La danza del Gorilla La danza del Gorilla

La danza del Gorilla

Letteratura italiana

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Disturbo Dissociativo dell'Identità. Il Gorilla ne soffre sin da bambino e ha imparato a nascondersi e sopravvivere, almeno fino a quando qualcuno non gli ha sparato in testa, dieci anni fa. Adesso ha cambiato vita e se ne sta ad Amsterdam, dove - grazie alle proprietà terapeutiche della marijuana - ha stipulato una tregua con il suo alter ego: il Socio, il doppio in agguato, che gli ruggisce dentro e che è sempre pronto a prendere il sopravvento. I due sono diversi, e non hanno mai avuto un rapporto facile. Se il primo è istintivo, ironico, poco avvezzo alla violenza, il secondo è freddo, spietato, letale. Rientrato a Milano per la morte di un amico, il Gorilla finisce invischiato nel pasticcio di un incendio doloso. Tra le pieghe della città, dove si aggirano dropout e vecchi militanti dell'estrema sinistra, imprenditori alla canna del gas, forzuti vigilantes e pretoriani del decoro urbano, dovrà fare i conti col passato, misurare il peso delle sconfitte collettive, tenere a bada il Socio, vedersela con la metropoli di NoLo e piazza Gae Aulenti, del Bosco Verticale e del dopo Expo, la metropoli - smart e friendly - che cambia ogni giorno, vendendosi ogni volta un pezzo di anima. Personaggio leggendario del noir italiano, il Gorilla è tornato in pista, in un viaggio al termine della notte che svela la schizofrenia di questo tempo marcio, ammantato di promesse scintillanti come i nuovi grattacieli, inchiodato alle ingiustizie di sempre.



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La danza del Gorilla 2020-04-18 07:21:20 AndCor
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AndCor Opinione inserita da AndCor    18 Aprile, 2020
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La Milano di oggi, terra delle (non) opportunità

DDI, disturbo dissociativo dell'identità: ne soffre il protagonista del romanzo, il Gorilla.
Un uomo che possiede una barca color terra bruciata e con un Socio nella testa che ogni tanto prende il controllo con ferocia e violenza: è lui stesso, nei momenti di lucidità più estrema, a definirlo 'l'equivalente psichico di un cancro'. Gorilla ha lasciato da tempo l'Italia accettando il confino nei Paesi Bassi fra marijuana e Hungarian Street, quando è il funerale di un vecchio amico a farlo rientrare nell''underground tossico milanese'. Albero si è suicidato portando con sé i sogni rivoluzionari, ma ben presto sarà un incendio ricco di interrogativi a catturare le sue attenzioni. E, fra un recupero crediti che fa concorrenza - sleale - all'Agenzia delle Entrate e un Circo senza animali, dovrà ficcare il naso 'nel salotto dei piani alti, dove ci si scambiano favori tra persone dalla fedina penale immacolata'.

E' una meravigliosa rappresentazione della metropoli lombarda a "ospitare" questa narrazione un po' vera un po' fittizia: una Milano deviata e priva di maschere che diventa la città dei vinti.
Piazza Gae Aulenti, le torri storte di CityLife, il Bosco Verticale, il viale multietnico NoLo, il verde scuro del parco Forlanini, Lampugnano e la torre di Sauron sono i luoghi reietti e desolati nei quali si muovono a stento tossici, senzatetto e abusivi tra una flebo di risperidone e una pastiglia di clozapina. E ancora: il pub di Toku, le agenzie di security, il Fentanyl, la street art, i grattacieli delle banche e i ristoranti acchiappaturisti che odorano di naftalina e carne marcia.
Un noir dannatamente magnetico, con dialoghi chirurgici, stile incisivo e ritmo rapidissimo a esaltare l'antieroe e la sindrome di Stoccolma.

Benvenuti in un viaggio disincantato dal retrogusto amaro, che focalizza i suoi riflettori sulle 'vite che non riuscivano a rigare dritto', sul marciume dei nostri tempi e su un'infuocata piastra in titanio.
Senza remore.
Senza complimenti.

'Se sei un miserabile devi imparare a difenderti da solo, perché a nessun altro frega un cazzo. È un mondo muy difícil, hombre.'.

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La danza del Gorilla 2019-11-23 18:52:38 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    23 Novembre, 2019
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Il ritorno violento del Gorilla

Torna il Gorilla, felice creatura partorita dall’abile penna di Sandrone Dazieri in La danza del gorilla. Un libro che trascina con prepotenza in una spirale netta di sangue e violenza, dove nulla è abbandonato a se stesso o alla casualità, ma è frutto di intrigo, di impeto, di furore che non fa sconti a nessuno. Ambientato a Milano, dove:
“Tutti parlano di soldi. Sono la nuova cocaina”.
Dopo tanto tempo il Gorilla torna a casa. Emigrato ad Amsterdam, dove la marijuana è permessa, e a lui serve a curare il disturbo che da anni gli tormenta senza fine la vita. Il suo male si chiama:
“Disturbo Dissociativo dell’Identità. Il Gorilla ne soffre sin da bambino e ha imparato a nascondersi e a sopravvivere.”
Accanto al Gorilla quello che lui chiama Il Socio, colui che è il male, che gli suggerisce aggressività, violenza, odio. I due sono contrapposti e sempre in lotta tra di loro. Per un periodo il Socio è stato messo a tacere, ma ora è tornato prepotente. Di fronte alle angherie e ai soprusi riemerge dal suo stato soporoso. Qui si tratta di un incendio doloso di alcuni capannoni della periferia. Chi lo ha commesso? Come aiutare la proprietaria, già sommersa da debiti e pignoramenti? Resistere è difficile e il Gorilla non può che iniziare una lunga, dolorosa,lotta contro tutto e tutti. Per trovare, forse, un po’ di serenità , cercando di fare un po’ di chiarezza e luce sul suo passato, così travagliato e doloroso.
Un thriller adrenalinico, complesso, ingarbugliato,
“un viaggio al termine della notte che svela la schizofrenia di questo tempo marcio, ammantato di promesse scintillanti come i nuovi grattacieli, inchiodato alle ingiustizie di sempre.”.
Un libro consigliato agli amanti del thriller, dove i tratti caratteristici sono la lotta contro il male e l’iniquità , condotta con senso della giustizia che non ammette deroghe e nessun limite.

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Consigliato a chi ha letto...
Consigliato a chi ama i thriller a tinte forti, meno a chi ama i noir dove si indaga e si dà più spazio alle ambientazioni e all'introspezione.
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