Narrativa straniera Romanzi Treno di notte per Lisbona
 

Treno di notte per Lisbona Treno di notte per Lisbona

Treno di notte per Lisbona

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Voleva veramente buttarsi dal ponte la donna trattenuta una mattina da Raimund Gregorius, insegnante svizzero di latino, greco ed ebraico? Gregorius non sa nulla della donna se non che era portoghese. La mattina dopo, complice la scoperta in una libreria antiquaria del libro di un enigmatico scrittore lusitano, Amadeu Ignazio De Almeida Prado, il professore prende un treno diretto a Lisbona, dove spera di rintracciare l'autore. Da questo momento decolla una vicenda che costringerà Gregorius a confrontarsi con le contraddizioni degli affetti e gli orrori della Storia in un modo che mai avrebbe potuto immaginare nella sua rassicurante Berna. Il risultato è un "giallo dell'anima" in cui investigazione di un enigma irrisolto e introspezione interiore si intrecciano con risultati sorprendenti.



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Treno di notte per Lisbona 2019-05-22 09:12:23 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    22 Mag, 2019
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Vite non vissute

«Vedendolo provò la strana sensazione, tanto inquietante quanto liberatoria, che all’età di cinquantasette anni stava per prendere per la prima volta in mano la sua vita»

La vita di Raimund Gregorius è sempre stata dettata da precisione, affidabilità, prevedibilità. Professore di lingue antiche, amante del greco e del latino, metodico e affezionato alla sua routine fatta da abiti sempre uguali e da percorsi mai cambiati bensì perennemente identici, si ritrova di punto in bianco affascinato da quella lingua, il portoghese, tanto studiata e stimata dalla sua ex moglie e da lui sempre reietta e defraudata. Tutto ha inizio in una giornata plumbea in quel di Berna, una giornata dove la pioggia e il vento cancellano ogni speranza di cielo limpido e sereno, tutto ha inizio con una sconosciuta che poggiata sul parapetto accartoccia un foglio, lo getta nel fiume e sembra volersi buttare, tutto ha inizio con quell’unica parola da essa proferita, Portugues. Da qui il passo è breve. Per Raimond quella parola, quella lingua, quel libro diventano un’ossessione che si tramutano in un viaggio per il Portogallo, per Lisbona, in una notte come tante di quella che era la sua vecchia vita.
Una storia, quella narrataci da Pascal Mercier, che è caratterizzata da una penna precisa come il suo protagonista, da grande qualità e da innegabile raffinatezza, ma, tuttavia, anche estremamente, a causa di ciò, lenta e farraginosa. Man mano che il lettore prosegue nella conoscenza del testo, ecco che quello slancio e quella curiosità iniziale vengono sempre meno a fronte di quello scoglio insormontabile dato da quella prolissità ripetutamente protratta, tanto che diventa sinceramente difficoltoso concludere il volume.
Ed è un peccato perché questa vicenda aveva ed ha tutti i requisiti per riuscire. In particolare, ho apprezzato i pensieri filosofici che vengono ad emergere attraverso il libro nel libro e che riescono a suscitare nel conoscitore molteplici riflessioni e meditazioni.
Uno scritto che attrae e che al contempo allontana, un componimento che ha tante potenzialità ma che riesce soltanto a metà, non da bocciare ma certamente non per tutti.

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Treno di notte per Lisbona 2018-04-06 18:03:06 enricocaramuscio
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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    06 Aprile, 2018
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Un romanzo nel romanzo

