L'esecutore L'esecutore

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Vita93 Opinione inserita da Vita93    08 Febbraio, 2017
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Morire non è il peggiore degli incubi

Sulla scia di Stieg Larsson, i Lars Kepler proseguono idealmente un filone di letteratura poliziesca scandinava che sfrutta il genere thriller senza rinunciare ad una critica sociale e politica volta a scardinare l’ idea di paese pulito e immacolato che contraddistingue la Svezia.
Non a caso il nome fittizio della coppia di coniugi scrittori è un omaggio non soltanto allo scienziato Keplero ma anche al compianto Stieg Larsson.

In questo caso si parla di armi, in particolare dal romanzo la Svezia risulta essere l’ ottavo paese esportatore di armi al mondo.
Ed è in questo terreno minato che si muove l’ indagine dell’ ispettore finlandese Joona Linna, collocato alla sezione omicidi della polizia di Stoccolma.
Già nel primo romanzo della serie, il caso editoriale “ L’ ipnotista “, abbiamo avuto modo di conoscere la scaltrezza, la straordinaria capacità deduttiva e la sensibilità del protagonista. Ad aiutarlo nell’ indagine un personaggio che con ogni probabilità troverò anche nei successivi libri della coppia di scrittori. Sto parlando di Saga Bauer, commissario della Sapo tanto bella quanto competente.
Ma di quale indagine si tratta ? I casi da affrontare sono apparentemente due. Il primo ha tutta l’ aria di essere un suicidio e riguarda la morte del direttore generale dell’ Autorità per il controllo dei prodotti strategici, un ente che si occupa di autorizzare le operazioni di esportazione di armi.
Il secondo è a tutti gli effetti un omicidio, a bordo di una barca. Sembra si tratti di Penelope Fernandez, una nota e convinta pacifista e attivista.

“ L’ esecutore “ è stata la mia terza fatica letteraria targata Lars Kepler.
La prima, “ L’ ipnotista “, fu dettata dalla curiosità di un successo in termini di vendite clamoroso. Curiosità parzialmente ripagata da un onesto romanzo d’ intrattenimento. Invece portare a termine la seconda, l’ autoconclusivo “ Il porto delle anime “, fu una vera e propria fatica.
“ L’ esecutore “ per fortuna ricorda più la prima della seconda, pur soffrendo di eccessiva lunghezza, avvertita soprattutto nella parte centrale e non corrisposta da un’ adeguata qualità dei colpi di scena che in compenso sono numerosi.
Laddove il primo romanzo della serie si dilungava in flashback in parte evitabili, qui c’è più azione di stampo cinematografico.
La tensione emotiva è tutt’ altro che elevata ma i capitoli brevi snelliscono la lettura ( e rimandano il sonno ) oltre a favorire un ritmo narrativo tutto sommato incalzante.

Resta il consueto fascino della capitale svedese, anche se stavolta la vicenda è ambientata in estate e non c’ è spazio per il tipico romanticismo da paesaggio invernale. Come spesso capita in una serie di romanzi, dal secondo capitolo in poi inizia un percorso di approfondimento psicologico dei protagonisti da proseguire nelle prossime letture che stando a quanto ho letto e sentito dire dovrebbero essere di un livello superiore rispetto a “ L’ esecutore “ che resta tuttavia un dignitoso thriller.

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Carpineti Opinione inserita da Carpineti    31 Mag, 2014
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Contenuti interessanti...ma poco dinamici

