una patologia femminile con ripetute crisi di nervi nel bel mezzo di viaggi, tra cliniche e tradimenti, il denaro come equilibratore e anestetico.
Un matrimonio da tempo svuotato, evaporato nell’ indifferenza del comportamento ondivago di Dick, il progressivo distacco dalla propria vita, cuore di un terzo libro che per qualcuno prevederà una rinascita, per altri uno stato di totale abbandono a se stessi e una crisi di identità, riconosciuta e confermata da terzi, impossibile recuperare il passato.
E allora si susseguono anni bui, rivolti all’ ignoto, rassegnati all’ ovvio, incarcerati in un improbabile oggi mentre c’è chi progetta il domani.
Un romanzo polifonico, rimescolio di un amore viziato e turbolento, lo stato di malattia, la fuga da se’ divorati da un’ ambizione mal riposta, l’ ingresso nella upper class, solo a tratti inserito in temi storicamente rilevanti, la grande guerra con i suoi esiti nefasti, per declinare nelle crepe della vita di un uomo e del suo sistema relazionale, assumendo forti connotazioni autobiografiche, si pensi al rapporto e alla identificazione Zelda-Nicole.
Dicker sopravviverà a Gatsby da morto vivente pagando un enorme tributo a se stesso. Forse il suo stato di inedia è un gesto estremo di commiserazione o di condanna, a sua volta di malattia, azzerato da un fallimento personale e professionale, un mal di vivere possibile solo in superficie tralasciando lo scopo prefisso, indirizzato a una tenebrosa e malinconica strada che risuona ai ritmi del blues...

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Tenera è la notte 2019-09-22 20:52:51 cristiano75
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cristiano75 Opinione inserita da cristiano75    22 Settembre, 2019
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Orribile pappone

Confesso che appena finito il libro, sono sceso in strada è l'ho ficcato nella pattumiera della carta.
Spero lo abbiano bruciato e riciclato per farci coriandoli.
Più che un libro, un pappone da servire a qualche turista sprovveduto.
Discorsi senza senso. Questi attori e attrici che si friggono al sole, si lasciano, si tradiscono, ritornano insieme. Vanno alle feste. Sono troppo fichi, talmente fichi che il resto del mondo conta meno di un pannolino sporco abbandonato in mare.
Una trama piatta, ripetitiva.
Avevo letto Gatsby è anche li c'erano dei tempi morti, ma almeno la trama esisteva, c'era una certa vena poetica.
Qui invece il nulla del nulla. Mi assopivo con il libro sul petto e poi per spirito sadico continuavo a leggerlo.
Le ultime pagine le ho sfogliate solamente con un idea in testa: il cassonetto della carta.....

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Tenera è la notte 2019-08-23 06:30:50 Clangi89
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Clangi89 Opinione inserita da Clangi89    23 Agosto, 2019
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La notte non interrompe il tempo

Reduce dalla lettura appassionata del Grande Gatsby mi sono dedicata al medesimo autore con Tenera è la notte. Trattasi di un romanzo, quest'ultimo, di spessore, in quanto affianca tematiche non leggere, quali, le instabilità mentali, i sentimenti, l'alcolismo, il decorrere del tempo, i soldi, le apparenze e le amarezze.
Lo stile narrativo è decisamente descrittivo. Fitzgerald ci guida tra la Francia del Sud e la Svizzera in un sentiero che ripercorre il presente e il passato dei protagonisti di origine americana che vivono nel vecchio continente. Spiagge e montagne, sorrisi e amarezze si confrontano costantemente.
Trama di per sé semplice con pochi ma significativi eventi intervallati da vicende effimere e sdrucciolevoli quanto le apparenze mondane che fanno da sfondo. Dick è dottore in psichiatria e proprio grazie alla professione si infatua della giovane Nicole, paziente presso un collega operante in una rinomata clinica svizzera. La donna ha infatti ha subito traumi giovanili di non poco conto dai quali lentamente ne esce. Dai sentimenti ne nasce una futuro insieme. L'amore che cura gli animi è accompagnato dal cospicuo patrimonio di lei che permette di viaggiare e godersi la vita.
Dick è dotato di spirito accattivante ed esuberante con tutti grazie alla battuta pronta, alla prontezza ed alla grande volontà di aiutare la moglie. Egli apparteneva a coloro che possedevano quel fascino e "dovevano usarne a piene mani e continuare ad attrarre gente di cui non avevamo alcun biaogno."
Le lunghe e pigre estati in Costa azzurra permettono alla coppia di assaporare le élite emergenti della società e conoscere stelle del cinema, arricchiti di borsa, etc. Proprio su una spiaggia soleggiata conosciamo la neodiciottenne Rosemary, promessa del cinema americano, pallida ed attraente. La conoscenza della famiglia Diver per la giovane rappresenta l'Amore con la "a" maiuscola. L'infatuazione tra la ragazza e Dick e l'attrazione che la stessa prova per Nicole avranno risvolti nel tempo. Proprio il tempo che scorre percuote gli animi, assottiglia le energie e dona splendore, a seconda dei personaggi. Assistiamo al decadimento di Dick, al disfacimento dei sentimenti, nonché all'amarezza dei fallimenti. No, non tutto è perduto, non tutto è nero perché il tempo rimescola le carte e non si scorda di nessuno. La fragile Nicole trova energie ed esplora spazi inespressi all'interno dei suoi sentimenti, mentre la stella nascente insita in Rosemary inizia a risplendere. Donne che emergono e uomini che precipitano, per poi rialzarsi, forse, perché "le cose stanno in un modo che non puoi fare come vorresti".
Personalmente ho preferito il Grande Gatsby; con Tenera è la notte numerosi sono i dettagli superflui i quali tuttavia, ammetto, rendono il clima di vacuità rappresentato dal denaro che dona e toglie qualcosa, sempre. Ho faticato ad ultimare il libro seppur riconoscendo lo spessore dei temi trattati e lo stile molto fotografico e sicuramente sottile delle scene che si susseguono. Interessante e studiato è il contrasto tra il sole del Mezzogiorno francese e l'oscurità dell'animo umano rappresentato, questo, dai toni scuri senza stelle di lunghe notti buie. Mal di vivere e gioie hanno confini labili tra i personaggi e nelle singole vite che si intersecano inciampando negli imprevisti dei destini.

