Il sorriso di Angelica Il sorriso di Angelica

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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    17 Febbraio, 2016
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Orlando furioso e Gorgona

Quest'opera mi ha davvero fatto ritrovare la gioia di leggere, un libro che stende perché seppur nella sua architettura classica alla Camilleri, con Montalbano indiscutibile protagonista, mi ha spiazzato, in questo romanzo l'autore segna evidentemente una linea di confine con la coscienza dell'amato commissario.
L'avvio del romanzo è di un Montalbano estremamente rapito dalla gelosia per la sua storica fidanzata a causa di parole pronunciate dalla stessa nel sonno. Per il resto il nostro protagonista diviene succube del sorriso di Angelica...una gorgona che pietrificherà i suoi sentimenti.
Montalbano è fortemente disorientato dai suoi sentimenti, dalla sua coscienza ma forse soprattutto dal desiderio di rimettersi in gioco con l'amore. ..quello cieco che non ti fa più ragionare.
Forse uno dei più complessi Montalbano che abbiamo mai letto, forse una delle più belle storie create da quel genio di Camilleri.
Grazie sommo Andrea, grazie per avermi soggiogato con la tua versione dell'Orlando furioso in chiave moderna.
Consiglio di leggerlo.
Buona lettura a tutti.
Il Syd

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antares8710 Opinione inserita da antares8710    17 Gennaio, 2013
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Moltabano si avvicina alla vecchiaia

Uno degli ultimi libri del mai noioso Andrea Camilleri ci regala un Salvo Montalbano diverso. E' un Montalbano immalinconito dalla sensazione di sentirsi vecchio, fragile e solo. Un Montalbano umano che si fa travolgere dalla passione per una donna di trent'anni, Angelica, di grande bellezza e fascino, che gli fa ricordare la Angelica dell'Orlando Furioso e le sue fantasie sui banchi di scuola.
Il susseguirsi di eventi e persone, si lega e si intreccia indissolubilmente con i versi dell'Ariosto, che il nostro protagonista non smette mai di ricordare.
C'è da dire però, che pur essendo un buon romanzo e una lettura consigliata, la trama non è all'altezza dei migliori Montalbano e appare in diversi punti abbastanza prevedibile. Il tema del misterioso personaggio che lancia una sfida al commissario è stata già utilizzata da Camilleri in "La caccia al tesoro", uscito 6 mesi prima di questo ultimo lavoro.
Comunque mi sento di consigliarlo

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lella gritti Opinione inserita da lella gritti    13 Mag, 2012
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Un caro amico

Com'è piacevole ritrovare Montalbano! Un personaggio umanissimo, pieno di tormenti e ormai con quasi la voglia di ritirarsi, andare in pensione .... forse perchè non riesce più a reggere il suo lavoro. O, meglio, il coinvolgimento emozionale che il suo lavoro comporta.

Ormai Salvo si avvicina alla sessantina ed è un uomo più fragile. Fragile nel lasciarsi abbindolare dalla bella di turno, fragile nel far fronte alle malvagità umane, fragile nell'affrontare la realtà e le verità. E, infatti, in questo romanzo mente spudoratamente più e più volte pur di non rimetterci la faccia o di sollevazre questioni.

La trama è abbastanza leggera e dopo un po' di pagine si può già intuire dove si andrà a parare. Ma quel che importa a me è il rapporto con questo personaggio, il piacere di ritrovarlo e l'affetto con cui seguo le sue storie. Tant'è che mi ritrovo a dialogare con lui, a parteggiare per lui nelle situazioni difficili o magari a metterlo sull'avviso quando sta per infilarsi in qualche casino.

Il libro si legge d'un fiato. E poi per un po' potrebbe venire spontaneo parlare in siculo ... almeno a me capita così!

P:S: Ma come faranno a tradurre all'estero i libri di Camilleri da questo divertente ma strettissimo siciliano?

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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    19 Gennaio, 2012
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L’eroina Angelica

È il mio primo libro di Camilleri, i gialli-polizieschi non mi avevano mai attirato molto però dopo averlo letto devo rivalutare il personaggio di Montalbano e questo genere.

La Sicilia è una regione fantastica e Camilleri attraverso il suo libro è riuscito a far trasparire tutto il calore ed i colori di questa terra meravigliosa.

Il linguaggio, un misto di italiano e siciliano, rendono tutto più reale, sembra di essere a pochi metri da Montalbano quando dialoga oppure pensa tra sé e sé.
Devo ammettere però, che agli inizi ho fatto un bel po’ di fatica a capire delle parole scritte in siculo.

