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La salita dei saponari
 
La salita dei saponari 2023-09-20 07:39:03 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    20 Settembre, 2023
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Vanina e il morto ‘mmiricano

Due informatori sanitari, appena sbarcati a Catania Fontanarossa, scoprono, nel parcheggio dell’aeroporto, dentro alla sua auto, il cadavere di un uomo freddato da un unico colpo al petto.
Il Vicequestore Vanina Guarrasi è richiamata immediatamente da Palermo, dove si era recata un paio di settimane prima nella vana speranza di catturare l’ultimo dei sicari che uccisero suo padre, e inizia immediatamente le indagini con la sua fidata squadra, affiancata dall’immarcescibile commissario in pensione Biagio Patanè.
Dalle indagini si accerta che l’uomo, il settantacinquenne Esteban Torres, aveva un passato decisamente movimentato. Nato all’Avana, trasferitosi in USA, a seguito dell’avvento del castrismo, dopo essersi arricchito con il gioco d’azzardo e i commerci (non esattamente leciti) aveva sposato un’italiana, acquisendone la nazionalità, ma da anni viveva in Svizzera. Le piste, per comprenderne l’omicidio, si diramano in varie direzioni, non escluso anche un eventuale coinvolgimento mafioso. Però, quando, un paio di giorni dopo, viene scoperto il cadavere (ormai saponificato) dell’amante dell’uomo, Roberta Geraci, che qualcuno aveva gettato nel pozzo di un albergo lussuoso di Taormina una quindicina di giorni prima, tutto si incanala verso una motivazione più personale; tra l'altro, l'arma usata per il primo omicidio era quella regolarmente denunciata del morto. È inevitabile, quindi, ipotizzare un delitto non premeditato e collegare entrambi i delitti ricercando il movente e il suo autore nei rapporti tra la coppia e in quelli che l’uomo aveva con le ex mogli (incluse le due americane) e in quelli, ormai recisi, dello stesso con Cuba e i parenti che ancora vivono laggiù.
Per Vanina, che nel frattempo si dibatte in crisi sentimentali, si prospetta un caso intricato non privo di colpi di scena che riesumano anche misteriosi fantasmi nel passato del Torres, mentre il fido ispettore Spanò appare distratto e concentrato soprattutto sui suoi problemi familiari.

Terzo romanzo con protagonista il vicequestore Guarrasi che non delude gli amanti della serie, ma neppure li stupisce con esaltanti novità nella narrazione o negli intrecci. Si tratta di una storia carina e ben architettata e ambientata, non particolarmente involuta e contorta, pur con le varie vicende che interagiscono tra loro, che appassiona e diverte in modo distensivo. Le moderate incursioni del dialetto catanese, delle consuetudini e della gastronomia isolane non disturba, ma dona un sapore di credibilità e freschezza al racconto.
Per chi, come me, ha già letto quasi tutti i romanzi del ciclo, il libro non rappresenta una sorpresa particolare e comincia a mostrare le caratteristiche di quella ripetitività che, alla fine, lo ha trasformato in un modello sempre un po’ uguale a sé stesso. Ma come lettura distensiva e senza impegni non risulta affatto sgradevole; anzi confortevole per la familiarità delle situazioni che si ripetono. Lo stile è corretto e fluente, i dialoghi, a volte spiritosi e mai banali, sono ben congeniati, i tempi della narrazione ben calibrati.
Come nel precedente, ho trovato un po’ invasivi i riassunti dei fatti precedenti, che troppo spesso vengono inseriti per ragguagliare il lettore distratto o non particolarmente assiduo e hanno il difetto di deviare la narrazione appesantendola con informazioni forse superflue. Ho sentito la mancanza di qualche descrizione d’ambiente e, soprattutto, di un vero approfondimento della storia e delle vite dei protagonisti principali, che sì, ci vengono raccontati anche al di fuori delle mura della Questura di Catania, ma senza la cura e l’attenzione che, forse, dovrebbe essere dedicata loro. Pure i travagli dell’Ispettore Spanò e le sue iniziative al limite dello stalking ai danni dell’ex moglie, appaiono quasi intermezzi macchiettistici, più che un approfondimento psicologico del personaggio.
Al contrario l’indagine poliziesca ci viene raccontata in modo accurato e credibile, come una vicenda vera, con tutti gli inevitabili ripensamenti e mutamenti di prospettiva.
Insomma si tratta, non di un'opera di grande letteratura, ma di un buon libro per trascorrere alcune ore in totale relax.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
i primi romanzi dedicati a Vanina Guarrasi
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