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Il Grande Gatsby
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Tenera è la notte 2018-01-13 18:18:15 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    13 Gennaio, 2018
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Cruel is the life

E' incredibile quanto Fitzgerald abbia messo di sé in questo romanzo. Mi è sembrato quasi di percepire il sangue e le emozioni che lo scrittore vi ha gettato dentro, neanche fosse un calderone in cui far ribollire tutte le sue sofferenze. Sì, perché è chiaro che almeno nei suoi personaggi chiave siano trasfigurate sua moglie; le sue conoscenze; egli stesso.
Il suo stile è di altissimo livello, assolutamente tra i più belli che mi sia trovato a fronteggiare: anche se in certi tratti può risultare pesante e di ardua comprensione, in altri si lascia andare a una prosa fluida e quasi poetica.
I personaggi di "Tenera è la notte" sono vivi, lo specchio perfetto di quegli anni Venti in cui la frivolezza e l'abbandonarsi ai "piaceri" della vita era un modo dilagante per sottrarsi ai suoi orrori. L'empatia che si crea con le personalità tratteggiate da Scottie (scusate, ma ormai questo autore lo sento mio) è profondissima: che questo sia dovuto al fatto che il loro carattere sia plasmato da persone ben note a Fitzgerald non è che un dettaglio, perché l'autore ha l'immenso merito di averli resi nel modo più umano possibile, tanto che le loro azioni e reazioni sono in grado di scatenare un turbinio di emozioni.
La trama e gli eventi possono sembrare banali, prevedibili, addirittura frivoli, ma questo non è nulla se paragonato all'affresco d'umanità che ci viene posto dinanzi: carico di contraddizioni, di conflitti interiori, di cambiamenti palpabili, dolore e gioie fugaci.
I personaggi sono l'anima di un romanzo e Fitzgerald in questo era un vero e proprio maestro, così come ho avuto modo di appurare in Gatsby (in quel caso concentrando tutto su un unico grande personaggio), e anche in quest'ultimo romanzo.

