Fiore di neve e il ventaglio segreto Fiore di neve e il ventaglio segreto

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Opinione inserita da Eloise111    06 Agosto, 2016

"Due anatre mandarine"

Questo libro mi è stato consigliato da mio marito. Non appena lessi la trama, compresi che lo avrei amato. Cina e laotong. Due cose della quale ero e sono appassionata! Leggerlo fu come immergersi in una vasca di acqua calda e frizzante, che diventa, all'improvviso, fredda e glaciale. Un libro a tratti crudo, se posso rischiare di dirlo, ma che, nella sua crudezza, riesce ad affascinarti e stravolgerti allo stesso tempo! Giglio Bianco, per volontà di una sensale, incrocia il suo destino, la sua vita, con quello di Fiore di Neve. Le piccole diverranno Laotong, un legame privilegiato, indissolubile, che poche bambine hanno la fortuna di provare. Questo le intreccerà in una rete, molto fitta, fatta di sentimenti ed emozioni di ogni genere. Un'amicizia molto più simile all'amore, forse più forte di quello fra moglie e marito, e questo mi ha commosso. È un libro straordinario, Oserei dire che si tratta del più bello ch'io abbia mai letto sull'argomento.
Un romanzo storico di una potenza sconvolgente, che travolge anima e corpo. Ho amato Fiore di Neve, nel medesimo modo in cui l'amava la sua vecchia se stessa Giglio Bianco.
È un viaggio indimenticabile dalla quale si torna difficilmente alla realtà. Consigliatissimo! Anche a chi non è, propriamente, amante del genere!

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Tutti i libri di Lisa See, chi ama la cultura Cinese, ma anche a tutti coloro che vogliono aprire i propri orizzonti e viaggiare lontano ma indietro nel tempo!
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    30 Marzo, 2016
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Quella carezza della sera

Superare gli ottant’anni e’ una buona meta per chiunque, ma e’ notevole per una donna nata in Cina, nel XIX secolo.
Sopravvissuta al marito ed ai congiunti, a Giglio Bianco resta il corpo decadente, i tanti ricordi e soprattutto quel sentimento che non le da’ pace, il rimorso. I sensi di colpa per le incomprensioni con Fiore di Neve, l’amata laotong, l’amica consacrata a vita , due anatre mandarine e una carezza di conforto, la piccola mano calda sulla guancia triste.
Cosi’, alla ricerca di una pace dei sensi che forse il cuore non le restituira’ piu’, il suo cammino a ritroso nella memoria ci accompagna decenni addietro, nei meandri di luoghi e costumi tanto lontani.
Era una Cina rurale di villaggi e tradizioni truci, ai nostri occhi.
Un’epoca prettamente maschile dove la donna aveva ben poco valore se non quello del ruolo principe assegnatole, mettere al mondo figli maschi.
La nascita di una femmina era di norma un peso per la famiglia, la bimba cresceva con lo scopo di diventare moglie e ubbidire al marito e alla suocera, eseguire ordini , lavorare e subire vessazioni e abusi continui.
Fiore di Neve e le infinite corse nel villaggio, i sette anni compiuti ed il tempo di mutare i piedini per il compiacimento del futuro sposo. Li chiamavano piedi di loto, ma dei fiori avevano solo le spine, piccole ossa spezzate dalle fasciature materne, una corolla nera di urla e pianti di dolore.

Lisa See scrive ricalcando la viva voce di Giglio Bianco, ben entrando nel personaggio ed ottenendo una narrativa che intrattiene ed incuriosisce, sebbene non verra’ ricordata per lo stile di scrittura e non pretenda questo suo lavoro di elargire connotati da biografia storica.
Una riscostruzione romanzata facile alla lettura e ispirata alla vere vicende dell’Ottocento cinese. Piacevole e senza complicazioni. Buona lettura.

