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La danza del Gorilla
 
La danza del Gorilla 2020-04-18 07:21:20 AndCor
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AndCor Opinione inserita da AndCor    18 Aprile, 2020
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La Milano di oggi, terra delle (non) opportunità

DDI, disturbo dissociativo dell'identità: ne soffre il protagonista del romanzo, il Gorilla.
Un uomo che possiede una barca color terra bruciata e con un Socio nella testa che ogni tanto prende il controllo con ferocia e violenza: è lui stesso, nei momenti di lucidità più estrema, a definirlo 'l'equivalente psichico di un cancro'. Gorilla ha lasciato da tempo l'Italia accettando il confino nei Paesi Bassi fra marijuana e Hungarian Street, quando è il funerale di un vecchio amico a farlo rientrare nell''underground tossico milanese'. Albero si è suicidato portando con sé i sogni rivoluzionari, ma ben presto sarà un incendio ricco di interrogativi a catturare le sue attenzioni. E, fra un recupero crediti che fa concorrenza - sleale - all'Agenzia delle Entrate e un Circo senza animali, dovrà ficcare il naso 'nel salotto dei piani alti, dove ci si scambiano favori tra persone dalla fedina penale immacolata'.

E' una meravigliosa rappresentazione della metropoli lombarda a "ospitare" questa narrazione un po' vera un po' fittizia: una Milano deviata e priva di maschere che diventa la città dei vinti.
Piazza Gae Aulenti, le torri storte di CityLife, il Bosco Verticale, il viale multietnico NoLo, il verde scuro del parco Forlanini, Lampugnano e la torre di Sauron sono i luoghi reietti e desolati nei quali si muovono a stento tossici, senzatetto e abusivi tra una flebo di risperidone e una pastiglia di clozapina. E ancora: il pub di Toku, le agenzie di security, il Fentanyl, la street art, i grattacieli delle banche e i ristoranti acchiappaturisti che odorano di naftalina e carne marcia.
Un noir dannatamente magnetico, con dialoghi chirurgici, stile incisivo e ritmo rapidissimo a esaltare l'antieroe e la sindrome di Stoccolma.

Benvenuti in un viaggio disincantato dal retrogusto amaro, che focalizza i suoi riflettori sulle 'vite che non riuscivano a rigare dritto', sul marciume dei nostri tempi e su un'infuocata piastra in titanio.
Senza remore.
Senza complimenti.

'Se sei un miserabile devi imparare a difenderti da solo, perché a nessun altro frega un cazzo. È un mondo muy difícil, hombre.'.

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