Il romanzo ha inizio con l'arrivo di Rosemary Hoyt, giovanissima e bellissima attrice Hollywoodiana, su una spiaggia della Costa Azzurra. Qui incontra Dick e Nicole Diver, due personalità straripanti, circondate da una combriccola di persone variegate che quasi li venera, pur covando in segreto i più variegati sentimenti. Il sentimento che la giovane e ingenua Rosemary proverà sarà il primo amore nei confronti del bellissimo Dick Diver, medico psichiatra non esercitante la professione e in grado di mantenersi grazie ai soldi della moglie.
L'incontro con Rosemary sarà lo snodo cruciale che cambierà la vita dell'ex dottore. Nicole Diver, difatti, è una sua ex paziente con gravi problemi di schizofrenia, follemente innamorata di lui dalla prima volta che lo ha visto e che ha sempre visto in lui l'ancora di salvezza dalla sua malattia. Dick, a suo tempo, si innamorò di quella ragazza bellissima e, pur essendo consapevole di quanti problemi può generare un rapporto intimo tra uno psichiatra e la sua paziente, decide di sposarla e ha con lei due figli.
Il tempo tuttavia, farà luce su verità dolorose e l'incontro con Rosemary sarà cruciale: gli permetterà di aprire gli occhi sulla sua vita sacrificata a una donna per salvarla dalla sua malattia, e l'uomo che per anni era stato un punto di riferimento per tantissime persone, fonte smisurata di allegria, sicurezza e mondanità, comincerà a vacillare in maniera inversamente proporzionale alla guarigione della moglie.
Il percorso che seguiamo in questo romanzo è molto triste; è doloroso osservare i cambiamenti che hanno luogo nella vita e nell'animo dei personaggi e soprattutto del nostro protagonista, eppure è uno di quei viaggi che vale la pena fare.

"Si scrive di cicatrici guarite, un parallelo comodo della patologia della pelle, ma non esiste una cosa simile nella vita di un individuo. Vi sono ferite aperte, a volte ridotte alle dimensioni di una punta di spillo, ma sempre ferite. I segni della sofferenza sono confrontabili piuttosto con la perdita di un dito o della vista di un occhio. Possiamo non perderli neanche per un minuto all'anno, ma se li perdessimo non ci sarebbe niente da fare."

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Follia di Patrick McGrath
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Tenera è la notte 2013-12-17 10:59:30 Cristina72
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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    17 Dicembre, 2013
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“Davanti a noi, chilometri di notte”

La notte è tenera per Dick e Nicole Diver, che iniziano ad amarsi circondati dall'oscurità e la illuminano, o almeno si illudono di farlo.
Giovane coppia di coniugi americani residenti in Costa Azzurra, costituiscono il polo d'attrazione di una compagnia ricca e chiassosa di connazionali alla ricerca di quei piaceri mondani che la generazione degli anni Venti insegue ossessivamente.
Tutto brilla di una luce intensa e falsa, persino il sole della riviera, dietro la superficialità patinata dei dialoghi.
L'inizio del romanzo sembra concentrarsi sull'educazione sentimentale di Rosemary, starletta hollywoodiana in vacanza che resta ammaliata dal fascino dei Diver in generale e di Dick in particolare. L'infatuazione, per quanto priva di profondo significato, segna in qualche modo la fine del rapporto tra i due protagonisti, e non solo.
Lo stile nella prima parte è nebuloso e la narrazione procede lenta, tra allegorie, episodi staccati dal resto della trama e flussi di coscienza.
I personaggi restano distanti e ce la mettono tutta per recitare la loro parte: “La guardia più forte è posta ai cancelli del nulla. Forse perché la condizione di vuoto è troppo vergognosa per venir divulgata”.
L'impressione è nel complesso irritante, con la sensazione che si voglia temporeggiare lasciando a bella posta il lettore fuori da una qualche importante verità.
La rivelazione arriva nella seconda parte e parla di traumi, schizofrenia, alcolismo.
A questo punto si capisce che il fulcro del romanzo è un grumo di dolore a cui lo scrittore si accosta cautamente, per gradi, e forse anche con un certo pudore, rivelando molto di sé e del suo travagliato rapporto con la moglie malata di mente.
“Controllati, Nicole!”. Dick la tiene per mano nei labirinti oscuri della demenza, aiutandola a superare il sonno della ragione. Ma combattere certi mostri ha un prezzo.
Dapprima salvifico nel ruolo di marito/psichiatra, cade sempre più a pezzi e nella sua sincerità alcolica perde gli “amici”, rivelando un isolamento esistenziale che ispira pietà.
Sembra non avere più alcun posto nel mondo, è un sole che si spegne senza che a nessuno importi granché.... “Mi pare che potrebbe avere la delicatezza di andarsene”.
Ed ecco l'uomo “tipico” di Fitzgerald, il suo alter ego: così diverso dagli altri, così solo.



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Tenera è la notte 2013-10-17 07:58:11 AndCor
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AndCor Opinione inserita da AndCor    17 Ottobre, 2013
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L'amara fine del 'sogno americano' di Dick Diver

È bello tornare a recensire un libro dopo un po' di tempo, perché sembra quasi che dall'ultima volta non ne sia passato, appunto, di tempo.