"Se l'indomani Lisbona non fosse stata immersa in quella luce d'incanto, pensò in seguito Gregorius, le cose forse avrebbero preso tutta un'altra piega. Forse sarebbe andato all'aeroporto e si sarebbe imbarcato sul primo volo per Berna. Ma la luce impediva ogni tentativo di tornare sui propri passi. La sua radianza aveva il potere di rendere il passato qualcosa di remoto, pressoché irreale, e davanti a quello splendore la volontà perdeva ogni ombra gettata dal passato e non restava che procedere verso il futuro, quale che fosse. Berna con i suoi fiocchi di neve era lontana mille miglia e Gregorius stentava a credere che fossero trascorsi solo tre giorni da quando si era imbattuto nell'enigmatica portoghese sul ponte di Kirchenfeld." Portugais. Come può una semplice parola, uscita dalle labbra di una sconosciuta, ribaltare certezze, abitudini, priorità di un impostato e abitudinario professore liceale di Berna? Come può un uomo che ha dedicato la vita allo studio e all'insegnamento, trascurando l'amore, le amicizie e perfino se stesso, abbandonare di punto in bianco la propria quotidianità per seguire le tracce di un misterioso scrittore? Come può un lettore non restare affascinato da pagine che raccontano spaccati di storia lusitana, che descrivono l'incantevole bellezza di Lisbona, che esaltano la potenza della buona letteratura? Pagine che parlano d'amore, di amicizia, di forti ideali, di dittatura e di resistenza? C'è un solo modo per avere risposta a tutte queste domande: munirsi di biglietto e salire sul "Treno di notte per Lisbona" insieme al professor Raimund Gregorius per mettersi sulle tracce del dottor Amadeu Inàcio de Almeida Prado, l'orafo delle parole, il prete ateo. Insieme al protagonista ci si avventura in un lento e ammaliante viaggio tra passato e presente, in una intensa ricerca che diviene ben presto un'inevitabile ricerca di se stessi. La storia è in apparenza semplice. Dopo il singolare incontro con una fantomatica aspirante suicida, Gregorius si imbatte per caso nell'opera postuma (e unica) di uno sconosciuto scrittore portoghese. Resta talmente incantato (come del resto il lettore) dalla delicatezza della prosa, dalla profondità delle parole, dall'inevitabile empatia che il libro trasmette, da non poter fare a meno di abbandonare il suo mondo rassicurante e metodico per partire alla ricerca del tanto stimato autore. Giunto in Portogallo si renderà ben presto conto che la sua indagine sarà tutt'altro che semplice. Il tempo ormai trascorso, la riservatezza in cui Prado ha vissuto, la ritrosia di chi lo ha conosciuto a parlare della sua vita mettono continuamente il bastone tra le ruote al nostro protagonista. Tuttavia il pacato professore avrà modo di guadagnarsi la fiducia dei suoi interlocutori, di accedere ad altri scritti inediti del dottore, di togliere un po' di polvere e ragnatele dal passato e tracciare un quadro chiaro, esaustivo, sorprendente ed affascinante di Amadeu come uomo e come professionista, della sua vita, dei suoi amori e dei suoi pensieri, della storia del Portogallo e della lotta clandestina di resistenza nei confronti del regime fascista di Salazar. Pascal Mercier regala pagine di grande letteratura sia per quanto riguarda lo stile che i contenuti, con passaggi di pura poesia e riflessioni filosofiche di grande spessore che lasciano il lettore estasiato e instaurano nella sua mente pensieri profondi, portandolo ad un inevitabile faccia a faccia con la propria anima. Un libro che emoziona e fa riflettere, scritto con passione e grande sensibilità, empatico, piacevole, in cui gli scritti di Prado rappresentano il picco più alto di qualità letteraria, veri e propri romanzi nel romanzo. "Che cosa è mai quella cosa che chiamiamo solitudine, diceva, non può essere semplicemente l'assenza degli altri, si può essere soli e niente affatto abbandonati, e si può stare in mezzo alla gente e tuttavia essere soli, che cosa è dunque la solitudine?"