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LaClo Opinione inserita da LaClo    21 Giugno, 2015
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Il ventaglio dei ricordi

Molto interessante nel romanzo la grande ricerca della scrittrice sulla misterioso modo di comunicare femminile: il nu shu. Per tutti coloro che amano il mondo orientale il libro si presenta molto ricco di frasi, modi di dire e anche stupendi paragoni tipici della Cina del XIX secolo. L'immagine del ventaglio che diventa il tramite di messaggi tra le due laotang è poetica e suggestiva come è molto complesso il legame che si crea tra le due bambine e che assume nuovi sviluppi con il tempo.

Il romanzo è avvolto in un'atmosfera piuttosto cupa, sembra costruito sulla sofferenza che le donne cinesi erano costrette a sopportare per tutta la loro vita. Dal momento del dolore fisico durante la terribile pratica del bendaggio dei piedi, al dolore spirituale, il rimorso che per tutta la vita perseguiterà la voce narrante.

I luoghi sono riprodotti con fedeltà storica e anche le tradizioni e le consuetudini specialmente della vita femminile sono narrate nei dettagli. Volutamente l'autrice insiste pochissimo sui personaggi maschili che non sono pertanto molto caratterizzate ma appaiono di più come presenze fisse che possono concedere o negare permessi.

Il percorso che compiono l'autrice e la sua laotang, segue la tradizionale scansione dei periodi dell'esistenza. Durante i giorni come figlie inizia il loro rapporto di ragazzine, subiscono la fasciatura dei piedi, la sofferenza e cercano di imparare a diventare buone mogli. Poi contraggono marimonio, Fiore di neve è destinata ad occupare una posizione più modesta mentre Giglio Bianco ha davanti a se un avvenire radioso e prospero. Infatti dal matrimonio i ruoli s'invertono: dapprima era Fiore di Neve a non comprendere lo stile di vita contadino di Giglio Bianco, la praticità delle mansioni che doveva imparare a svolgere; poi sarà Giglio Bianco a non poter comprendere il dolore dell'amica che attraversa una dura esistenza segnata dai maltrattamenti del marito e della suocera e dai continui aborti. Sarà proprio tale incomprensione a generare un conflitto tra le due amiche perché Giglio Bianco continuerà a rimproverare l'amica esortandola a seguire la tradizione e non riuscirà a capire il logoramento fisico e mentale di Fiore di Neve

Quindi caratterialmente le due protagonista ci appaiono in maniera diversa anche se secondo lo zodiaco cinese dovrebbero essere simili: Giglio Bianco è più pratica, legata maggiormente ai dettami della tradizione e con una mentalità più terrena, invece Fiore di Neve pur nella sua povertà continuerà a mantenere la raffinatezza che suggerisce la sua nobile discendenza ed è più legata al mondo celeste, alle creature dell'aria alle quali anela di somigliare.

Stilisticamente l'autrice utilizza un linguaggio ricco di frasi e metafore tipiche della Cina e crea un libro poetico con una sensibilità tipica della scrittura nu shu, non parla del mondo esterno, prerogativa degli uomini, ma della vita interiore, dell'amicizia tra laotang che supera addirittura il legame filiale e matrimoniale.
Un libro forte, a tratti anche amaro, soprattutto alla fine quando la protagonista ormai anziana continua a vivere nel passato, nel rimorso e nei ricordi contenuti nel ventaglio, il vero specchio della sua vita e del suo essere.