Ho letto tutti e tre i romanzi di Lars Kepler, ad eccezione dell' ipnotista che ho trovato sensibilmente sotto tono gli altri due sono letture discretamente fluide e gradevoli, polizieschi dinamici allestiti nel nord Europa, con Joona Lynna che più che come protagonista dei romanzi ricopre il ruolo di coordinatore delle indagini.
Il romanzo apre le danze con un drammatico inseguimento di un killer, la coppia inseguita si dilegua nel panico più attanagliante cercando di sfuggirgli nelle radure e foreste di alcune isolette scandinave...
Tutto è legato ad una fotografia misteriosa che sembra essere per qualcuno molto compromettente e che trascina in un vortice torbido, un suicidio di un alto funzionario svedese e alcuni incidenti solo apparentemente casuali ma orditi da mani criminali capaci e risolute.
Cosa ritrae la fotografia? Da chi è stata scattata? Come mai catalizza tanta violenza attorno a se?
Joona Lynna e Saga Bauer ( quest'ultima protagonista anche del terzo libro con un ruolo adrenalinico ) sono incaricati dai vertici della polizia di indagare sul caso e risolverlo, salvando la vita alla coppia in fuga dall'Esecutore.
Nella cornice scandinava, dentro un intricato caso poliziesco dove un'ingente vendita di armi ad un paese africano vede la regia di cupi funzionari statali e di un mercenario senza scrupoli Raphael Guidi, le indagini proseguiranno con ritmi serrati e capovolgimenti di fronte fino all'epilogo finale su una nave in alto mare...
Vedo dei temi duttili in questi romanzi e mi domando come mai non siano ancora state preparate delle pellicole cinematografiche, i contenuti non sono ai livelli di Stiegg Larsson ma forse proprio per questo motivo il romanzo risulta più sobrio e scorrevole, anche se con ciò non dico assolutamente che sia migliore.
L'ultima nota, il violino di Paganini, compositore illustre con dubbia fama demoniaca ( perfettamente in "sintonia" con il trafficante Raphael Guidi ) che tesse in questo libro la colonna sonora del suo Capriccio n.24.

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Gli altri due capitoli di questo autore (...fra i tre il migliore e' senza dubbio il terzo) e ai patiti dei polizieschi scandinavi.
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Monika Opinione inserita da Monika    09 Novembre, 2013
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Interminabile

Libro molto lento. Sicuramente non il mio genere. Cerco sempre di tenermi alla larga dai Thriller Politici ma in questo ci sono caduta dentro con tutte le scarpe. Anche se i colpi di scena sono tanti, troppi, non ho mai provato nessuna curiosità di sapere cosa sarebbe successo dopo. I personaggi sono freddi come gli svedesi. Le ultime cento pagine sono più scorrevoli... ma nel complesso non è una lettura che posso consigliare.

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marlon Opinione inserita da marlon    23 Luglio, 2013
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MAMBO MAGIC ( DE TODO UN POCO )

Carl Palmcrona faceva parte dell’Autorità Controllo Prodotti Strategici. In sostanza decideva le sorti delle
esportazioni di armi del proprio paese nel mondo. Viene trovato impiccato con un cavetto sottilissimo fissato al soffitto. In una stanza pressoché vuota se non fosse per la musica in sottofondo di Paganini in filo diffusione e qualche mosca. L’effetto ottico è incredibile, Carl sembra sospeso nell’aria. Del caso si occupa Joona Linna ( già protagonista de l’IPNOTISTA), poliziotto dall’intuito degno di Sherlock Holmes. La domanda è obbligatoria, suicidio o omicidio? Sicuramente la prima ipotesi è scartata ….
Penelope Fernandez è una attivista pacifista molto nota in Svezia. Viene trovata senza vita in mare, su una barca abbandonata al largo. Giace su un letto, in cabina e l’autopsia non promette niente di semplice. La ragazza è morta annegata ma i suoi abiti sono completamente asciutti ….
Per Joona si prospetta un periodo di straordinari. Le due vittime, oltre ad essere personaggi in vista, si conoscevano. Carl Palmcrona e Penelope Fernandez avevano partecipato ad un acceso dibattito televisivo. Le loro posizioni erano agli antipodi, per ovvi motivi. Durante le indagini viene scoperto un piano ben architettato da un professionista. Ma è il movente il nodo da sciogliere.
Il titolo, la copertina e addirittura il ritrovamento della prima vittima traggono in inganno. Questo libro non è un thriller, ma un poliziesco con tanta azione. Tanta carne al fuoco, tanto ritmo, tanti personaggi. Ma anche poca linearità e molte situazioni irreali . Nonostante le 570 pagine non vengono approfonditi molti argomenti toccati dagli autori ( Stieg Larsson aveva indicato la via …). Questo perché quando un libro è scritto a quattro mani ci vuole intesa. Invece nell’Esecutore ci sono troppi intrecci che appaiono forzati, come se ognuno degli autori tentasse di incastrare a forza la propria idea. Il grande burattinaio del romanzo mi è parso poco credibile. E l’esecutore vero e proprio della storia mi è sembrato un po’ goffo.
NON CONSIGLIO QUESTO LIBRO NEANCHE IN SPIAGGIA. MANGIATEVI UN CALIPPO E GIOCATE A BANDIERA … L’ESECUTORE E’ PIU’ NOIOSO DELLA FILA AL CASELLO !!