Il tempo.
Quel tempo che scandisce il ritmo quotidiano di ogni essere vivente. Di ogni essere umano. Anzi, di tutti gli esseri umani tranne uno.
Quell'uno che risponde alle generalità di Francis Scott Fitzgerald, il quale è riuscito a scrivere un romanzo straordinariamente 'fuori dal tempo' sia per lo sviluppo atemporale della trama sia per la novità del suo pensiero letterario volto a criticare la ricchezza, considerata distruttrice della coesione sociale e fonte di contese ed invidie. Un pensiero decisamente troppo moderno per il contesto storico-sociale nel quale ha mosso i suoi passi.

Partendo dagli ambienti, gli scenari spaziano dalla Costa Azzurra al continente americano, con il predominio di quegli habitat marini talmente ricchi di fascino che sembrano davvero essere al di fuori del tempo e della ciclicità della vita.
I paesaggi sono descritti in termini pittoreschi e vitali secondo la tipica tonalità impressionista, e descritti minuziosamente sin nei minimi particolari. Non manca inoltre la tecnica dell'antropomorfizzazione, mediante la quale 'lanterne addormentate' e una guardinga 'nebbia intangibile' prendono effettivamente vita.

Per quanto concerne i personaggi;
Dick Diver è un vero anchor-man che monopolizza la scena: si tratta di un uomo dal fascino invidiabile, con uno spiccato acume e che è consapevole di possedere quel 'quid' in più rispetto agli altri personaggi, ma che tuttavia si contraddistingue anche per il suo carattere improntato sull'umiltà e sul rispetto dell'etica e della morale. Sarà proprio la co-protagonista Rosemary Hoyt a provarlo sulla sua stessa pelle. Una pelle sedotta per poi essere abbandonata, come in una qualsivoglia tragi-commedia dannatamente banale.
Stupisce però la grande cura e premura che Fitzgerald dedica anche per gli altri personaggi - Nicole Diver, Abe North e Tommy Barban su tutti -, fondamentalmente accomunati dall'aridità dell'animo, dalla pochezza interiore e da una mondana frivolezza caratteriale.

A livello stilistico, non mancano descrizioni e riflessioni talvolta lunghe e stucchevoli, che 'ammazzano' la fluidità della narrativa tipicamente romanzesca.
Lo scorrimento del tempo non è infatti lineare; flashback, rievocazioni di sogni e riferimenti al passato dei vari personaggi spezzano il ritmo e richiedono una lettura 'elastica' e non superficiale. La prosa risulta comunque accurata ed improntata sullo studio psicologico, che dimostra come Fitzgerald si considerasse già abile padrone del proprio stile e della propria 'metrica prosaica'.
La scelta precisa di alternare parti dinamiche a spaccati retrospettivi permane tuttavia in piena linea con le scelte stilistiche della letteratura novecentesca. Non si può dire lo stesso, invece, per quanto concerne la consuetudine dell'autore di presentare i propri personaggi a mo' di apparizioni fugaci e misteriche.

Perché leggere questo romanzo allora? Per tutto ciò che vi ho scritto qui sopra, ma soprattutto per il finale, che ribalterà quasi completamente quello che avete letto finora. Reputazione di Dick Diver inclusa.

Persino Montale lo ha entusiasticamente definito "... il capolavoro di Fitzgerald [...] rigoroso e armonico nelle linee generali, nervoso nel disegno, prezioso nei colori; tutto lascia pensare che, stagionando, il libro acquisterà ancora in qualità".
È esattamente così; nonostante siano passati settantanove anni dall'uscita, non vi deluderà.

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Il grande Gatsby.
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Tenera è la notte 2013-09-02 13:48:46 Nadiezda
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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    02 Settembre, 2013
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Tender is the Night

Dopo aver letto “Il grande Gatsby” ho deciso di iniziare anche questa lettura dello stesso autore.

La prima edizione fu pubblicata nel 1934 a New York, ma la trama si svolge tra gli anni 1924 e 1929 intrecciando avvenimenti reali ed autobiografici ad altri avvenimenti inventati a puro scopo letterario.
Tutto ha inizio sulla Costa Azzurra, più precisamente ad Antibes dove sta soggiornando una giovane attrice di nome Rosemary Hoyt con la madre.
Qui la ragazza conoscerà un piccolo gruppo di americani espatriati tra i quali c’erano Dick Diver e la moglie Nicole Warren.
Dick è uno psichiatra e nei primi anni del dopoguerra esercitava in una clinica svizzera dove aveva conosciuto e curato la giovane Nicole, la quale usciva da un rapporto incestuoso e traumatico con il padre.
In seguito Dick l’aveva sposata anche se in molti lo avevano avvisato del passo falso che stava commettendo.
Con gli anni lo psichiatra decise di abbandonare il suo lavoro e di vivere con i soldi della moglie.
Si trasferirono ed anche Rosemary li seguirà.
Dick con i suoi modi di fare è riuscito ad affascinare ed abbagliare fin dal primo momento questa giovane attrice.
Tra lei e Dick nascerà una piccola storia d’amore, ma anche Nicole non sarà da meno e si farà ammaliare da un rozzo Tommy Barban.

