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Io sono Heathcliff
 
Io sono Heathcliff 2012-04-19 06:34:57 Sara S.
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
1.0
Piacevolezza 
 
2.0
Sara S. Opinione inserita da Sara S.    19 Aprile, 2012
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sequel di Cime Tempestose?

La pubblicazione di questo libro, annunciato come un sequel paranormal romance di "Cime tempestose", era già in programma dall'estate scorsa e questa attesa prolungata mi ha portata a fantasticare molto sui contenuti della storia. Non riuscivo a immaginare come un'autrice esordiente italiana potesse cimentarsi in un'impresa così ardua (rispolverare i vecchi classici senza cadere in banalità non è semplice neanche per scrittori esperti), ma mi ero fatta l'idea che se una grande casa editrice di cui ho moltissima stima come la Fazi avesse deciso di dare fiducia a questo ambizioso progetto una ragione ci dovesse essere. Dopo aver desiderato questo libro per mesi mi sono quindi apprestata alla lettura con entusiasmo e alte aspettative, e mi duole molto scrivere questa recensione negativa.
Iniziamo dalle relazioni con "Cime tempestose". Ok, molte recensioni che ho letto suggeriscono di apprestarsi alla lettura di "Io sono Heathcliff" a mente aperta e senza fare paragoni con il classico, perché è ovvio che non potrebbe reggere il confronto. Io infatti non mi aspettavo minimamente che reggesse il confronto, ma è logico che è impensabile leggerlo cancellando completamente dalla mente il romanzo della Brontë, per vari motivi: 1) già il titolo mi pare eloquente, 2) i rimandi ai personaggi del classico ci sono, 3) l'autrice stessa definisce il suo libro con un sequel di "Cime tempestose". Non avrebbe proprio senso ignorare queste avvisaglie e leggerlo come un libro qualsiasi partito zero, perché così non è. Infatti credo che sarebbe fuori luogo leggere "Io sono Heathcliff" senza avere mai letto "Cime tempestose", perché, soprattutto a causa dei vari rimandi ai due protagonisti Heathcliff e Cathy, credo che ne uscirebbe una lettura un po' sterile. In definitiva quindi io non mi aspettavo un sequel che rivisitasse il romanzo della Brontë arricchendolo e migliorandolo, ma proprio a causa delle tante relazioni con il classico esplicitamente VOLUTE della stessa autrice mi sarei aspettata un minimo di coerenza in più.
A questo proposito la prima profonda delusione è stata l'ambientazione: desideravo fortemente che la storia fosse interamente ambientata in Inghilterra. Questo secondo me era proprio il minimo accorgimento possibile per dare al romanzo quel tocco di credibilità in più. Invece la storia è ambientata prevalentemente in Italia, a Roma, e soltanto brevemente si riesce a far visita alla magica e suggestiva campagna inglese di Wuthering Heights, luogo che fortunatamente riesce a mantenere intatto il suo fascino anche descritto dalla penna di Desy Giuffrè, e quindi mi chiedo come mai la stonata e banale scelta romana (forse perché l'autrice preferiva una città che conosceva meglio?).
I protagonisti di "Io sono Heathcliff" sono quindi italiani. Elena, che rappresenterebbe una Cathy del futuro, una ragazza ricca e viziata, con genitori assenti e una domestica tutto fare che si occupa di lei come se fosse sua madre. E poi c'è Damian, che rappresenterebbe Heathcliff, un ragazzo pieno di problemi, invischiato pericolosamente nella mala vita a causa di uno zio senza scrupoli che vuole trascinare definitivamente il nipote nel suo mondo. E qui devo dire che gli stereotipi si sprecano. In più non ho mai letto o guardato il film di "Tre metri sopra il cielo" ma da quanto ho capito le due storie si assomigliano molto (scene in motocicletta incluse).
Ma ad entrare in gioco ci sono anche i veri Heathcliff e Cathy, ovvero, i loro fantasmi, che vagano sulla terra per coronare finalmente il loro sogno d'amore e la loro ultima possibilità è di far innamorare i due ragazzi (loro discendenti) e di appropriarsi dei loro corpi. E qui altra nota stonata: i due fantasmi comunicano con i due ragazzi parlando in italiano! Così come in italiano si esprimono pure tutti i personaggi che la famiglia di Elena incontrerà nella loro visita a Wuthering Heights. Queste piccole imprecisioni purtroppo saltano all'occhio del lettore in maniera talmente evidente che diventa difficile riuscire a prendere sul serio il romanzo.
Ma, anche volendo mettere da parte tutte le piccole mancanze, dovute certamente all'ingenuità e alla scusabilissima mancanza di esperienza dell'autrice, la storia (per quanto concerne lo svolgersi dei fatti e lo sviluppo della trama) risulta comunque molto banale, con personaggi caricaturali e senza spessore, dialoghi immaturi e forzati, e scenette al limite del ridicolo (come il tentativo di scippo finito a "tarallucci e vino"). Inoltre più volte ho notato una cattiva distribuzione del tempo dedicato alle scene più importanti. Alcune scene infatti vengono descritte nei minimi particolari, anche se secondarie e non particolarmente interessanti, mentre altre, che avrebbero meritato più spazio, vengono liquidate frettolosamente in poche parole. Per non parlare dei vari "salti di riga" (che nel romanzo corrispondono ad un cambio temporale) che avvengono frequentemente, magari facendo passare anche giorni o settimane, e creando un po' di fastidio nella mente del lettore, che avrebbe preferito una narrazione più lineare.
Neanche il finale è riuscito a risollevare un po' le sorti della storia, anzi, possibilmente è risultato ancora più scialbo, semplicistico e ordinario di come mi sarei mai aspettata :-(
Però... dopo questa lista apparentemente infinita di difetti mi sento anche di affermare che nonostante tutto lo stile di scrittura dell'autrice, intesa come padronanza del linguaggio, non è affatto male, anzi, è sicuramente superiore alla maggior parte di young adult in circolazione. Le descrizioni sono ben riuscite, come anche gli stati d'animo, e l'esposizione dei fatti (che appare scorrevole, chiara, non confusa). I termini usati sono vari e il vocabolario ricco e pertinente. Il mio consiglio all'autrice è assolutamente quello di continuare a scrivere (magari lasciando da parte i classici) e lavorare di più sulla storia e sui suoi personaggi per riuscire a creare un qualcosa di più originale e meno stereotipato.

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Commenti

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Ah questi sequel... dovrebbero vietarli per legge.
Mi è piaciuto moltissimo "Cime tempestose", considerato anche quando è stato scritto e che suggestioni ne nascono. Grazie per questa tua recensione molto accurata, sicuramente non lo comprerò, anzi detta proprio sinceramente questi tentativi di attualizzare classici in questa maniera proprio non mi piacciono: ogni libro ha senso per il tempo e il luogo in cui è stato scritto, non ha senso trasportare una storia al giorno d'oggi e nei nostri luoghi per rendercela più vicina e digeribile. O la si legge così com'è, o pace,!
Scusa il mio piccolo sfogo!!! :))
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