P.S.
Lars ( in onore di Stieg Larsson) Kepler ( in onore di Keplero) sono in realtà i coniugi AHNDORIL. Spero trovino l’intesa giusta ….

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rev2011 Opinione inserita da rev2011    01 Ottobre, 2012
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per chi ama i coniugi Ahndoril

L'ipnotista non mi aveva entusiasmato, La testimone del fuoco sì, così sono andato a leggere il libro intermedio e ne sono rimasto contento. I tre libri sono diversi tra loro pur avendo il detective Joona Linna in comune, ma L'esecutore mi sembra il più riuscito. L'unico neo è che si ferma un pò troppo su qualche situazione arrivando a riempire circa seicento pagine che non sono poche, ma nel complesso si lascia leggere con piacere. Assolutamente consigliato a chi ama la narrativa scandinava.

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L'Ipnotista - La testimone del fuoco
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Viola03 Opinione inserita da Viola03    14 Giugno, 2012
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TRA MOGLIE E MARITO NON METTERE IL DITO..

Lars Kepler è in realtà lo pseudonimo di due scrittori (Alexander e Alexandra, così non ci si sbaglia) marito e moglie, che invece di discutere come tutte le coppie normali per l’arredamento del salotto, si beccano su cosa far dire e fare al personaggio di loro invenzione, Joona Linna.

Quando hanno scritto il loro primo romanzo “L’ipnotista”, doveva essere un periodo di forte intesa, poi probabilmente il ménage domestico ha subito qualche scossone, visto il ritmo altalenante di “L’esecutore”.

Il libro inizia con da-dan! un uomo che sembra sospeso nell’aria in mezzo ad una stanza, musica di sottofondo. Allora tu pensi che ci sarà una buona dose di mistero, magari qualche magia, qualche trucco, qualche setta da stanare. Sbagliato!L’uomo penzola attaccato ad un filo da bucato, che semplicemente, controluce non si vede. In barba al mistero e alle teorie assurde che nascono da questo inizio, la storia si snoda in tutt’altra direzione.

C’è una ragazza, Penelope, che è a capo di una associazione pacifista, che se ne va tranquilla in barca col ragazzo Bjorn e la sorella Viola. Dopo aver approdato su un’isoletta in parte deserta, Penelope e il fidanzato scendono per una passeggiata “romantica”. Al ritorno trovano la povera Viola morta e si accorgono quasi istantaneamente che c’è un uomo che li insegue e che non ha buone intenzioni.
Mentre i due tentano la fuga nei meandri dell’isola, la barca viene rinvenuta e con essa il cadavere, che presenta però un’anomalia: la morte è per annegamento, ma i vestiti sono completamente asciutti.
Joona Linna capisce che la ragazza è stata uccisa, affogata in una tinozza e che la barca è stata manomessa per far si che, una volta eliminati tutti e tre i passeggeri, potesse saltare in aria e non lasciare traccia.
Chi ha architettato un piano così preciso? Soprattutto perché?

Trafficanti d’armi, leggi internazionali sull’esportazione di materiale bellico, il Darfur, la musica, Paganini e i suoi violini. C’è di tutto in questo thriller. Tanti personaggi, tante storie intrecciate che finiscono per intontire anziché interessare. Tanti spunti promettenti che non vengono approfonditi o risultano deludenti dopo tanto disperare.
Joona Linna è sonnacchioso. Me lo immagino lì, seduto tra Alexander e Alexandra, con il mento tra le mani che sospira nell’attesa che i due si decidano su cosa scrivere.
Le due mani si sentono, ma sembra che vogliano prendersi un po’ a pugni.