Mi sono accorta che molto spesso questo autore mette nei suoi libri profonde analisi psicologiche e descrizioni dei protagonisti principali.
Usa pochissimo discorso diretto e sa descrivere con estrema precisione e con i termini più adeguati le situazioni che stanno accadendo.

Che altro dire?
L’ho trovato un bel romanzo che rappresenta molto bene gli anni Trenta e ci fa capire come venivano vissute certe situazioni spiacevoli in quel periodo.

Vi auguro buona lettura!

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Tenera è la notte 2012-07-18 07:57:38 Viola03
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Viola03 Opinione inserita da Viola03    18 Luglio, 2012
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"Tenera è la notte"

In un periodo in cui mi ronzava in testa l’idea di leggere questo romanzo, eccomi un giorno scendere in cantina alla ricerca di vecchi appunti dell’università. Aprendo gli sportelli dei mobiletti trovo un tesoro: colonne e colonne di libri dimenticati. Rovistando in mezzo alla pile spunta fuori proprio “Tenera è la notte”, in una edizione degli Oscar Mondadori del 1967, prezzo 500 lire. Pagine ingiallite e sul punto di scollarsi, un odore dolciastro di carta e polvere.

Così è iniziata la mia lettura di questo particolare e difficile romanzo di Francis Scott Fitzgerald.
La storia è divisa in due sezioni. La prima ha inizio negli anni ‘20 sotto il sole della riviera francese in una spiaggia esclusiva. La giovane attrice Rosemary Hoyt, agli albori di una promettente celebrità, viene affascinata da un gruppetto di americani nel quale spiccano due figure, moglie e marito, Dick e Nicole, i Diver.
Dick, medico, è un uomo estremamente attraente e sembra possedere una innata capacità nel divertire e nel tirare fuori da ciascun individuo il suo meglio. Sua moglie Nicole forma con lui una coppia ammirata, sempre circondata da gente in cerca della loro approvazione. A Rosemary, sembra che il mondo stesso giri intorno a loro. Tanta lucentezza esteriore si offusca in seguito a degli episodi particolari e che rimangono perlopiù inspiegati, in accordo con la narrazione poco lineare di questa prima parte, dove si rimane un po’ confusi, ancora un po’ distratti e lontani dal centro della storia.
E’ nella seconda parte, che scopriamo le ombre celate dietro la facciata splendente della vita dei Diver.
Nicole infatti è malata di schizofrenia a seguito di un terribile trauma infantile. Dick che è psichiatra, entra in contatto con lei dapprima per interesse medico, che si trasforma lentamente e inevitabilmente in un sentimento profondo che li condurrà al matrimonio. Gli agi e gli innumerevoli viaggi concessi dalla notevole disponibilità economica di Nicole, non riusciranno ad evitare che il loro amore sia contagiato dalla sua malattia, presente non tanto come un uragano, quanto come una goccia insistente e logorante, che giorno per giorno minerà le basi del loro rapporto e lo stesso Dick, sempre più fragile ed impotente.

Il lettore assiste a tutto ciò non in prima linea, non gli è consentito di vivere i colpi devastanti della malattia di Nicole. Quello che vede, attraverso episodi esteriori come l’infatuazione di Dick per Rosemary, è un decadimento sottile, che pian piano arriva ad incrinare anche la vita sociale di quest’uomo così brillante, riducendolo ad una fiamma sempre più languida.
Questo romanzo che contiene molto della vita privata dello stesso autore, la cui moglie Zelda soffriva della stessa malattia di Nicole, è anche uno specchio della società del primo dopoguerra. Come il matrimonio dei Diver ,esteriormente brillante, nasconde in realtà matasse di dolore, così la spensieratezza, la ripresa economica del dopo conflitto erano solo luci artificiali che coprivano quel buio dove covavano paure, fragilità ed insicurezze.

La lettura è lenta, nella prima parte volutamente confusa, nella seconda più lineare. L’immedesimazione non è immediata e si rimane comunque sempre un po’ discosti dalle vicende narrate. Un senso di malinconia pervade tutte le pagine, un’amarezza sottile trasuda tra le righe. E’ un romanzo che va letto nel giusto stato d’animo, non quando si è troppo felici o emozionati, ma quando è notte, quando il buio attenua le emozioni, le nasconde alla vista, le circonda teneramente, in un alito di protezione e di sottile tristezza.

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