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Opinione inserita da laguby    02 Settembre, 2014

un ventaglio è per sempre

Una vedova ottuagenaria seduta in silenzio –“ come impongono le tradizioni” – senza più interessi per quanto le accade intorno, decide finalmente di rivelare ciò che fino a quel momento non aveva potuto dire…
Giglio Bianco comincia così a raccontare la sua lunga vita, determinata da quel pressante desiderio d’amore (“l’anelito ingiustificato”, lo chiama lei) che l’ha resa obbediente per compiacere, ,determinata per necessità, finanche invidiosa e spietata.
Ma nel rimpianto della vecchiaia, ella non può che dir la verità sulla “sua” Fiore di Neve e sull’amicizia profonda, tenera, strettissima che le ha legate per tanti anni.
Strumento e simbolo di quel rapporto è il ventaglio che Giglio Bianco ancora conserva e che porta impressi i segni preziosi della nu shu, la scrittura segreta inventata dalle donne di quella sperduta regione del sud e ad esse esclusivamente riservata, per mandarsi disegni beneauguranti e messaggio d’affetto.
Con questo bellissimo romanzo, Lisa See ci racconta la Cina del XIX secolo, che all’universo femminile di mogli e di figlie assegnava un microcosmo fatto di ricamo, tessitura, cucina e famiglia del marito, vissuto quasi esclusivamente all’interno della “stanza delle donne”.
A questo isolamento pressoché totale, ventagli segreti e fazzoletti ricamati nei segni della nu shu davano finalmente voce.

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SaSandra Opinione inserita da SaSandra    11 Settembre, 2013
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Amicizia con la A maiuscola

Il libro mi è stato consigliato da una cara amica prima del mio viaggio in Cina, luogo che fa da scenario alla storia narrata. La Cina imperiale, la Cina degli Hutong e dei piccoli villaggi rurali.
Si narra di due bambine, della loro amicizia lunga una vita, tra riti di passaggio (la bendatura dei piedi, la ricerca di "buon partito"...), la vita di tutti i giorni (il ricamo, la vita domestica e la scrittura segreta) e i loro messaggi sul ventaglio.
La storia è complessa, articolata, l'autrice ci accompagna in una realtà descritta con minuzia di dettagli (sia per i personaggi, i luoghi e le vicende a corredo della storia principale), ma non diventa mai ne' ridondante, ne' noiosa.
Io ho trovato il libro molto piacevole anche se alcune vicende non sono esattamente "leggere".

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il rifugio dell anima Opinione inserita da il rifugio dell anima    16 Agosto, 2013
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amicizia tutto e niente

Nella tristezza mi hanno detto che ci si può annegare, è vero.
Io per non annegarci trovo rifugio nei miei fedeli libri e con loro parto per una nuova avventura e questa volta mi sono avviata verso una Cina dove donne e bambine avevano i piedi bendati e vivevano in uno stato di isolamento pressoché totale. Per sfuggire alla loro reclusione utilizzavano il nu shu, la scrittura segreta delle donne, ed è proprio questo antico e bellissimo linguaggio fatto di sfumature e sottigliezze ad unire due bambine, Giglio Bianco e Fiore di Neve, e poi ad allontanarle.
La prima è una bambina povera il cui più grande sogno era quello di ottenere un po’ di amore. Sperava che la madre si accorgesse di lei e gli altri membri della famiglia imparassero ad amarla. Sapeva che non era opportuno desiderarlo o aspettarselo, né da bambina né da adulta, ma non poteva farne a meno. E pur di ottenere un piccola manifestazione di gentilezza si adeguava alle loro aspettative: lasciò che le venissero spezzate le ossa dei piedi in silenzio. Ma proprio grazie a questi piedini riuscì ad ottenere un buon matrimonio e a trovare una laotong, Fiore di Neve, la sua migliore amica, la sua “vecchia se stessa”.
Fiore di Neve, nipote di un erudito di rango jin shi,viveva in una situazione economica e sociale assai diversa da quella della sua laotong. Per quanto diverse le due bambine si completano e insegnano nuove cose l’una all’altra: Giglio Bianco la istruisce sulle faccende domestiche e lei le insegna l’arte del ricamo e del nu shu. Nonostante le traversie che dovrà affrontante il suo cuore è grande ed è pronta a donarlo alla sua compagna di scritture senza riserve, come quel ventaglio che le regalò prima ancora di incontrarsi e che sarà testimone di tutte le gioie e i dolori delle loro vite .
Quando ho voltato l’ultima pagina e mi sono accorta che era finito il libro il mio cuore era triste mi sentivo esattamente come una Giglio Bianco ormai ottantenne e ho iniziato a riflettere non solo sulle condizione della donna nel contesto sociale di oggi e di ieri (che ha ottenuto lottando con le proprie forze non solo la libertà, ma anche una dignità e il rispetto), ma anche sull’amicizia perché è un dono prezioso. Quel sentimento sincero che noi offriamo e riceviamo non è che una delle tante forme di amore e Giglio Bianco ne era avida. Per lei era così prezioso da non poterlo condividere con nessuno e proprio questo suo egoismo che la porta ad allontanare la sua sola anima gemella. Quindi ho capito che l’amicizia, quella vera, è una rara perla da custodire con amore e saggezza, senza mai cadere nell’eccesso.
Lo stile è scorrevole e coinvolgente. E la ricercatezza del linguaggio è impressionante! I personaggi sono ben descritti e soprattutto ben costruiti, sicuramente frutto di un lavoro meticoloso. Molto spesso assume stile diaristico, ma mantiene un ritmo incalzante così da mantenere viva l’attenzione del lettore. All’inizio ho trovato difficile immedesimarmi nel libro perché così pieno di sofferenza e dolore da sembrare così lontano e irreale. E poi il loro mondo per qualche ora è diventato il mio, l’ho scoperto fino in fondo: costumi, usanze… e me ne sono innamorata.