Visto che questo è il secondo di una serie di otto, confido nel ritorno della quiete familiare e leggerò prima o poi il terzo, “La testimone del fuoco”.
Da sconsigliare totalmente no, ma da leggere senza aspettarsi faville.

PS: sento la mancanza di Henning Mankell!

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    14 Marzo, 2012
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Sottofondo di violino

L'incipit è intrigante. In una stanza vuotoa un uomo è sospeso, a pochi centimetri dal pavimento e sembra ondeggiare nell'aria, seguendo il placido suono di un violino, suonato da un esecutore impareggiabile. Questa è la scena del "crimine" che Joona Linna deve capire per risolverlo, perchè c'è qualcosa, molto, di inspiegabile. Non può essere suicidio. Non può essere mocidio. Il libro strada facendo accelera e, quando arrivi verso la fine degli eventi, aspettandoti il colpo di scena, ti lascia un pò di senso di incompletezza, non ti dà tutto quello che ti aspetti. Rispetto a "L'ipnotista" forse questo libro perde un pò sotto il piano psicologico e l'epilogo risulta un pò misterioso. Le apparenze sono soltanto il velo ingannatore dietro cui si nascondono i crimini. E i crimini nascono da una cosa sola: i desideri.

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L'ipnotista
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Mephixto Opinione inserita da Mephixto    30 Dicembre, 2011
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Se te lo regalano, corri a fartelo cambiare !!!

Dopo aver letto l'ipnotista, e averlo ritenuto "senza pretese" mi sono lasicato convincere e ho deciso di dare una seconda opportunita ai due svedesi:mi sono detto peggio non possono fare...
invece si ! sono riusciti entrare nella mia lista nera...
Trama confusa, stile scadente (e qui forse complice la traduzione)
Spendete i soldi altrove.

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Viola96 Opinione inserita da Viola96    16 Settembre, 2011
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L'esecutore

La coppia di coniugi che si cela sotto il nome di Lars Kepler,torna dopo il best-seller de "L'ipnotista" a mietere copie,ma non anime e cuori."L'esecutore" è un lento thriller-noir scandinavo,profondamente politico e confuso,che vorrebbe imitare lontanamente i prototipi,anche cinematografici anni cinquanta.Parte da un'azione importante,il romanzo:La sorella di una nota pacifista viene uccisa,ma la vittima era lei.Intanto il commissario Joona Linna(lo stesso del capolavoro "L'ipnotista"),indaga sulla morte di Carl Palmcrona,un importante industriale coinvolto in un complotto internazionale che potrebbe cambiare per sempre il mondo.Probabilmente risente di una urbanità troppo stilizzata e si affida a una non-curanza stilistica notevole,patendo come thriller metafisico e sfociando negli oscuri terreni del political-thriller.Un noir scandinavo che prova a strizzare l'occhio al compianto Larsson,ma che non riesce nella sua impresa.All'inizio,per le prime 100-120 pagine il romanzo riesce quasi ad appassionare,ma alla fine si raggiunge uno stato per nulla discreto e che si allontana notevolmente dai risultati precedentemente raggiunti dai coniugi.Poca l'introspezione,poco lo sviluppo dei personaggi.E poca la piacevolezza arrivata dalla lettura. Voto: 4

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Millennium.
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polenta violenta Opinione inserita da polenta violenta    31 Agosto, 2011
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Bellino

Un deciso passo avanti rispetto a l ipnotista (precedente romanzo dei coniugi kepler con protagonista joona).
La storia stenta a decollare all inizio ma poi parte in quarta di colpo e si rivela divertente e dal ritmo molto veloce.
Concordo con chi dice che il commissario Liina è un pò troppo saputello anche se come personaggio non è male (solito piacevole stereotipo). Il cosidetto esecutore appare un pò troppo come il robot cattivo di Terminator (giuro che ci avevo pensato anch io prima di leggere il commento precedente) non solo nel nome ma anche nel suo modo di agire, insomma esagerato.
Ma a parte questo la miscelanza della trama con la musica di Paganini e anche di Ravel è svolta in maniera impeccabile e conferisce alla trama un che di misterioso e esoterico, elementi che non guastano mai.
I personaggi attorno al commissario sono tutti simpatici e piacevoli: a me piace il giovanotto che da una mano in centrale, quello che va a vedere i megadeth, gli entombed e porta le magliette degli Europe.