Il libro parla di uno dei tanti casi che Montalbano deve risolvere.
Una banda di ladri ripulisce una serie di appartamenti di ricchi professionisti.
Tutti i furti si svolgono allo stesso modo.
Anche la signorina Angelica Cosulich, una triestina giovane e molto bella che si è trasferita da poco nella banca siculo-americana, ha subito un furto.
Montalbano è perdutamente invaghito di questa donna perché gli ricorda l’eroina della sua adolescenza, la stessa Angelica dell’Orlando Furioso descritta nell’opera di Ariosto.
Proprio il poeta Ariosto narrerà le parti salienti della vicenda.
È una vendetta familiare trasmessa da generazione in generazione e risolta con il famoso detto “occhio per occhio e dente per dente”.

La cosa che mi ha più colpito in questo romanzo è proprio il modo in cui viene narrata.
La vicenda è parecchio aggrovigliata ed intreccia dei fatti salienti riguardanti i furti con i famosi versi dell’Ariosto.

Che dire le vicende di Montalbano mi hanno molto appassionato, sicuramente in un futuro non troppo lontano leggerò altri episodi.

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chicca Opinione inserita da chicca    10 Mag, 2011
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il sorriso di angelica

A mio avviso non è uno dei migliori romanzi di Camilleri. La trama non è un granchè, non è avvincente e il finale è intuibile già da metà libro. I coprotagonisti scompaiono di fronte ad un Montalbano palesemente in crisi di mezza età e forse questo è il lato migliore del romanzo, la figura del commissario che diventa sempre più realistica, sempre più fragile, sempre più solo.
Camilleri ci ha abituati a ben altro. Attendiamo il prossimo... credo in uscita a Giugno.

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dreamer Opinione inserita da dreamer    26 Febbraio, 2011
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Amico Montalbano!

Che bello ritrovare la compagnia di quest'Uomo. E' come ritornare al bar del tuo paese e riassaporare il piacere di ascoltare e parlare con un tuo vecchio amico, nella stessa magica atmosfera che non solo ha reso indimenticabile la tua gioventù, ma ti permette di godere del presente: così, vorresti che quelle ore non passassero mai...come la lettura dei libri di Camilleri, ti parlano e li ascolti.
Montalbano non tradisce, è uno vero, che, anche quando combatte e a volte perde contro i propri limiti, non esce mai sconfitto nella vita. Il vero giallo è proprio capire se e come ce la farà anche stavolta, e splende e risalta sulle trame di cui molto meno mi importa venire a capo.

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bucintoro Opinione inserita da bucintoro    09 Dicembre, 2010
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il "vecchio" montalbano

come sempre montalbano non tradisce mai le aspettative. bel libro nel nostro commissario preferito. oramai siamo abituati a leggere anche il dialetto siciliano e lo troviamo piacevole . storia di ripetuti furti in case di ricchi in zona. bella storia con una bellissima donna (angelica)capace di travolgere il nostro ,riuscendo a non fargli capire "chiu ninti". spettacolari le descrizioni dei piatti siciliani che salvo ingurgita alla faccia nostra. bravo camilleri, cento di questi montalbano.

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beppe64 Opinione inserita da beppe64    28 Novembre, 2010
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montalbano è come il buon vino...

Indagine curiosa e fuori dallo schema classico. Come sempre il "caso" è solo un pretesto da cui prende vita il personaggio, il viaggio interiore ed esteriore del mitico Salvo. Che, a dispetto dell'età, risulta sempre una compagnia allegra, piacevole e mai banale. Mi auguro che Camilleri mantenga ancora a lungo in vita il nostro eroe, che rimane uno dei personaggi miliari e tipici della letteratura leggera di questi anni. Ciao Salvo... alla prossima!

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Giulian Opinione inserita da Giulian    22 Novembre, 2010
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Come al teatro dei pupi

Non trovo che “Il sorriso di Angelica” sia più o meno bello degli altri libri di Camilleri dedicati a Moltalbano: anche questo è appassionante, divertente, intrigante. I richiami sessuali del commissario “tardone” sono presenti anche in altri romanzi e non mi sembrano il vero centro della storia. Se devo notare una caratteristica peculiare di questo racconto, è piuttosto l’esasperazione di alcuni atteggiamenti: ad essere sopra le righe non è solo Catarella, ma anche gli altri personaggi, Montalbano compreso, che in certi casi si comporta in modo esagerato e un po’ artificioso. Si tratta di un’enfasi che richiama l’eccesso buffo del teatro dei pupi: non è evidentemente un caso, visto che l’Angelica del romanzo diventa per Montalbano la materializzazione del personaggio dell’Orlando Furioso e delle avventure cavalleresche narrate dai cantastorie. Questa melodrammaticità talora esasperata non svilisce, ma arricchisce la narrazione: fa pensare ad un Camilleri burattinaio che si diverte un mondo a muovere nella storia i suoi personaggi ormai dotati di caratteri e comportamenti costanti. Questo divertimento traspare e il lettore non può che esserne coinvolto. Grazie, Camilleri; al prossimo Moltalbano.