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Kediler Opinione inserita da Kediler    01 Ottobre, 2012
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Che dire...

Per me Lisa See è una certezza nelle domeniche d'inverno....divano, coperta, una tazza di tè e Lisa See... Fiore di Neve ed il Ventaglio Segreto è stato il mio primo incontro con questa autrice e devo dire che ha colpito nel segno... il libro e realistico e dettagliato, posso dire che ogni singola linea dove la See descrive la fasciatura del piedi, beh, mi sembrava di vivere quel dolore e quella sofferenza in prima persona... Magnifici sono i personaggi, consistenti e ben costruiti, frutto di una ricerca profonda che la See svolge da anni.
Devo anche dire che la trama, con questi due forti personaggi femminili, è davvero elaborata ed alle volte si vorrebbe prendere l'autrice e chiederle "perchè questo destino infelice? perchè tutta questa sofferenza?".
Credo che il libro sia un successo proprio per il suo realismo duro e a volte crudo, ed anche per i minuziosi dettagli e per la grande ricostruzione culturale messa in atto dalla See.

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Alle amanti e lettrici di Lisa See, della Cina, di film come "Lanterne rosse"
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Sara S. Opinione inserita da Sara S.    07 Luglio, 2011
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Una Cina dolorosa e struggente

Un libro molto interessante, ma anche difficilissimo da accettare da quanto è diverso dalla nostra cultura. Davvero inconcepibile la vita che dovevano affrontare le donne cinesi nel 1800, che oltre ad essere totalmente represse, dovevano affrontare trattamenti di dolore estremo come quello della fasciatura dei piedi. Sembrerebbe quasi di leggere un romanzo distopico, da quanto ho trovato difficile immedesimarmi in quegli usi e costumi... Nonostante tutto è stata una lettura che sono contenta di avere intrappreso, mi ha portato a conoscenza di cose che non immaginavo neanche. Però l'epilogo tristissimo, nelle ultime pagine armatevi di fazzoletto.