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Treno di notte per Lisbona 2016-03-06 19:35:11 sonia fascendini
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    06 Marzo, 2016
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2 per 1

Raimond Gregorius è lo stereotipo dell'insegnante di lingue antiche. E' preciso, affidabile, prevedibile. Si veste sempre allo stesso modo, fa sempre la stessa strada per andare al lavoro, mai una parola fuori posto, mai una follia. Poi un mattino di pioggia incontra su un ponte una donna che forse si vuole suicidare o forse no. La parola Portugais pronunciata dalla sconosciuta è la scintilla che ci voleva nella vita di Mundus. prima lo porta in una libreria dove acquista il libro di uno scrittore sconosciuto di Lisbona e poi lo farà partire per un viaggio in Portogallo. Preso da un fuoco insospettabile il grigio professore partirà alla ricerca di quello scrittore, parlando con chi l'ìha conosciuto e visitando i luoghi in cui ha vissuto.
Questo libro mi è piaciuto molto nella parte iniziale. Ho trovato originale l'idea di Mercier e accattivante il suo modo di scrivere. Dopo le prime pagine però la trama si è appesantita. Per i miei gusti le interruzioni del racconto con stralci del libro di Prado oltre a una buona dose di appunti e pensieri, sono eccessive. Il libro scritto da questo medico, un pò rivoluzionario e un pò sognatore sotto il regime di Salazar, è infatti costituito da una serie di riflessioni filosofiche. Certamente meritevoli di attenzione, certamente ben scritte, ma non quello che mi aspetto da un romanzo. Deludente il finale.

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Treno di notte per Lisbona 2014-04-02 08:33:37 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    02 Aprile, 2014
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Portugues

Berna si risveglia sotto un cielo plumbeo, la pioggia sferzante rovescia gli ombrelli, le acque impetuose dell'Aar si fondono in una monocromia di nuvole. 
Una donna appoggiata al parapetto accartoccia un foglio e lo getta in pasto al fiume. Sembra si sporga, sembra si stia abbandonando all'ultimo abbraccio di un amante gravitazionale.
PORTUGUES. E' portoghese ed il suono di quella voce gli cambiera' la vita : Gregorius risucchiato da un accento, da una lingua. Gregorius ed una libreria dove accarezzare un piccolo libro di un carismatico, sconosciuto autore, pubblicato da un'improbabile casa editrice.
Portogallo, Lisbona, un treno. Un treno di notte per Lisbona.

Lettura controversa, decollata verticalmente nella fase iniziale per poi subire un inenarrabile arresto strada facendo.
Innegabilmente di ottima penna, se la pagina viene presa singolarmente la scrittura e' di eccellente qualita', raffinata. Ma se per giudicare lo stile devo bilanciare la pagina singola con l'intero libro, ebbene a lungo andare la scrittura diviene ripetitiva, prolissa, estremamente lenta. 
Buona poteva essere la trama - anche se certi spunti non possono essere dissociati da una generosa dose di licenza poetica concessa - il libro e' disseminato di stralci dal manoscritto del misterioso Prado. Pensieri  profondamente filosofici che potranno forse soddisfare il lettore riflessivo, amante del genere.
Io sono piu' emozionale, amo provare sensazioni piu' che sostare a riflettere in continuazione su faccende che tutto sommato poco mi interessano.
Insomma potenzialmente non posso bocciarlo, posso pero' dire che non  e' stato un gran matrimonio il nostro , mio caro Mercier. 

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Treno di notte per Lisbona 2012-09-11 12:18:54 andrea70
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    11 Settembre, 2012
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Il lungo cammino della vita