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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    05 Novembre, 2010
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montalbano è prossimo alla pensione

Puntuale come sempre, ecco l’ultima indagine del commissario Montalbano, la prima che Camilleri pubblica per Sellerio dopo la scomparsa della cara Elvira a cui l’Autore dedica un commovente ricordo. Tornando al romanzo, è evidente che Montalbano sente sempre più sopraggiungere l’età della pensione : ha cinquantotto anni, e il dottor Pasquano, medico legale, gli dice apertamente che ormai è un rottame, mezzo decrepito, invitandolo (sono le consuete schermaglie tra i due) a dimettersi. Ma Montalbano resiste, e, tra le consuete scorpacciate in trattoria da Enzo, gli scontri verbali con l’ottuso questore di Montelusa, le comiche battute con l’intramontabile Catarella ed i meritati riposi a Marinella, trova il tempo di impegnarsi in una complicata indagine su una serie di furti su commissione che sconvolgono il tran tran della borghesia vigatese. Ci sono di mezzo, a complicare l’affare, alcune lettere anonime, un appostamento con sparatoria e due cadaveri : uno della banda ladresca e un usuraio, che si suicida per la vergogna. La trama è complessa, ma Montalbano, nonostante gli acciacchi e la “vecchiaglia” incipiente, se la cava egregiamente come al solito, fidando nel suo finissimo intuito e nell’aiuto del sempre più indispensabile ispettore e amico Fazio. Durante l’indagine, Montalbano trova il tempo di perdere la testa per una bellissima cassiera di banca, di origini triestine, che si scoprirà poi coinvolta nella trama dei furti: Angelica è il nome della ragazza, ed ecco che il commissario si perde in reminiscenze letterarie, rievocando l’Ariosto ed il suo “Orlando furioso” e sentendosi quasi novello Orlando geloso di Medoro. Il commissario qui tentenna, perde la sua abituale lucidità sino a farsi sedurre (che dirà la pazientissima Livia?); si riabiliterà alla fine, facendo arrestare, pur con la morte nel cuore, la colpevole Angelica. La scrittura è agile come al solito, pur con qualche momento di stasi; il dialetto siciliano, cui siamo da Camilleri abituati, è ormai, per i lettori incalliti, facilmente comprensibile , con qualche neologismo singolare e simpatico (ad esempio, il malleolo è l’osso “pizziddro”). Attendiamo ora le ultime avventure del commissario, prima della meritata pensione e delle auspicabili nozze con la genovese Livia, compagna di sempre.

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Ai lettori incalliti di Camilleri
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Arcangela Cammalleri Opinione inserita da Arcangela Cammalleri    01 Novembre, 2010
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Il sorriso di Angelica di Andrea Camilleri