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memorie di una geisha
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MUSTO Opinione inserita da MUSTO    07 Luglio, 2010
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lisa see

Se in fiore di neve e il ventaglio segreto Lisa See va alla ricerca di un segreto linguaggio tra le donne, in La ragazza di Giada la voce delle fanciulle dai piedi di giglio si leva forte e prorompente. é l'amore il motore dell'esistenza in tutte le sue forme, da quello di una madre che fascia i piedi alla figlia a quello di una promessa sposa che fantastica sul suo diritto a sposare chi ama, all'amore per un'estranea che ci rende onore quando non ci saremo più. non si ha l'impressione di leggere un romanzo, ma quasi di assistere attraverso il linguaggio delicato e la vasta quantità di particolari alla visione diretta di cio' che accade, di essere spettatori e protagonisti insieme della storia di Peonia e del suo amore che svetta oltre il terreno, per diventare ossessione, passione ed infine maturare, crescere e divenire amore consapevole e disinteressato. Un racconto vivido che non vorresti finisse mai... nemmeno quando arrivi all'ultima pagina.

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katia 73 Opinione inserita da katia 73    14 Giugno, 2010
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Fiore di neve e ventaglio segreto

Ho comprato questo libro perchè mi ha attratto la copertina e devo dire che il contenuto è altrettanto bello. Un romanzo scorrevole che tratta di una vera amicizia e che ci trasporta in un mondo lontano , descrivendone usi e costumi in maniera particolareggiata da risultare molto interessante ma senza annoiare mai. Sull'entusiasmo di questo libro ho comperato il secondo romanzo di questa autrice ma è stato un pò deludente, il suo modo di scrivere mi piace molto ma la trama è meno appassionante, almeno per me!

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Maristella Opinione inserita da Maristella    20 Giugno, 2008
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Poetico e malinconico

Dalla penna dell’autrice cino-americana Lisa See, è scaturito questo delicatissimo e nel contempo “forte” romanzo, ambientato nella Cina del XIX secolo. Un libro che avendo come tema il rapporto dell’intensa amicizia tra Giglio Bianco e Fiore di Neve,le due protagoniste, ci riconduce all’esplorazione del mondo femminile di quel tempo,manifestando le emozioni e la sofferenza di una dura condizione e di come, le donne stesse,cavalcando le vessazioni a cui erano sottoposte durante la loro vita gravosa, sottomessa ed isolata,trovarono il modo di comunicare,capire ed aiutare sé stesse e le altre.In un paese,che sta cercando di riappropriarsi del proprio patrimonio culturale,in gran parte disperso o distrutto durante il periodo rivoluzionario, la ricerca dell’autrice, approdata nella lontana contea di Jangjong,una zona isolata della Cina rurale, ha riportato all’attenzione,la scoperta del "nu-shu", la remota scrittura segreta delle donne e insieme ad essa, la descrizione particolareggiata delle antiche ritualità di quel luogo. Tra queste, la tradizione del legame di profonda sorellanza tra due donne, simili per caratteristiche presagite o profetate dagli indovini dell’epoca, legame considerato molto piu’ saldo di un vincolo matrimoniale,in cui le due “laotong”, le due “vecchie se’ stesse”,legano indissolubilmente la propria vita l’una all’altra, in un’alleanza imperitura che si estende lungo il difficile percorso della loro aspra esistenza. Ancora, l’agghiacciante rito della fasciatura dei piedi, una vera e propria atrocità che poteva condurre alla morte e impediva una normale deambulazione. Questa pratica,eseguita su bimbe di pochi anni,era effettuata nell’auspicio di ottenere,come risultato finale, dei piedi minuscoli e talmente “afrodisiaci” ( i cosiddetti “gigli dorati”),da permettere un futuro meno incerto attraverso un buon matrimonio che portasse ad un’elevazione di ceto sociale compatibile con una vita meno penosa. Ma, oltre alle interessantissime nozioni che ci offre, il romanzo, con la sua scrittura dolcemente naturale e scorrevole,permeata di tratti poetici e melanconici, intrisa di pennellate drammatiche, ci porta a vivere la storia commovente di un’amicizia pura,sopravvissuta al tempo e incisa non solo sui ventagli segreti, sulle stoffe e sui fazzoletti cosi’ amorevolmente ricamati,ma, soprattutto incisa nel profondo del cuore.

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