Può un uomo che ha sempre vissuto in un suo mondo ristretto non solo in termini di spazio quanto di
sentimenti, di sogni e ideali, uno studioso di lingue morte, la cui anima sembra seguire il destino
dell'oggetto dei suoi studi, morire prima ancora del suo corpo, lasciare improvvisamente tutto per seguire
un'intuizione , un desiderio di conoscenza sorto da fattori e coincidenze che in altri momenti della sua
vita non lo avrebbero smosso di un solo millimetro ma che invece ora lo hanno intrigato ed attirato in
maniera irresistibile ?
Assolutamente Si. Il profer Gregorius, uomo poco incline alle fantasie e al rischio, parte per Lisbona portando con se le pagine di un misterioso libro di tale Amadeu Ignazio De Almeida Prado.
A Lisbona andrà in cerca di notizie sulla vita di questo autore praticamente sconosciuto e attraverso la
vita di Amadeu imparerà a farsi le domande più importanti riguardo la propria vita e a cercare le risposte
che non aveva mai trovato perchè appunto non aveva mai avuto il coraggio di chiedersi niente, di mettere in discussione niente.
E' come leggere un romanzo nel romanzo ma non solo , Gregorius si interroga su se stesso attraverso la vita di Amadeu e il lettore riflette su se stesso attraverso i dubbi di Gregorius, ad un ritmo compassato perchè Gregorius è tutto il contrario di un novello Indiana Jones, lui riflette, teorizza e per la prima volta in vita sua si avventura su terreni incolti della propria anima, per la prima volta "esce" da se stesso e prova a vedersi , ad interrogarsi se la persona in cui lui si è sempre identificato sia quella che le altre persone vedono incontrandolo.
E' una lettura da assaporare pian piano, molto colta, sottile, fa riflettere non poco, l'autore è un docente di filosofia e la sua narrazione ha parecchi spunti filosofici , ma Mercier sa anche descrivere meravigliosamente i personaggi ed i loro turbamenti. Gregorius, attraverso le vicende
tormentate e dolorose di Amadeu , capisce che non è mai troppo tardi per andare alla scoperta di se stessi, e che ripensare al passato, rigiudicarlo magari, può dare un senso ed aspettative diverse al futuro, il tutto fino alla rivelazione di quella che è stata forse l'inconscia paura che ha mosso la sua anima ingessata.
Mi ha ricordato una novella di Pirandello : "Il treno ha fischiato" . Molto ma molto bello.

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Treno di notte per Lisbona 2012-04-16 08:23:30 leggere libri
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leggere libri Opinione inserita da leggere libri    16 Aprile, 2012
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Treno di notte per Lisbona

Il percorso personale di un uomo attraverso la conoscenza di un essere umano davvero speciale .Sullo sfondo di una atmosfera
magica e rarefatta l’autore ci porta a Lisbona , durante un viaggio molto introspettivo. Un senso profondo della parola scritta, un ritmo lento e pieno; mi sono sentita assorbita dalle raffinate riflessioni di questo scrittore, ma anche stupita di potermi ritrovare in alcuni dei suoi pensieri. Trovo che Pascal Mercier scriva in modo curatissimo e affascinante.
Un bellissimo libro, ve lo consiglio vivamente!!

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Treno di notte per Lisbona 2011-05-20 12:38:48 kobe
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kobe Opinione inserita da kobe    20 Mag, 2011
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Un libro nel libro