insomma un acquisto consigliato, ma non scoraggiatevi se le prime impressioni non saranno delle migliori

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douglas preston e lincoln child
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st_bruno Opinione inserita da st_bruno    08 Agosto, 2011
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Non mi ha entusiasmato tanto!

Ho letto questo libro in giugno e premetto non ho letto l'altro libro dei coniugi "Kepler".
Sono stato affascinato dalla copertina e dalla sinossi, e quindi mi aspettavo un thriller con alta suspance e mistero , dello stile de "Il suggeritore" di Carrisi.
Invece mi sono strovato di fronte ad una storia di fantapolitica,che seppur interessante non corrispondeva alla mia aspettativa iniziale.
L'inizio mi sembra scontato. Nei primi capitoli gli autori basano la storia sul suicidio / omicidio, ma per me era omicidio, visto il titolo del libro. Indirettamente ne ha fatto le spese il commissario Linna, un po' troppo "saputello" per i miei gusti.
E ciò non è giustificato da nulla che riveli il suo passato di poliziotto.
La musica di Paganini, a detta degli autori misteriosa, non mi è sembrata esserla poi così tanto, anche se si rivela la chiave di volta per risolvere il giallo fantapolitico, ma nulla di più.
L'esecutore, mi è sembrato un po' troppo "esecutore" stile "Terminator" (o peggio di quei cow-boy che con una colt da cinque colpi riescono ad uccidere decine di indiani). Interessante invece è l'accostamento delle esecuzioni di Paganini, con quelle dell'esecutore degli omicidi.
Tutto sommato la trama regge bene così come la figura della protagonista, che si trova in pericolo di vita senza sapere il perchè.
In definitiva sconsiglio il libro a chi vuole provare emozioni forti, mentre potrebbe essere piacevole per chi è appassionato di fantapolitica, se non ha altro di meglio da leggere.

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libri di fantapolitica.
Sconsigliato invece a chi ama i thriller adrenalinici con suspance e mistero.
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    25 Febbraio, 2011
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Una nuova avventura del commissario Joona Linna

“L’esecutore”, seconda prova dei coniugi Ahndoril ( Lars Kepler è il loro pseudonimo) , è uno swedish-thrilling senz’altro migliore del primo romanzo, “L’ipnotista”. La trama è meglio congegnata, ed il protagonista (ancora il commissario della polizia criminale Joona Linna) si muove questa volta nel mondo dei trafficanti d’armi d’altissimo livello. Il romanzo non ha momenti di pausa e, tra sparatorie, inseguimenti spericolati, agguati e colpi di scena conduce il lettore ad un finale incalzante e ricco di suspence. Il finale, come si conviene, premia i buoni ed i pacifisti, mentre condanna (muoiono quasi tutti) coloro che si arricchiscono illecitamente con forniture d’armi ai paesi del cosiddetto terzo mondo. Un finale indubbiamente edificante, anche se gli Autori non si dimenticano di ricordarci l’elenco dei nove maggiori paesi esportatori di armi convenzionali nel mondo ( USA, Russia, Gran Bretagna, Germania, Francia, Paesi Bassi, Italia, Svezia e Cina). Interessanti e assai ben delineati i personaggi che appaiono nello svolgersi degli avvenimenti : dalla pacifista Penelope Fernandez inseguita per quasi tutto il romanzo dall’Esecutore, che vuole eliminarla, al commissario del nucleo antiterrorismo Saga Bauer, dal trafficante d’armi Raphael Guidi, vero genio del male, allo spaurito Axel Riessen, vittima inconsapevole di una ingegnosa e diabolica macchinazione, dalla giovanissima psicolabile Beverly alla madre di Penelope.. Tutti ruotano attorno alla ormai mitica figura (dopo solo due romanzi) del commissario Jonna Linna, poliziotto dall’intuito infallibile e dal coraggio indomito, sempre sulla breccia con la consapevolezza, maturata dopo anni di esperienza, che “le apparenze sono soltanto il velo ingannatore dietro cui si nascondono i crimini”. Un buon thriller, insomma, che si lascia leggere piacevolmente e che lascia presagire nuove avventure dell’inossidabile commissario.