Nella nota alla fine del libro Andrea Camilleri parla del motivo ispiratore de Il Sorriso di Angelica; a Roma, qualche tempo fa, una banda di ladri ha svaligiato numerosi appartamenti con la stessa tecnica descritta nel romanzo, da questo fatto di cronaca ha desunto la traccia da dove prende l’avvio la storia, ma per quali tortuosità poi, prosegue e finisce, lo sa solo la sua fantasia.
Incipit medesimo: arrisbigliamenti di Montalbano, questa volta non è solo nel letto, c’è Livia, ma ha già dimenticato la sua presenza dormiente. Il romanzo inizia con un sollenni moto di gelosia di Montalbano e nel corso della narrazione Salvo sarà geloso, furioso e libidinoso ai limiti della lascivia.
Una serie di furti nelle case di noti professionisti animano il commissariato di Vigàta, Montalbano è alle prese con questi reati e come sempre diventa una partita personale tra lui e l’autore o gli autori dei medesimi reati. A scompaginare la faccenda, la presenza di una bella trentina, di Trieste, di “stanza” a Vigàta, pardon, cassiere capo alla Banca siculo americana, anche lei vittima di questi ladri, che farà perdere il lume della ragione a Salvo. La vicenda giudiziaria si complicherà a seguito di due omicidi, ma questo farà parte delle indagini il cui corso lo lasciamo a tutti quelli che leggeranno il libro.
La presenza che primeggia e dà il titolo al romanzo è femminile, quei ritratti di femmina che forse sono retaggio della gioventù dell’autore, in questo caso contaminato da reminescenze letterarie, ma così conturbanti e di bellezza dirompente da far uscir di senno. Il primo incontro è un’apparizione metafisica, la donna di carta, l’Angelica dell’Ariosto che s’incarna nella realtà. “Era precisa ‘ntifica, ‘na stampa e’na figura, con l’Angelica dell’Orlando furioso, accussì come lui se l’era immaginata e spasimata viva, di carne, a sidici anni, talianno ammucciuni le illustrazioni di Gustavo Doré che so zia gli aviva proibito”. E’ solo il principio di una passione tanto improvvisa quanto tardiva; non è la prima volta che il nostro eroe si trova invischiato nelle maglie degli spasimi amorosi e di esserne letteralmente travolto come un adolescente, infatti frammisti, sono inseriti due versi della poesia di Cardarelli Adolescente “Un pescatore di spugne,/avrà questa perla rara”. La confusione fatta tra il sogno di picciotto, ogni pensiero ed incontro con Angelica sono intercalati da versi dell’Orlando Furioso, e la realtà di uno squasi sessantino, lo rendono ridicolo, non era dignitoso per un uomo come lui dare di sè spettacolo indegno e miserabili. Sensi di vrigogna e pentimenti non gli impediscono di abbandonarsi con tutti i sensi tra le braccia di Angelica “ Pieno di dolce ed amoroso affetto/alla sua Donna, alla sua Diva corse/che con le braccia al collo il tenne stretto…
Il commissario romanzo su romanzo si priva della sua scorza esteriore e si disarma di volta in volta che l’età avanza, la sua è un’anàbasi indotta dall’incalzare del tempo che ce lo rendono sempre più indifeso, solo, e la sua millantata ed incauta improntitudine è una difesa sempre più debole. Le sue sfuriate memorabili, i suoi colpi di scena sono in difetto rispetto ai suoi dialoghi interiori in cui il suo io ha il sopravvento.
Mentre Salvo acquista sempre più sfaccettature introspettive e sembra uscire dalle pagine scritte come la vagheggiata Angelica, gli altri personaggi, senza sminuirli, sono cristallizzati nei loro ruoli come maschere teatrali. Se di teatro si tratta con tutte le messinscena immaginabili, quello di Camilleri è imperdibile, da teatro di prestigiosa memoria.
La scrittura sta subendo una irreversibile mutazione verso la lingua dialettale, una naturale anastomòsi più involuta e più aderente alla tradizione orale, direi ermetica, nei suoi vocaboli così fissati nel tempo, la lettura diviene un esercizio acrobatico, linguistico-espressivo anche per chi siciliano è.
Senza enfasi né lodi sperticati chioserei con uno slogan trito e un po’ frivolo: Camilleri è sempre Camilleri e…Montalbano è sempre Montalbano anche quando corre il rischio di essere nazional- popolare o considerarlo solo un marchio di garanzia.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    30 Ottobre, 2010
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ottimo!

Fresca della lettura di questa attesissima- e diciassettesima –storia del Commissario Montalbano, ancora una volta devo confermare la mia ammirazione per lo scrittore Camilleri.

Storia della bella Angelica, e del suo sorriso a cui nessuno resiste….neppure il nostro Commissario che, nonostante la vergogna del “vecchiareddro quasi sissantino” alle prese con una fanciulla in fiore, in pochi secondi è già innamorato cotto!
E questo porterà molti travagli…

La vicenda è piacevole sotto due aspetti: quello giallo – il solito giallo- soft alla maniera di Camilleri e di vari altri pregevoli giallisti italiani ( Carofiglio, Perissinotto, Morchio, Malvaldi….), che senza violenza , né grossi colpi di scena, narrano comunque storie di morti ammazzati, con finale a sorpresa.
L’altro aspetto è quello comico, e qui Camilleri ha fatto centro più di altre volte.
Infatti il romanzo ha una caratteristica particolare: una buona parte di storia è intercalata da brevi versi dell’Orlando furioso ( Angelica ne è la protagonista femminile), sempre scelti “ ad hoc”, che danno un’impronta comica alle varie situazioni.
Una scelta veramente felice, che dà un tocco di originalità alla trama.
Ma non anticipo neppure una battuta: è tutto da scoprire.

Una caratteristica, che sento di dover mettere in evidenza.
Questo romanzo è scritto in “camillerese” totale, cioè molto più stretto dei precedenti, con poco spazio per l’italiano.
Forse le persone che già se ne lamentavano lo troveranno di più difficile comprensione; per me è ciò che lo rende più divertente e di piacevolissima lettura.
Voto: OTTIMO.

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Carofiglio, Morchio, Perissinotto, Malvaldi e Gimenèz Bartlett.
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