Vi è mai capitato anche solo di pensare di lasciare all’improvviso tutto, di abbandonare la vostra routine quotidiana, le vostre abitudini, le vostre relazioni, in una parola la vostra vita per andare via senza sapere esattamente perché? Sentire ad un certo punto di dover fuggire senza aver minimamente pianificato la fuga?
Beh, Gregorius, professore di latino e greco in un liceo di Berna, lo fa veramente. Lui, la persona più prevedibile e abitudinaria di questo mondo, lui così visceralmente legato al suo insegnamento, così amato dai propri studenti, lui topo di biblioteca che vive per e dei suoi libri, che ogni mattina compie immancabilmente gli stessi gesti, lo stesso percorso alla stessa ora per andare a lavorare.
Un giorno impedisce ad una donna di gettarsi da un ponte (ma si sarà davvero voluta buttare?), è portoghese ed il semplice suono di questa parola “portugues” fa scattare in lui una molla. Va come sempre a scuola, ma questa volta è diverso, questa volta qualcosa è cambiato. In una libreria trova per caso un libro edito da una sconosciuta casa editrice e scritto da un misterioso medico portoghese, tale Amedeu Ignacio de Almeida Prado. Non può essere una coincidenza. E poi la donna prima di congedarsi gli ha lasciato un numero di telefono.
Un erudito amante delle lingue morte, sarcasticamente chiamato “papiro”, incapace di lasciarsi andare a qualcosa di diverso che non sia la passione per i libri, per la prima volta in vita sua si lascia guidare dall’istinto, da una (sana) incoscienza e prende il primo treno per Lisbona alla ricerca del fantomatico autore.
Per Gregorius comincia così un lungo percorso introspettivo grazie alla lettura del libro di Amedeu, che diventa una sorta di specchio in cui provare a conoscere il proprio vero “io”. Gli incontri con le persone vicine al medico portoghese gli faranno conoscere un uomo alla perenne ricerca di risposte, un uomo con un forte senso di inquietudine, e noi insieme a lui giriamo per Lisbona e leggiamo il testamento di Amedeu, l’orafo delle parole.
Amadeu amava i treni, per lui erano un simbolo della vita. Il suo magnetismo spingeva le persone a voler viaggiare con lui nel suo scompartimento, ma non era lì che lui le voleva. Le voleva sul marciapiede della stazione, voleva ogni volta poter aprire il finestrino e poter chiedere loro un consiglio. Credo sia questa la bella metafora che racchiude la psicologia del medico portoghese.

Un romanzo profondo, introspettivo, assolutamente mai banale che si interroga su molti aspetti della vita (non credo sia un caso che l’autore insegni Filosofia), da affrontare preparati perché non è una lettura per evadere, ma per riflettere. Più di una volta durante la lettura mi sono fermato a pensare alle mie esperienze, alle mie amicizie, a come mi vedo e a come credo che mi vedano gli altri.

E' stato proprio un bel "viaggio"!!

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Consigliato a chi ha letto...
a chi vuol fare un bel "viaggio" (in senso fisico e metaforico)
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Treno di notte per Lisbona 2010-12-08 22:06:15 Jan
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Jan Opinione inserita da Jan    09 Dicembre, 2010
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Il viaggio come metafora della vita.

Dunque, vediamo un po' da dove cominciare.
C'è un professore bernese che è talmente colto da essere chiamato Mundus dai suoi discepoli.
Un giorno incontra una donna portoghese che vuole buttarsi da un ponte.
E la sua vita cambia.
Così, di colpo, d'infinito, cambia.
Sofferente di disturbi d'attacco di panico, Mundus prende il primo treno che partendo da Berna lo porterà, attraversando l'Europa, a Lisbona.
Non sa perché.
In realtà oltre al destino della donna portoghese c'è altro.
Un libro vecchio comprato, anzi, ricevuto in regalo dal suo antiquario di fiducia.
E' il libro di un medico.
Portoghese, membro della resistenza socialista sotto la dittatura di Salazar.
Sarà ancora vivo?
Perché Mercier (che non è altri che Mundus) attraversa l'Europa per scoprirlo?

Glielo diranno i tipi psicologici che incontrerà in una carrellata junghiana all'interno della capitale lusitana.

Padre Bartolomeu, il vecchio e colto gesuita.

Il fantasma del liceale che si ribellò al punto di essere soprannominato "sacerdote laico".

Il vecchio reduce da Tarrafal, l'ultimo lager di Capoverde del regime fascista portoghese.
Uomo particolare, questo, che ama giocare a scacchi con le dita rotte dalle torture di una vita e prive di unghie, come quelle di tutti i sopravvissuti .
Uomo talmente provato dalla morte da fumare la sigaretta fino a toccare con la brace le falangi, ormai insensibili.

Amedeu, il poeta, il medico...è vivo?
E ancora, quanto dista dal marciapiede di una stazione la Porta della Libertà?

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Letteratura Mitteleuropea.
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