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I gialli svedesi
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mixo Opinione inserita da mixo    10 Febbraio, 2011
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Scandinavo... e basta!

Dopo la delusione de l'ipnotista, da amante della letteratura scandinava ho voluto dare una seconda possibilità alla coppia Kepler, ma anche questa volta sono rimasto poco convinto. La storia ha degli spunti interessanti ma come già nel precedente si perde lungo il percorso e a mio avviso tradisce le aspettative, già partendo dalla recensione, che descrive una scena del crimine ove un uomo inspiegabilmente fluttua al centro di una stanza. Mistero o magia? No, molto più semplicemente nessuno ha visto la corda, che peraltro non era assolutamente nascosta. Si ha l’impressione che sia tutto costruito partendo dall’analisi dei bisogni del lettore, di ciò che può apprezzare. Ci si mette un super poliziotto Joona Linna, strambo e affascinante, lo si affianca con una bellissima agente della Sapo Saga Bauer, et voilà, il connubio perfetto di intelligenza, capacità intuitiva, forza fisica e bellezza. Se non ricordo male lo stereotipo che aveva reso celebre Wilbur Smith. Peccato che quest'ultimo incantasse con descrizioni fotografiche e storie a ritmo incalzante. Sarà forse che scrivere un romanzo a periodi corti spezza il ritmo, ma è anche vero che se si salta di palla in frasca si rischia di perdere il filo conduttore. Nel complesso la storia che parte da personaggi e situazioni che sembrano non poter avere nulla in comune, prende lentamente forma, purtroppo ci sono troppi soggetti abbozzati di cui si fa fatica anche solo a ricordare i nomi e troppe cose non credibili. Prendiamo un personaggio come Axel il manager che in gioventù era un talento del violino. Pagine e pagine a descriverne la breve ma folgorante esperienza musicale, bene, quest’uomo, dopo appena 20 anni di mancato esercizio lo suona come un novello Paganini. Peccato che proprio Paganini dicesse "Se non studio un giorno, me ne accorgo solo io; se non studio due giorni, se ne accorgono gli altri", e Uto Ughi intervistato abbia detto che “il violino è uno strumento che non perdona, bisogna studiare tutto il giorno se non si vuole scadere, lasciando un piccolo margine per le altre cose”. Ma chi sono costoro per poter esprimere un parere? Oppure il trafficante multi milionario Guidi che proprietario di un impero nonché dello Yacht più costose del mondo (ampiamente descritto in luoghi e situazioni ove bianco come la neve solca i mari), viva su quest’ultimo inspiegabilmente trasformato in una pattumiera galleggiante. Che senso ha? Ritorno a quanto già detto, tanta pubblicità ma poca sostanza.

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Gondes Opinione inserita da Gondes    25 Gennaio, 2011
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Discreto

Ero veramente curioso di leggere il secondo libro firmato Lars Kepler, e devo dire che non mi è dispiaciuto. Questo titolo è sicuramente meno “thriller” del precedente, gli autori hanno voluto dargli un taglio più strettamente avventuristico. Se vogliamo la seconda parte del libro potrebbe averla scritta Clive Cussler, dove il super eroe Dirk Pitt e sostituito dal commissario Joona Linna. Chiaramente il paragone con un mostro sacro come Cussler è veramente difficile da sostenere. Un' altra caratteristica di questi autori è il fatto che viene sempre raccontata la storia all'indicativo presente, con periodi molti corti che a volte, secondo il mio parere necessitano di maggiore completezza. Dopo qualche decina di pagine però ci si abitua a questo stile e si può apprezzare il libro.

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